Prima, quando Michele Santoro andava in onda su Raidue, non andava bene: per il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti il conduttore sfruttava il denaro pubblico per fare “comizi politici”. Ora che il giornalista ha fondato una società privata – “Servizio pubblico” – e chiede ai cittadini un contributo economico volontario per andare in onda sul digitale terrestre, su Internet e sul canale 504 di Sky, non va bene comunque. Ma allora il problema non sono i soldi pubblici? Il Giornale forse preferisce la censura.