Il mondo FQ

Fazioni palestinesi d’accordo sull’affidare la gestione della Striscia a “un comitato indipendente di tecnocrati”

Secondo i dati delle Nazioni Unite, la Striscia è sepolta sotto oltre 61 milioni di tonnellate di macerie. Violenze in Cisgiordania: "Coloni bruciano auto e aggrediscono agricoltori palestinesi"
Fazioni palestinesi d’accordo sull’affidare la gestione della Striscia a “un comitato indipendente di tecnocrati”
Icona dei commenti Commenti
  • 22:23

    “Due palestinesi uccisi da drone israeliano”

    Due palestinesi sono stati uccisi stasera in un attacco con droni condotto dalle forze di occupazione israeliane nel centro di Gaza. Lo scrive la Wafa. Un drone israeliano avrebbe lanciato missili contro un gruppo di civili nei pressi della zona delle Torri Al-Qastal, a est di Deir al-Balah, nella parte centrale di Gaza, uccidendo due persone.

  • 21:08

    Nyt: “Droni di sorveglianza Usa su Gaza per monitorare il cessate il fuoco”

    L’esercito degli Stati Uniti ha iniziato a far volare droni di sorveglianza sulla Striscia di Gaza per garantire che Israele e Hamas rispettino il fragile cessate il fuoco. Lo hanno riferito funzionari militari israeliani e americani al New York Times. Gli aerei senza pilota, che agiscono con il consenso di Israele, vengono impiegati per monitore quanto succede sul terreno a Gaza e sostenere il nuovo Civil-Military Coordination Center nel sud del Paese, istituito la scorsa settimana dal Comando Centrale statunitense (Us Central Command) anche per sorvegliare il rispetto della tregua. Per ragioni operative, gli ufficiali hanno chiesto di rimanere anonimi e non hanno diffuso i dettagli dei voli. L’accordo per la tregua di tregua, mediato da Stati Uniti, Qatar ed Egitto all’inizio del mese, è stato già messo alla prova da un aumento della violenza a Gaza e dalle tensioni legate allo scambio delle salme di israeliani e palestinesi.

  • 20:04

    Le fazioni palestinesi: “Ok ad affidare Gaza a comitato di tecnocrati indipendenti”

    Le fazioni palestinesi riunite al Cairo, tra cui Hamas, hanno concordato in una nota congiunta di affidare temporaneamente la gestione di Gaza a un comitato indipendente di tecnocrati, in seguito all’accordo voluto da Donald Trump. Secondo il documento, i vari gruppi palestinesi hanno deciso di istituire un “comitato palestinese temporaneo composto da residenti tecnocrati indipendenti, responsabile della gestione dei servizi di base”. I gruppi hanno concordato una strategia nazionale volta a “rivitalizzare l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) come unico rappresentante legittimo del popolo palestinese”.

  • 19:37

    Il Papa: “Le Chiese devono unirsi per dare speranza al Medio Oriente”

    “Senza escludere nessuna altra regione del mondo ma se c’è un paese che in questo momento ha bisogno di speranza è il Medio Oriente e tutti noi vorremmo essere questo segno di questa speranza”. Lo ha sottolineato il Papa parlando a braccio in inglese con le equipe sinodali. “Come Chiese – ha osservato – dobbiamo essere uniti per essere degni di speranza e vera espressione dell’amore fraterno, della cura l’uno per l’altro, specie verso chi ha perso tutto per le guerre e per l’esistenza dell’odio tra noi”. Parlando delle sfide nel Medio Oriente, Leone ha ricordato che ”ci sono differenze significative tra le chiese orientali e dobbiamo rispettarle; se non ci rispettiamo non riusciamo a conoscerci a vicenda. Dobbiamo imparare che lavorando per la riconciliazione possiamo ricostruire l’unità tra tutte le persone “.

  • 19:14

    Libano: raid di Israele contro un esponente di Hezbollah

    L’esercito israeliano ha condotto nuovi attacchi nel sud del Libano, colpendo un’automobile in transito nella località di Tul, nel distretto di Nabatiye. Lo riferisce l’agenzia governativa di notizie libanese Nna, secondo cui Il conducente del veicolo e una donna sono rimasti uccisi nell’attacco, dopo che passanti e soccorritori avevano tentato di estrarli dal veicolo in fiamme. Le due vittime sono state identificate come Abbas Karaki e Hiba Shouqayr. Altre due persone sono rimaste ferite nel raid, che ha anche distrutto diverse vetrine di negozi vicini. Alcune ore dopo, l’esercito israeliano ha affermato in un messaggio pubblicato su X che Abbas Karaki era “il responsabile della logistica del fronte sud” di Hezbollah. Israele ha affermato che Karaki “supervisionava la ricostruzione delle capacità di combattimento e delle infrastrutture di Hezbollah a sud del fiume Litani”. Hezbollah ha a sua volta emesso un comunicato rendendo omaggio al suo “martire caduto sulla via di Gerusalemme”, precisando che i suoi funerali si svolgeranno sabato nel suo villaggio natale di Haruf.

  • 18:22

    Usa nominano Steve Fagin a capo dell’organismo di monitoraggio della tregua

    Gli Stati Uniti hanno nominato Steve Fagin, dal 2022 ambasciatore in Yemen con base in Arabia Saudita, a capo del Centro di Coordinamento Civile-Militare (Ccmc), l’organismo di monitoraggio del cessate il fuoco a Gaza, istituito a Kiryat Gat, nel sud di Israele. Lo ha annunciato il dipartimento di Stato Usa, aggiungendo che Fagin si unirà al generale Patrick Frank, l’ufficiale militare già incaricato di lavorare all’attuazione del cessate il fuoco in vigore dal 10 ottobre tra Israele e il movimento islamista Hamas.
    Il Ccmc dovrà anche supervisionare la consegna degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza. Circa 200 soldati statunitensi sono stati inviati a Kiryat Gat, con base in un magazzino in affitto, dove lavorano con truppe israeliane ed europee, rappresentanti degli Emirati Arabi Uniti e della Giordania, nonché personale delle Nazioni Unite e operatori umanitari.
    Il segretario di Stato Marco Rubio ha visitato il sito oggi e l’ha definito un’impresa “storica”. “Ci saranno alti e bassi, colpi di scena, ma credo che abbiamo molte ragioni per essere ragionevolmente ottimisti sui progressi”, ha dichiarato Rubio.

  • 17:56
  • 17:18

    Fazioni palestinesi: “L’Olp unico legittimo rappresentante”

    A seguito delle loro riunioni al Cairo, le forze e fazioni palestinesi, capeggiate da Hamas e Fatah, hanno concordato di “continuare a lavorare congiuntamente per armonizzare visioni e posizioni, al fine di affrontare le sfide che minacciano la causa palestinese”. Le fazioni hanno inoltre riferito in una nota di aver deciso “la convocazione di un incontro urgente per stabilire una strategia nazionale e rilanciare l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp), unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese, in modo che rappresenti tutte le componenti del nostro popolo e le sue forze vive”.
    “Sottolineiamo – prosegue la nota – la necessità di sostenere e proseguire l’attuazione delle misure previste dall’accordo di cessate il fuoco, compreso il ritiro delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza, la revoca completa dell’assedio imposto, l’apertura di tutti i valichi e l’avvio di un processo di ricostruzione globale”.
    “Affermiamo che la fase attuale richiede una posizione nazionale unitaria”, prosegue il comunicato che respinge “ogni forma di annessione e sfollamento nella Striscia di Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme”.

  • 16:31

    A Gaza un cumulo di macerie grande come 170 Empire State Building

    Dopo due anni di guerra, Gaza è sepolta sotto oltre 61 milioni di tonnellate di macerie. Lo riferiscono i dati delle Nazioni Unite, analizzati dall’agenzia di stampa Afp. Secondo il programma satellitare Unosat dell’Onu, all’8 luglio 2025 l’esercito israeliano aveva danneggiato o distrutto circa 193mila edifici nella Striscia, pari a circa il 78% delle strutture esistenti prima dell’inizio della guerra, scoppiata il 7 ottobre 2023. L’analisi delle immagini satellitari del 23 e 23 settembre 2025 su Gaza City mostra una devastazione ancora maggiore, con l’83% degli edifici colpiti o rasi al suolo.
    Il volume complessivo delle macerie è stimato in 61,5 milioni di tonnellate – un peso equivalente a 170 volte quello dell’Empire State Building di New York – ossia 169 chilogrammi di macerie per ogni metro quadrato del territorio di Gaza. Circa due terzi delle macerie sarebbero stati causati nei primi cinque mesi di guerra, secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep). Tra aprile e luglio 2025 si sono aggiunte altre otto milioni di tonnellate di detriti, soprattutto nella parte meridionale della Striscia, tra Rafah e Khan Yunis.
    In un’analisi preliminare pubblicata ad agosto, l’Unep ha avvertito che queste macerie rappresentano un grave rischio sanitario per la popolazione esposta. Stima, infatti, che almeno 4,9 milioni di tonnellate potrebbero essere contaminate da amianto proveniente da edifici più vecchi, in particolare nei campi profughi di Jabaliya, Nuseirat, al-Maghazi, Rafah e Khan Yunis. L’agenzia Onu ritiene inoltre che almeno 2,9 milioni di tonnellate di macerie contengano rifiuti industriali pericolosi provenienti da siti produttivi distrutti.

  • 16:27

    Hamas: “Rispetta prima fase dell’accordo. la seconda richiede ulteriori discussioni”

    Hamas ha ribadito in un comunicato il proprio “pieno impegno nel rispettare i dettagli dell’accordo di cessate il fuoco”, sottolineando la propria determinazione a ”garantirne il successo e l’attuazione concreta sul campo”. Il movimento ha dichiarato di aver “completato la prima fase dell’accordo” con la consegna degli ostaggi vivi e di alcuni corpi dei deceduti e che sta “attualmente lavorando per finalizzare la consegna di quelli rimanenti”. Hamas sostiene che la seconda fase dell’accordo “richiede ulteriori discussioni e intese con i mediatori, a causa delle complesse problematicità che comporta”. Allo stesso tempo, il movimento ha sottolineato il proprio impegno per raggiungere ”un consenso nazionale palestinese volto a risolvere tutte le questioni pendenti, in particolare quelle relative alla forma di governo a Gaza” dopo la guerra.
    Hamas ha esortato i mediatori ad “esercitare pressioni” su Israele affinché rispetti i suoi obblighi, “in primis la cessazione delle ostilità, la revoca dell’assedio sulla Striscia di Gaza e l’urgente facilitazione dell’ingresso di aiuti umanitari”. Ha inoltre messo in guardia contro il rischio che “lo Stato occupante possa utilizzare la questione umanitaria come strumento di ricatto politico”.
    Il movimento ha rivelato di aver ricevuto garanzie chiare da Egitto, Qatar e Turchia, oltre a conferme dirette dagli Stati Uniti, secondo cui la guerra “è effettivamente finita”. Hamas ha infine annunciato l’intenzione di avviare un dialogo nazionale palestinese inclusivo, invitando a “sostenere lo stato di consenso nazionale che si sta consolidando a Gaza”, al fine di garantire l’unità della posizione palestinese nella prossima fase.

DEMOCRAZIA DEVIATA

di Alessandro Di Battista 17.00€ Acquista