Illudere i clienti con consumi non veritieri costa salato, almeno negli Stati Uniti. Hyundai e la sua affiliata Kia hanno accettato un accordo da più di 350 milioni di dollari per chiudere l’indagine governativa che da due anni indaga sulle percorrenze “gonfiate” di circa 1,2 milioni di veicoli vendute negli States dal gruppo coreano. Le due case pagheranno 100 milioni di dollari di multa in sede civile, spenderanno 50 milioni per stabilire un gruppo di certificazione indipendente e rinunceranno a crediti per le emissioni di gas serra per l’equivalente di 200 milioni di dollari.

Oltre ai 350 milioni citati, nei mesi scorsi le case coreane hanno già speso quasi 400 milioni di dollari per fermare le class action e risarcire (con circa 350 dollari a testa) i proprietari delle Hyundai Accent, Elantra, Veloster e Santa Fe e delle Kia Rio e Soul, per i quali le due case dichiaravano in media percorrenze maggiorate di 6 miglia per gallone (2,5 km per litro). Secondo quanto riportato da Automotive News, Gina McCarthy, l’amministratrice dell’agenzia americana per la protezione ambientale Epa, ha detto che la portata del provvedimento è “un riflesso dell’ampio, scorretto vantaggio di mercato che Hyundai e Kia hanno conquistato sottostimando i loro dati di consumo”.

La multa record mette fine a una storia iniziata due anni fa, a novembre del 2012, quando Hyundai e Kia ammisero di aver sottostimato i consumi di diversi modelli a causa di errori nei test. Gli errori furono scoperti dopo che gli ingegneri dell’Epa trovarono discrepanze fra i risultati dei test effettuati dall’Agenzia e quelle dichiarati dalle aziende. Un brutto colpo soprattutto per il marchio Hyundai, che si pubblicizzava come leader nei consumi. Da parte loro, Hyundai e Kia difendono il loro operato. “Hyundai ha agito con trasparenza, rimborsando i clienti e collaborando con l’Epa per tutta la durata dell’investigazione”, ha detto in un comunicato ufficiale Dave Zuchowski, amministratore delegato di Hyundai Nord America.

Secondo quanto dichiarato dall’Epa in conferenza stampa, a differenza degli errori commessi da altri costruttori, però, quelli di Hyundai e Kia erano sistematici e comprendevano una serie di pratiche fallate: per esempio, le Case sottoponevano all’Epa il miglior dato di consumo invece di un risultato medio. Poi i test erano condotti a temperature più favorevoli, con pneumatici di dimensioni scorrette e a favore di vento. Infine, gli ingegneri responsabili della certificazione dei consumi erano gli stessi che sviluppavano i motori, una circostanza che l’Epa definisce insolita. Da parte sua, la Hyundai difende le sue procedure, dicendo che le regole dell’Epa lasciavano “ampi margini” di interpretazione ai costruttori e che è all’interno di questi margini che si sono insinuati gli errori. Hyundai e Kia operano separatamente negli Stati Uniti, ma i test sui consumi sono effettuati per entrambe le aziende dalla stessa divisione della casa madre in Corea.

Come conseguenza dell’indagine su Hyundai e Kia, l’Epa ha analizzato con più severità i dati di consumi di tutti i costruttori, portando allo scoperto errori su diversi modelli Mini, Ford e Mercedes. Al momento non è dato sapere se anche le altre Case colpevoli di dati di consumo sbagliati siano sotto investigazione dell’Epa e se dunque saranno costrette o meno a pagare multe.

Hyundai e Kia, comunque, non si demoralizzano e anzi alzano il tiro sulla questione consumi: secondo la Reuters, subito dopo la firma dell’accordo con l’Epa e il dipartimento di giustizia americano, hanno dichiarato di voler aumentare del 25% le percorrenze medie dei loro veicoli entro il 2020 in Corea, Stati Uniti ed Europa. Hyundai e Kia – che insieme costituiscono il quinto gruppo automobilistico mondiale – hanno annunciato lo sviluppo di motori e trasmissioni di nuova generazione, la riduzione del peso grazie all’utilizzo di acciai ad alta resistenza e l’espansione della gamma di modelli a basso impatto ambientale, cui s’aggiungerà un’ibrida di taglia compatta.

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