La vittoria del gruppo: l’Italia del tennis fa la storia
È stata questa volta più che mai la vittoria del gruppo. L’Italia del tennis si presentava a questa Coppa Davis per la prima volta non da favorita, senza i due tennisti di punta: Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. A caricarsi questa squadra sulle spalle sono stati Matteo Berrettini e Flavio Cobolli, che con grinta, passione, determinazione e qualità hanno giocato ogni match con grandissima attenzione. Un trionfo meritatissimo, contro una Spagna arrivata in finale da outsider dopo la rinuncia di Carlos Alcaraz.
Un cammino che però prometteva bene già dai quarti contro l’Austria, con quelle due vittorie facili prima di Matteo Berrettini contro Rodionov, poi di Cobolli contro Misolic. Un’Italia sicura, a fare la voce grossa, come a voler dire: ci siamo anche noi. Una consapevolezza nei propri mezzi che questo team ha avuto già dal pre Coppa Davis, quando in coro in tanti dicevano: “Questa Italia può vincere anche senza Lorenzo Musetti e Jannik Sinner”, che era stato decisivo nelle precedenti due.
Poi, in semifinale, la vittoria soffertissima contro il Belgio: prima la vittoria facile di Berrettini contro Collignon, poi l’epico match di Flavio Cobolli contro Zizou Bergs, vinto dopo tre ore e un tie-break infinito al terzo set (17-15, sesto più lungo della storia della Coppa Davis). Una vittoria di cuore, di passione, come ha dimostrato l’esultanza nel post partita di Cobolli con il team.
E poi il capolavoro finale: ancora una partita perfetta di Matteo Berrettini, che ha vinto in due set contro Pablo Carreno Busta. Poi un’altra folle vittoria di Cobolli: un primo set senza storia, dominato da Munar. Nel secondo l’azzurro va sotto di un break, ma reagisce, ottiene il controbreak e poi vince al tie break. Lì il match gira: l’azzurro rimane lì, concentrato e nell’undicesimo game ottiene il break decisivo, andando poi a servire per il match. Non trema e al primo match point chiude la partita: l’Italia fa la storia e vince la terza Coppa Davis consecutiva. Mai nessuno c’era riuscito senza il Challenge Round.