La cronaca del 28 marzo 2011

22.42 – Videoconferenza, comunicato Eliseo: “Appoggio a transizione”

Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Germania hanno discusso stasera in videoconferenza della crisi in Libia e dell’applicazione della risoluzione 1973 dopo il trasferimento da parte degli Stati Uniti del comando delle operazioni alla Nato. Lo ha reso noto l’Eliseo. Il presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, il presidente americano Barack Obama, il premier britannico David Cameron e la cancelliera tedesca Angela Merkel – riferisce un comunicato dell’Eliseo – hanno anche “espresso sostegno alla conferenza che si svolge domani a Londra e che deve riunire la comunità internazionale a sostegno della transizione politica in Libia”.
Nell’incontro in videoconferenza, si apprende dal comunicato, si è parlato anche “del sostegno al processo di transizione in Egitto e della necessità di rilanciare il processo di negoziato israelo-palestinese”.

22.37 – Tv arabe: Bombardato rilievo ad ovest di Tripoli

Aerei della coalizione internazionale hanno bombardato un rilievo nella parte occidentale di Tripoli. Lo hanno riferito le tv satellitari Al Jazira e Al Arabiya.

22.18 – Francia, ministero Difesa domani a bordo di portaerei

Il ministro francese della Difesa, Gerard Longuet, effettuerà domani una visita a bordo della portaerei francese Charles de Gaulle impegnata nella missione contro la Libia e che si trova al largo dell’Italia. Lo ha annunciato oggi il suo ministero. Il ministro “effettuerà una visita a fine giornata (martedì) ai piloti e ai e agli altri militari” della portaerei prima di recarsi a Creta, ha detto il generale Philippe Pontiès, portavoce del ministero.
Caccia Mirage 2000 francesi e qatarioti dallo scorso venerdì effettuano regolarmente missioni congiunte nei cieli libici partendo dalla base aeronavale cretese di La Sude.

22.16 – Pentagono, nessuna conferma di vittime civili

Il Pentagono ha reso noto oggi di avere alcuna conferma di rapporti su vittime civili in Libia.  Il vice ammiraglio William Gortney, portavoce del Pentagono per quanto riguarda le operazioni in Libia, ha precisato che nelle ultime 24 ore i missili della coalizione internazionale lanciati verso la Libia sono legati ad attacchi mossi dalle forze di Gheddafi contro civili.

21.46 – La Russa: “Tornado non hanno bisogno di sparare”

I Tornado italiani impegnati inLibia che durante le missioni sono sempre “i primi ad arrivare e gli ultimi ad andare via”, finora non hanno avuto bisogno di usare i missili in dotazione: lo ha precisato il ministro della difesa, Ignazio La Russa, parlando oggi a Torino a margine di un convegno. “I nostri aerei – ha spiegato – hanno il compito di oscurare i radar per evitare che la contraerea libica colpisca gli altri velivoli che partecipano alle missioni. Sono i primi ad arrivare e gli ultimi ad andarsene. E tutti sanno che se si accende un radar viene spento con un missile. Ma non ce ne è mai stato bisogno: è bastata la sola presenza dei Tornado”.

21.38 – Jana, jet coalizione bombardano Gharian”

I jet della coalizione internazionale hanno bombardato Gharian, localita’ situata circa 100 chilometri a sud di Tripoli. Lo ha riferito l’agenzia libica Jana.

21.32 – Tv di stato: “Colpite aree civili a sud di Tripoli”

La tv libica, citando una fonte militare, ha sostenuto che raid aerei della coalizione internazionale hanno colpito stasera “aree civili e miliari” nelle città di Garyan e di Mizdah.
Garyan si trova a un centinaio di chilometri a sud di Tripoli mentre Mizdah a circa 184 km, nella stessa direzione.

21.20 – Pentagono: “Meno navi americane nel Mediterraneo”

Il Pentagono ha reso noto chegli Stati Uniti diminuiranno la loro presenza navale nel Mediterraneo col passaggio alla Nato delle operazioni militari per la Libia.

21.18 – Altri 8 velivoli italiani a disposizione della Nato

Altri otto velivoli italiani sonostati messi a disposizione della Nato nell’ambito delle operazioni in Libia, mentre quattro caccia sono stati ripresi sotto comando nazionale. Lo riferisce lo Stato maggiore della Difesa.
Ieri, viene sottolineato, “l’Italia ha trasferito alla Nato il controllo operativo di 4 velivoli a decollo verticale della Marina Militare AV8 Bravo plus (a bordo di nave Garibaldi) e di 4 caccia dell’Aeronautica militare Eurofighter per concorrere alle operazioni connesse con l’implementazione della ‘no fly zone’ nell’ambito dell’Operazione ‘Unified Protector’. Contestualmente sono stati ripresi sotto controllo nazionale i 4 caccia F16 AD (Air Defence) che hanno operato sotto il controllo operativo della ‘Coalizione dei volenterosì dal 19 marzo scorso fino a ieri”.

21.15 – Cnt: “Gheddafi sarà processato dopo la nostra vittoria”

Il capo del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) degli insorti libici, Mustafa Abdeljalil, ha dichiarato che il colonnello Muammar Gheddafi sarà processato in Libia “dopo la vittoria” dell’insurrezione. L’esponente dei ribelli si è pronunciato in un’intervista sulla tv France 2.

21.03 – Frattini: “L’Italia non ha sindrome da esclusione”

L’Italia “non sente la sindrome di esclusione” per non essere stata invitata alla videoconferenza tra Nicolas Sarkozy, Barack Obama, David Cameron e Angela Merkel sul futuro della Libia perche’ nel corso di quei colloqui “non stanno decidendo niente”. Lo ha sottolineato il ministro degli Esteri, Franco Frattini, nel corso di ‘Otto e Mezzo’ su La7 ribadendo che l’Italia “non ha preso alcuno schiaffo” da Parigi che ha organizzato il vertice. L’Italia, ha spiegato il titolare della Farnesina, “ha ottenuto il comando della missione navale Nato e ospita il Comando generale”. Alla videoconferenza ci sono “quattro Paesi membri permanenti al Consiglio di sicurezza dell’Onu, e l’Italia non lo è, più la Germania”. E’ “indispensabile” coinvolgere Berlino, ha aggiunto il ministro. spiegando che gli era stato anticipata l’intenzione da parte del suo collega francese di “coinvolgere la Germania” che non partecipa alle operazioni in Libia.

20.40 – Ribelli: “Perdoniamo seguaci Gheddafi se lo abbandoneranno”

Il Consiglio nazionale di transizione di Bengasi ha promesso il perdono ai seguaci di Gheddafi che riusciranno ad abbandonare il rais. “Chiediamo alle persone fedeli a Gheddafi di abbandonarlo – ha detto il portavoce del Consiglio Abdulhafiz Ghoga parlando con i giornalisti a Bengasi – se lo faranno perdoneremo i loro misfatti”

19.53 – Al via videoconferenza tra Obama, Cameron, Sarkozy e Merkel

E’ iniziata la video conferenza tra il presidente Usa Barack Obama, quello francese Nicholas Sarkozy, il premier britannico David Cameron e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Lo riportano i media britannici. Secondo indiscrezioni, al centro della discussione la proposta franco-britannica per aiutare l’avvio di una transizione politica in Libia.

19.43 – Ancora raid e missioni degli aerei italiani

Proseguono le missioni degli aerei italiani nell’ambito di Odyssey Dawn. Nella prima parte della giornata, riferiscono allo Stato maggiore della Difesa, sono state effettuate due missioni di rifornimento in volo ed altre due missioni da parte di quattro Tornado ECR. Ieri, invece, le missioni sono state quattro.

19.12 – Napolitano: “In Libia intervento legittimo, dovevamo reagire”

“Lampedusa è allo stremo, eppure non bisogna cedere alle conclusioni un po’ sbrigative”, dichiara il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dall’Assemblea Onu a New York. “Soprattutto – continua il presidente – bisogna ricordare che il mondo arabo è percorso da un anelito di libertà e democrazia quale non se ne era mai visto, nella sua storia secolare. E allora bisognava non restare con le mani in mano di fronte ad un “leader” il quale massacrava il suo popolo. Bisognava reagire, perché l’intervento è legittimo, rispetta una risoluzione del Consiglio di Sicurezza, va – continua – nello spirito della Carta delle Nazioni Unite ed è un atto che non viola certo l’Articolo 11 della Costituzione italiana. Insomma – aggiunge – bisognava essere all’altezza della sfida. Che è quella non di esportare la democrazia sulla punta delle baionette, ma di aiutarla a prendere radici dove il terreno si è fatto, insperabilmente, più fertile. Certo”, spiega ancora Napolitano, “non nascondo – prosegue – la nostra preoccupazione rispetto a questa piega degli eventi, nessuno gradisce l’instabilità alla propria porta di casa. Ma innanzitutto non si può ignorare che soffiano, sull’altra sponda del Mediterraneo, venti di libertà, domande di dignità umana e giustizia sociale, a cui è bene rispondere difendendo i diritti civili, rafforzando la legittimità internazionale e lo Stato di diritto”.

18.16 – Ribelli: “Bombardamenti su Misurata nonostante il cessate il fuoco”

I rivoltosi libici hanno denunciato bombardamenti su Misurata nonostante il cessate il fuoco annunciato dalle forze di Gheddafi, precisando che le bombe sono state sganciate nella notte tra domenica e lunedì. Un componente del Consiglio nazionale di transizione, Mohamed Ali, ha detto inoltre ad Al Jazeera che i cecchini continuano a sparare sulla gente, in particolare nella zona dell’ospedale, dove diverse persone sono state ferite.

18.15 – Gheddafi piazza i cecchini sui tetti di Tripoli

Testimoni hanno riferito ad al Jazeera che “Gheddafi sta piazzando un gran numero di suoi cecchini su tetti di edifici a Tripoli”. Lo si legge in un messaggio diffuso via Twitter di cui non si hanno al momento altre conferme.

18.12 – 500 profughi libici approdati a Malta

Un grande motopesca con circa 500 profughi provenienti dalla Libia è appena approdato a Gozo, l’isola accanto a Malta. Ma sono almeno quattro i barconi che dalle coste del nord Africa si stanno dirigendo verso il piccolo Stato al centro del Mediterraneo. Un’altra “carretta” con circa 180 migranti, probabilmente la stessa che era stato avvistata questa mattina da un motopesca, è ormai in prossimità dell’isola. Altre tre imbarcazioni, tra cui un gommone, forse quello con 68 migranti di cui non si hanno più notizie da ieri sera, sono in avvicinamento. Secondo alcune segnalazioni giunte alla Marina Militare maltese dalle unità della Nato impegnate nelle operazioni legate alla missione “Odissey Dawn”, numerosi barconi avrebbero già lasciato le coste libiche diretti verso Nord.

17.54 – Francia, attaccato centro di comando vicino Tripoli

Aerei francesi hanno attaccato un“centro di comando” vicino a Tripoli. Lo ha reso noto lo stato maggiore a Parigi. Un portavoce delle forze armate aParigi ha precisato che gli aerei hanno “colpito un centro di comando libico 10 chilometri a sud di Tripoli”.

17.52 – Obama: “Impegno Usa limitato sia nel tempo sia negli obiettivi”

L’impegno degli Stati Uniti in Libia “sarà limitato, sia nei tempi sia negli obiettivi”: lo ha indicato il presidente Usa Brack Obama, anticipando una delle linee del suo intervento televisivo di questa sera.

17.32 – Jimenez, tentativi di contatto tra Gheddafi e Spagna

Il ministro degli Esteri spagnolo Trinidad Jimenez ha indicato oggi che nelle ultime settimane il dittatore libico Muammar Gheddafi e suoi collaboratori hanno tentato di “stabilire qualche forma di contatto” con il governo di Madrid, che però ha evitato incontri con il regime di Tripoli “dopo l’inizio dei massacri”.
In dichiarazioni alla tv pubblica Tve, Jimenez ha poi escluso per il momento che la comunità internazionale possa intervenire in Siria come in Libia. “Bisogna attendere di vedere come si evolve la situazione”, ha aggiunto.

17.27 – Avanzata ribelli bloccata a 60 km da Sirte

Una colonna di avanguardia dei ribelli libici è stata bloccata nella sua avanzata verso Ovest a qualche decina di chilometri da Sirte, città natale del colonnello Gheddafi, da furiosi combattimenti con le truppe lealiste.
Giornalisti presenti parlano di un’imboscata tesa dall’esercito del regime a Harawa, un villaggio a circa 60 km da Sirte, nel quale almeno due insorti sono stati colpiti e diversi veicoli sono stati distrutti. I ribelli avevano oggi lentamente ripreso la loro avanzata verso Sirte dopo essere rimasti bloccati per tutta la mattinata appena fuori Ben Jawad dalle forze del colonnello Gheddafi. Diversamente dalla rapida avanzata di ieri verso l’Ovest, agevolata dai bombardamenti aerei della coalizione internazionale, gli insorti oggi sono riusciti a guadagnare solo qualche decina di chilometri sulla strada verso Sirte.

17.24 – Mosca: “Non saremo a Londra domani”

“Mosca non partecipera’ allaconferenza internazionale sulla Libia in programma domani a Londra. “Dato che la Russia non fa parte della coalizione, noi non abbiamo ricevuto un invito e quindi non prenderemo parte a questa conferenza”, ha detto una fonte del ministero degli esteri russo, citata dall’agenzia Interfax.

17.20 – Tv di Stato condanna Qatar per riconoscimento Cnt

Il regime libico condanna ilriconoscimento del consiglio nazionale di transizione degli insorti da parte del Qatar, denunciando “sfacciate interferenze” negli affari libici. Secondo la tv di Stato, il Qatar, definito uno “staterello”, non ha alcun diritto di mettere in discussione l’unità della nazione libica, riconoscendo gli insorti.

16.54 – Londra: “Distrutti depositi munizioni di Gheddafi”

I raid aerei delle forze britanniche hanno distrutto depositi di munizioni delle forze del leader libico Muammar Gheddafi. Lo ha affermato a Londra il generale John Lorimer, portavoce del ministero della Difesa. I depositi di munizioni, ha spiegato, si trovavano in bunker nel deserto di Sabha della Libia meridionale e sono stati distrutti con missili Storm Shadow dopo che erano stati individuati in precedenti missioni di ricognizione. Le munizioni avrebbero dovuto essere usate per attacchi alla città di Misurata e altri obiettivi di Gheddafi nel nord della Libia. “Le iniziali informazioni suggeriscono che i bunker siano stati distrutti e che il governo libico sia stato privato di munizioni da usare per minacciare i civili nel nord del paese”, ha affermato Lorimer.

16.52 – Misurata, Al Jazeera: “Nessun cessate il fuoco”

L’inviato di Al Jazeera a Misurata smentisce categoricamente che ci sia stato un cessate il fuoco a Misurata come annunciato poco fa dal ministro degli Esteri libico. I “I pro-Gheddafi – fa sapere l’inviato – continuano a bombardare la città contrariamente a quanto annunciato dal ministro degli Esteri, Musa Kusa”.

16.46 – Sarkozy e Cameron: “Soluzione politica per la Libia”

Nicolas Sarkozy e David Cameron, indifferenti alla prudenza dei partner che si incontreranno domani a Londra, proseguono all’unisono con il loro progetto per una Libia, unita, sovrana e indipendente. In una dichiarazione congiunta ribadiscono che Francia e Regno Unito “non vogliono occupare militarmente la Libia” e che l’unica soluzione durevole alla crisi del Paese non può che essere politica. I due leader hanno poi ribadito la richiesta ai fedelissimi di Gheddafi di cedere le armi prima che sia “troppo tardi” e a quest’ultimo di “farsi da parte”. Sarkozy e Cameron hanno anche chiesto a tutti i libici che si oppongono al regime del Colonnello di contribuire a creare un processo di transizione nazionale. Inoltre, si legge ancora nella nota, Gheddafi se ne deve andare “immediatamente” e la transizione in Libia deve essere affidata al Comitato Nazionale di Transizione.

16.21 – Esplode la protesta dei rimpatriati tunisini

Decine di tunisini, scappati dalla Libia, dove hanno lasciato ogni loro avere, stanno protestando davanti alla sede del Governatorato di Ariana, chiedendo alle autorità dello Stato di essere aiutati. Gli autori della protesta, riferisce la Tap, chiedono in particolare di potere accedere all’assistenza sanitaria, oltre che aiuti immediati anche in termini economici. Quello dei tunisini rimpatriati dalla Libia e completamente privi di mezzi di sostentamento è un problema che si sta manifestando da alcuni giorni. Il governo provvisorio ha assicurato che, in tempi brevi, saranno presi provvedimenti per garantire ai rimpatriati aiuti economici e procedure per facilitare il loro reinserimento nel tessuto sociale e nel mondo del lavoro.

16.20 – Frattini parla con segretario Consiglio nazionale libico

“Il Ministro Frattini ha avuto oggi un lungo e cordiale colloquio telefonico con Mustafa Abdul Jalil, Segretario del Consiglio Nazionale Libico”. E’ quanto riferiscono fonti della Farnesina.”Nel corso del colloquio il Ministro Frattini ha confermato a Jalil il pieno sostegno dell’Italia alle attivita’ svolte dall’opposizione libica impegnata nella costruzione di una nuova Libia democratica e unita.Jalil ha dal suo canto espresso gratitudine per il sostegno politico ed umanitario ricevuto dall’Italia, che, ha ribadito il Ministro Frattini, l’Italia continuera’ ad assicurare.Frattini ha infine anticipato a Jalil la disponibilita’ dell’Italia ad avviare un lavoro operativo congiunto con i propri partner, anche facendo uso della struttura consolare italiana presente a Bengasi”

16.12 – Tripoli annuncia il “cessate il fuoco” a Misurata

Proprio mentre le truppe di Muammar Gheddafi hanno ripreso in parte il controllo di Misurata, come riconoscono gli stessi ribelli, il ministro degli Esteri ha annunciato “il cessate il fuoco” ufficiale “contro i gruppi terroristi” attivi nella citta’. Lo riferisce l’agenzia Jana citando il ministro degli Esteri Musa Kusa.

15.26 – Tv di Stato: “Sirte non è in mano ai ribelli”

“La città di Sirte non è caduta e non è vero quanto dicono alcuni media che le bande armate sono al suo interno”. E’ quanto ha annunciato la tv di stato libica con un messaggio apparso sugli schermi. L’ingresso dei ribelli nella città, roccaforte di Muammar Gheddafi, è stato anche smentita dai siti dell’opposizione libica secondo i quali “la città sarà liberata entro questa sera”.

15.22 – Ribelli: “I lealisti controllano solo parte di Misurata”

Le forze pro-Gheddafi hanno preso il controllo solo su una parte di Misurata, non sull’intera città: lo ha detto un portavoce degli insorti. “Parte della città è sotto il controllo degli insorti e un’altra parte sotto quello delle forze pro Gheddafi”, ha affermato la fonte, che non ha voluto rivelare il suo nome. Il governo, a Tripoli, aveva sostenuto di aver liberato Misurata, la sola città nell’ovest del Paese sotto il controllo degli insorti negli ultimi giorni, ma non aveva fornito dettagli.

15.19 – Raid coalizione su deposito armi Sebha

Un gran numero di civili sarebbero rimasti feriti in un raid condotto in mattinata dalle forze della coalizione contro un deposito di armi nella località di Jebal Ben Arif, nei pressi di Sebha, città della Libia centro-occidentale. E’ quanto si apprende dal sito di opposizione Libya al-Youm, il quale spiega che i civili sono rimasti coinvolti a causa della vicinanza del deposito alle aree residenziali. Riferendo sullo stesso episodio, l’agenzia di stato Jana parla di bambini tra i feriti.

14.39 – Berlino, contatti con tutti non solo con Italia

La Germania “è in costante contatto con tutti i suoi partner internazionali, anche con l’Italia, ma non solo”. Così un portavoce del ministero degli Esteri tedesco ha respinto l’ipotesi di una strategia italo-tedesca per una via di
uscita dal conflitto in Libia.

14.29 – Bouchard, ridurremo al minimo danni collaterali

“Ogni azione della Nato verrà intrapresa facendo in modo che il danno collaterale sia ridotto al minimo”. Così il generale di divisione Charles Bouchard a chi gli domanda dettagli sulle regole d’ingaggio dell’operazione Unified protector in Libia.

13.35 – Ribelli: “A sirte pochi lealisti ma ben armati”

A Sirte i soldati diGheddafi sono “pochi ma bene armati”. Lo hanno detto insorti all’Ansa. I soldati del colonnello, hanno detto, dispongono di armi pesanti e controllano gli accessi alla città.

13.32 – Scontri in corso a 50 km da Ben Jajad verso Sirte

Scontri sono in corso tra insorti e pro-Gheddafi a 50 chilometri da Ben Jawad, sulla strada verso Sirte. Lo hanno detto ribelli all’Ansa.

13.21 – Gb, Cameron: “Azione in linea con risoluzione Onu

Per Downing Street l’azione dellacoalizione in Libia non è uscita dai termini del mandato della risoluzione dell’Onu: lo ha detto un portavoce del primo ministro britannico David Cameron. “Il primo ministro ha sempre detto che tutto quel che facciamo deve essere in linea con la risoluzione del Consiglio di Sicurezza. La risoluzione parla della protezione dei civili e questo significa tutti i civili. Il contesto è che c’erano proteste pacifiche in Libia e sono state represse nel sangue dal regime di Gheddafi”, ha detto il portavoce di Downing Street.

13.17 – Rasmussen, coalizione non parteggia per nessuno

La coalizione internazionale inLibia non prende posizione per nessuna delle due parti in lotta, ha detto alla Bbc il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen. Parlando con Radio 4, Rasmussen ha detto che teoricamente i ribelli potrebbero finire sotto attacco se mettono a rischio la vita di civili. “Chi attacca i civili diventa nostro bersaglio. Finora sono state le forze pro-Gheddafi ad attaccare il proprio popolo”, ha detto il capo dell’Alleanza, che domani parteciperà alla Conferenza di Londra sulla Libia. Oggi il ministro degli Esteri russo Sergiei Lavrov ha accusato al coalizione di essere intervenuta “in quella che è essenzialmente una guerra civile interna”.

13.16 – Frattini: “Ci sono paesi africani disponibili per esilio”

Esistono paesi africani che potrebbero accogliere in esilio il leader libico Muammar Gheddafi. Lo ha detto oggi a Roma il ministro degli Esteri Franco Frattini, rispondendo a margine della presentazione del nuovo sito della
Farnesina. “Mi auguro che l’Unione Africana trovi una proposta valida – ha detto il ministro, riferendosi all’esilio del colonnello libico – ha la credibilità per farlo. Ci sono paesi africani che potrebbero ospitarlo ma non ci sono ancora proposte formali”. “Gheddafi -ha aggiunto il titolare della Farnesina – dovrebbe comprendere che da parte sua sarebbe un gesto di coraggio dire: ‘ho capito me ne devo andare'”.

12.48 – Qatar riconosce ufficialmente Consiglio nazionale opposizione come unico rappresentante del popolo libico

Il governo del Qatar ha riconosciuto oggi ufficialmente il Consiglio nazionale dell’opposizione libica, che ha sede a Bengasi. Secondo quanto ha reso noto la tv qatariota ‘al-Jazeera’, il Qatar ha riconosciuto il Consiglio “come unico legittimo rappresentante del popolo libico”.

12.36 – Turchia assume gestione dell’aeroporto di Bengasi

La Turchia prevede di assumere la gestione dell’aeroporto di Bengasi, nelle mani degli insorti, per facilitare il trasporto e la distribuzione degli aiuti umanitari in arrivo in Libia. Lo ha annunciato il primo ministro turco Recep Tayyp Erdogan secondo il quale “un accordo perché la Turchia si incarichi della responsabilità dell’aeroporto di Bengasi per distribuire l’assistenza umanitaria, è concluso”. Il ministro degli Esteri ha da parte sua precisato che Ankara ha risposto ad una richiesta degli insorti libici e che dovrà inviare sul posto “personale civile e tecnico” per assicurare il funzionamento dello scalo.

12.35 – Al Jazeera: “Forze del Rais bombardano Misurata”

Le forze leali al colonnello libico Muammar Gheddafi stanno bombardando la città di Misurata. Lo riferisce Al Jazeera citando un portavoce dei ribelli. I cecchini sono sui tetti, ha detto Saadoun al-Misrati. Un altro portavoce ha riferito alla tv al-Arabiya che otto persone sono morte e altre 24 sono rimaste ferite negli scontri fra le forze pro-Gheddafi e gli insorti a Misurata.

12.15 – Al Jazeera: “I ribelli conquistano la città di Nawfaliyah”

I ribelli libici hanno preso il controllo della città di Nawfaliyah, costringendo le forze fedeli al colonnello Muammar Gheddafi a rititarsi. Lo riferisce l’emittente satellitare al-Jazeera, sottolineando il fatto che, con questa conquista, i ribelli proseguono l’avanzata verso Sirte, città natale del leader libico nell’ovest del Paese.

12.11 – Napolitano: “Missione delicata e rischiosa per nostra aeronautica”

Quella in corso in Libia è una missione “delicata e rischiosa” per la nostra aeronautica. Lo sottolinea il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato al capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare, generale di squadra aerea Giuseppe Bernardis. “In occasione dell’88° anniversario della fondazione dell’Aeronautica militare -si legge nel messaggio del Capo dello Stato- rivolgo un riverente omaggio alla bandiera della Forza Armata, simbolo di unità, fedeltà e onore”. “La situazione di grave emergenza venutasi a creare proprio in queste settimane poco oltre i confini nazionali vi impegna nella pienezza delle vostre funzioni in una delicata e rischiosa missione di protezione di popolazioni civili dalla violenza delle armi di un conflitto fratricida. Questo impegno è la prova più evidente dell’importanza e della delicatezza del compito che vi è affidato. Siatene consapevoli e giustamente orgogliosi. Alla Forza Armata e a voi tutti, unitamente alle vostre famiglie, giungano il vivissimo apprezzamento degli italiani e mio personale per la straordinaria opera prestata ed i più fervidi voti augurali. Viva l’Aeronautica Militare, viva le Forze Armate, viva l’Italia!”, conclude il Presidente della Repubblica.

11.29 – Lavrov: “L’intervento della coalizione non autorizzato dall’Onu”

L’intervento della coalizione nella guerra civile in Libia non è stato autorizzato dalla risoluzione 1973 del consiglio di sicurezza: lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov. ”Noi consideriamo che l’intervento della coalizione in quella che è essenzialmente una guerra civile interna non è stato autorizzato dalla risoluzione del consiglio di sicurezza dell’Onu”, dichiara il capo della diplomazia russa, ribadendo comunque che la difesa della popolazione civile “resta la nostra priorità”. La Russia, ha poi aggiunto Lavrov, chiede un’immediata verifica delle notizie che parlano di vittime civili causate dalle operazioni della coalizione occidentale in Libia. “Siamo preoccupati per le notizie di vittime tra i civili, anche se si tratta di notizie che non è possibile confermare al momento; chiediamo, tuttavia, che siano verificate”.

11.16 – Al-Arabiya: “Vittime a Sebah dopo raid aereo alleato”

Un raid aereo della coalizione degli alleati condotto all’alba di oggi sulla città di Sebha, nel sud della Libia, ha provocato alcune vittime. Lo riferiscono fonti ufficiali libiche citate dalla tv satellitare al-Arabiya. Secondo l’agenzia di stampa libica Jana vi sarebbero diverse vittime tra i civili.

10.21 – Avanzata degli insorti su Sirte fermata dalle forze del Rais

L’avanzata dei ribelli libici verso ovest è stata fermata dalle forze lealiste a circa 140km ad est della città natale di Muammar Gheddafi, Sirte. Lo ha riferito un reporter della France Presse. Intanto la tv qatariota Al-Jazeera smentisce che i ribelli siano entrati a Sirte, sostenendo che il fronte degli scontri è ancora distante dalla roccaforte di Muammar Gheddafi. Ma riferisce che la scorsa notte un’unità avanzata dei rivoltosi, che si trova nella zona di Wadi al-Ahmar, è riuscita ad arrivare a 30 chilometri dalla porta orientale di Sirte per poi ritirarsi.

09.55 – Esercito di Gheddafi: combatteremo per Sirte come fu per Stalingrado

Gli uomini di Muammar Gheddafi non ammettono la caduta di Sirte, città natale del Colonnello, e sostengono sia ancora nelle mani dell’armata verde. Mentre i ribelli dichiarano di aver conquistato la roccaforte del leader libico, Muhammed, da Sirte, scrive alla Bbc: “Questi terroristi non hanno guadagnato il controllo di Sirte. Quando attaccheranno Sirte, con i vostri aerei americani e britannici, noi saremo pronti a difendere la città, come fu a Stalingrado”. Chiamando i ribelli “terroristi”, l’uomo di Gheddafi fa riferimento alle accuse del Colonnello che dietro la rivolta popolare in corso in Libia ci sia al-Qaeda. “Combatteremo fino all’ultimo uomo per salvaguardare la rivoluzione del fratello Gheddafi”, ha aggiunto l’uomo fedele al Colonnello.

04.57 – I ribelli: abbiamo preso il controllo della città di Sirte

Il portavoce dei ribelli libici ha annunciato che Sirte, la città natale del colonnello Muammar Gheddafi, è stata catturata dai rivoltosi. Shimsiddin Abdulmolah ha aggiunto che i rivoltosi non hanno incontrato molta resistenza delle forze lealiste. La notizia è stata accolta da spari in aria e dal suono dei clacson nella roccaforte orientale dei ribelli, Bengasi.

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