Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha bloccato il trasferimento all’Autorità nazionale palestinese di 100 milioni di dollari. Lo riferisce Israel ha-Yom: sono i dazi doganali raccolti da Israele a gennaio per conto dell’Anp. Il provvedimento è la risposta alla decisione delle autorità palestinesi di rivolgersi alla Corte penale internazionale.

Il mese scorso, precisa il giornale filo governativo, Israele aveva analogamente congelato dazi doganali raccolti per l’Anp per un valore di 500 milioni di shekel, circa 120 milioni di dollari. Fonti politiche hanno spiegato che i congelamenti mensili proseguiranno fino quando Israele avrà deciso una politica definitiva dopo che “il presidente Abu Mazen ha varcato una linea rossa rivolgendosi alla Corte penale internazionale, per ‘crimini di guerrà asseritamente compiuti da Israele a Gaza e in Cisgiordania”.

Domenica, in una conversazione con il segretario generale dell’ Onu Ban ki-Moon Netanyahu ha detto che così facendo Abu Mazen ha compiuto “un passo pericoloso” che rischia di ”destabilizzare” la Regione. Intanto la stampa palestinese riferisce che l’Anp incontra già gravi difficoltà per pagare gli stipendi dei propri dipendenti.

In Israele si e’ entrati ormai nella vigilia delle elezioni politiche e Netanyahu deve misurarsi in particolare con rivali di estrema destra: fra questi il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman (leader di Israel Beitenu) e il ministro dell’Economia Naftali Bennett (leader di Focolare ebraico). Anche questa considerazione e’ stata probabilmente tenuta in conto quando Netanyahu aveva ordinato il congelamento dei dazi doganali raccolti per l’Anp nel mese di dicembre: appunto 500 milioni di shekel. Questi fondi, secondo la radio militare, sarebbero stati utilizzati per saldare i debiti accumulati dall’Anp verso la Societa’ elettrica israeliana e verso centri medici. In passato Israele era già ricorso a questa misura punitiva verso i palestinesi, ma e’ stato costretto a recedere in seguito a forti pressioni diplomatiche.

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