Trump nega l’invio dei Tomahawk. Kiev sempre in difficoltà sul fronte di Donetsk
Dall’Air Force One di ritorno da Mar-A-Lago, Donald Trump spegne le speranze ucraine di ricevere i Tomahawk americani: “Non stiamo valutando” di fornirli a Kiev, ha chiarito il tycoon che intanto insiste a mostrare i muscoli ai suoi avversari, confermando la sua decisione di riprendere i test nucleari. “Anche la Russia e la Cina testano, ma non ne parlano”, ha poi accusato il presidente americano intervistato da Cbs. Lo spettro del ritorno ai peggiori giorni della Guerra Fredda aleggia ormai tra i precari equilibri geopolitici, messi a dura prova dalle tensioni sull’Ucraina, dove la pace resta lontana.
Con i Tomahawk ormai archiviati, Volodymyr Zelensky potrà contare sugli Storm Shadow-Scalp, dei quali il Regno Unito ha recentemente consegnato a Kiev un nuovo lotto, stando all’agenzia Bloomberg. Mentre sul fronte di Donetsk il ministero della Difesa russo continua a rivendicare la costante avanzata delle sue truppe a Pokrovsk, dove ha affermato di aver respinto i tentativi ucraini di liberarsi da un accerchiamento che Kiev continua a negare, parlando anzi di buoni risultati a nord della città: “Grazie alle azioni coordinate delle Forze di Difesa, l’espansione della presenza russa in questa zona è stata fermata. E al nemico è stato impedito di tagliare la strada che collega Pokrovsk a Rodynske“, hanno affermato i militari ucraini. E per alleggerire la pressione sulla città, le truppe di Kiev hanno intensificato le operazioni su Dobropillia, a nord di Pokrovsk, avanzando fino a “riconquistare 188 chilometri quadrati controllati dalle forze russe e altri 250 chilometri quadrati” non controllati da nessuna delle due parti. Nel frattempo, prosegue la campagna per spegnere le fonti energetiche russe: dopo Tuapse, le forze ucraine hanno colpito la raffineria di petrolio di Saratov, provocando un incendio, stando ai media.
I magri risultati di Kiev non riescono tuttavia a invertire la situazione generale sul fronte orientale: secondo un’analisi condotta dall’Afp sui dati dell’Institute for the Study of War (Isw), l’esercito russo ha guadagnato costantemente terreno a ottobre, conquistando almeno 461 chilometri quadrati di Ucraina: Mosca ora controlla l’81% della regione di Donetsk. Se dovesse cadere, Pokrovsk rappresenterebbe la più importante conquista territoriale russa in Ucraina da quando i russi hanno conquistato la città in rovina di Avdiivka all’inizio del 2024, dopo una delle battaglie più sanguinose della guerra. E potrebbe fornire alle forze di Mosca lo spazio per avanzare verso Kramatorsk e Sloviansk, le due più grandi città ancora controllate dall’Ucraina nel Donetsk. Portando Putin a un passo dal suo obiettivo di conquistare l’intero Donbass.