Si chiama Tehrik-e Taliban-e Pakistan, Movimento dei Talebani del Pakistan, il gruppo che stamane ha fatto strage in una scuola pubblica dell’esercito a Peshawar. Una “organizzazione ombrello” composta da 20 gruppi estremisti, radicata nelle aree tribali del Pakistan e con forti legami con i leader di Al Qaeda e che ha come obiettivi l’applicazione della sharia nelle aree al confine con l’Afghanistan sotto il loro controllo, il jihad “difensivo” contro l’esercito pakistano e la liberazione di decine di suoi esponenti in carcere.

Le radici del movimento affondano nell’offensiva lanciata dalla coalizione internazionale nel 2001 in Afghanistan. Dopo la caduta del regime talebano a Kabul, molti combattenti varcano il poroso confine con il Pakistan e trovano rifugio nelle aree montuose e inospitali, che già ospitano da anni alcuni dei principali leader di Al Qaeda. Forti di una solida alleanza basata sui commerci illegali con i capi tribali della zona, in pochi anni distretti come la Valle dello Swat e il Sud e Nord Waziristan si trasformano in roccaforti del Ttp.

L’organizzazione terroristica nasce ufficialmente nel dicembre 2007 sotto la leadership di Baitullah Mehsud, morto in un’esplosione nell’agosto di due anni dopo. Nel 2009 il Movimento tocca il suo apice, costringendo il governo dell’allora presidente Asif Ali Zardari a siglare un controverso accordo con il quale Islamabad riconosce l’applicazione della sharia nelle zone di Malakand, Chitral, Alto Dir e Shangla, attribuendo alle corti islamiche l’amministrazione della giustizia, in cambio della stop agli attacchi contro le forze di sicurezza nelle aree tribali.

Il 9 ottobre del 2012 l’odio talebano per le ragazze delle aree tribali che, malgrado le minacce, decidono di frequentare la scuola si intreccia con il destino di Malala Yousafzai, futuro Premio Nobel per la Pace. La giovane attivista allora quindicenne, viene ferita al collo e alla testa da un miliziano dei Talebani mentre tornava da scuola su un bus. Il Ttp rivendica l’attacco sostenendo che Malala, per il suo impegno a favore dell’istruzione femminile, danneggia l’immagine del Pakistan all’estero.

All’inizio del 2013 c’è un nuovo tentativo di pace tra il governo di Islamabad e i Talebani. Si tengono diversi incontri, che non portano a risultati tangibili, anzi successivamente si registra una recrudescenza degli insorti con il sanguinoso attacco del Ttp all’aeroporto di Karachi. Un episodio che scatena la reazione del governo che lancia una nuova offensiva nelle aree tribali denominata operazione ‘Zarb-e Azb’. L’attacco odierno a Peshawar è proprio la rappresaglia dei Talebani contro l’offensiva dell’esercito che va avanti ormai da mesi.

Il Ttp ha una struttura verticistica. L’attuale leader è Maulana Fazlullah, chiamato anche ‘Radio Mullah’, che nel 2013 prende il posto del suo predecessore, Hakimullah Mehsud, morto in un raid di un drone Usa. La catena di comando è composta poi dal suo vice, Sheikh Khalid Haqqani, e da Shakeel Ahmed Haqqani, capo del consiglio politico del Ttp. Compiti più operativi li hanno invece Shahriar Mehsud, comandante delle operazioni nel Nord Waziritan, e Khan Said, comandante delle operazioni nel Sud Waziristan.

Su forti pressioni internazionali, in particolare degli Usa, pochi mesi dopo Islamabad straccia l’accordo e ad ottobre lancia la prima massiccia offensiva contro il Ttp che porta all’eliminazione o all’arresto di alcuni suoi leader, tra cui Sufi Muhammad, il religioso artefice dell’intesa con il governo. L’attacco provoca centinaia di migliaia di sfollati nelle aree tribali, ma non sradica la presenza talebana. Dopo un breve periodo di disorientamento, il Ttp si riorganizza con un nuovo leader, Hakimullah Mehsud, che allarga il raggio d’azione alle altre zone del Pakistan, inaugurando una lunga stagione di sangue fatta di attacchi suicidi e attentati contro le forze di sicurezza. La lunga mano del Ttp arriva fino in America. E’ un portavoce dei Talebani del Pakistan, che agiscono in maniera autonoma rispetto ai loro ‘colleghi’ afghani, che rivendica il fallito attentato con autobomba a Times Square il primo maggio 2010.

Ma resta il Pakistan il teatro d’azione preferito del Ttp e le azioni eclatanti, come quella contro la scuola dell’esercito di Peshawar, diventano un marchio di fabbrica. Nel mirino dei Talebani finiscono in particolare le scuole femminili, che diventano l’obiettivo di numerosi attacchi (se ne contano più di 200 negli ultimi anni). I radicali del Ttp ritengono, infatti, un’oltraggio all’islam l’istruzione femminile e in quanto tale deve essere combattuta.

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