Tiziana Maiolo

Nuova tappa nella variegata carriera politica di Tiziana Maiolo: la Regione Lombardia l’ha nominata nel consiglio d’amministrazione del Pio Albergo Trivulzio, l’istituto geriatrico noto a Milano come Baggina (e anche come epicentro dell’inchiesta Mani pulite). L’ultima collocazione conosciuta della Maiolo, giornalista del manifesto transitata in Forza Italia nel 1994, è la presidenza della (fantomatica) Associazione per la democrazia di Roberto Lassini, quello di manifesti “Via le Br dalle Procure”, dove per Br intendeva alcuni magistrati milanesi.

Per uno strano contrappasso, resta fuori dal consiglio d’amministrazione chi invece l’intervento della magistratura lo invocava, a proposito dell'”affittopoli” del Pat: Barbara Ciabò, consigliere comunale di Fli, una delle papabili per le nomine in cda che spettano al Comune di Milano. Ciabò aveva denunciato che molti alloggi a canone agevolato di proprietà dell’istituto erano affittati a nomi eccellenti, come la compagna del parlamentare Pdl Aldo BrancherDaniele Cordero di Montezemolo, fratello di Luca.

“Si trattava di un uso privato di beni pubblici, a beneficio della casta, ma se tornassi indietro non rifarei la denuncia”, dice il consigliere di Fli a ilfattoquotidiano.it, “perché al Pat tutto è rimasto come prima e in Italia il merito di chi fa certe denunce non viene mai riconosciuto, anzi. Le nomine sono sempre politiche, vedremo che cosa farà il nuovo cda”. In seguito allo scandalo, la Regione aveva nominato al vertice del Pat un commissario straordinario, Emilio Triaca – si parla di uno stipendio da 80 mila euro su base annua -, ma sono rimasti al loro posto il direttore generale e il responsabile del patrimonio.

Oltre a Tiziana Maiolo, la Regione ha nominato nel consiglio del Pio Albergo Trivulzio Luigi Magliocchi e Bruno Perboni. Il Comune di Milano ha affiancato loro Francesca Crippa Floriani, esperta nella gestione di associazioni e fondazioni socio-sanitarie e assistenziali, Marcello Crivellini (docente universitario), Laura Iris Ferro (presidente e amministratore delegato dell’azienda biofarmaceutica Gentium) e Francesco Longo (direttore del Cergas Bocconi).

Articolo Precedente

Un processo da un milione di dollari

next
Articolo Successivo

“L’induzione alla prostituzione non iniziò a Messina”: gup respinge tesi di Fede e Minetti

next