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La Turchia invia a Gaza una squadra per recuperare i corpi. Witkoff: “Il disarmo di Hamas sia inequivocabile”

Ankara manda oltre 80 uomini per le ricerche dei cadaveri israeliani sotto le macerie. Unrwa: i camion di aiuti non stanno entrando
La Turchia invia a Gaza una squadra per recuperare i corpi. Witkoff: “Il disarmo di Hamas sia inequivocabile”
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Witkoff: “Il disarmo di Hamas sia inequivocabile”

L’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff ribadisce l’impegno dell’amministrazione Trump perché tutti i corpi degli ostaggi ancora detenuti a Gaza vengano restituiti. “Perseguiremo l’obiettivo della restituzione dei corpi dei defunti finché non torneranno tutti a casa. E sono fiducioso che torneranno tutti a casa”, ha affermato durante un evento presso l’US Holocaust Memorial Museum di Washington, in occasione del secondo anniversario dell’attacco di Hamas del 7 ottobre.
Witkoff ha sottolineato il ruolo fondamentale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel garantire un cessate il fuoco la scorsa settimana, che ha portato al rilascio di tutti gli ostaggi ancora in vita. “Il presidente Trump ha capito qualcosa che la maggior parte dei leader dimentica: che la chiarezza morale senza forza non significa nulla, ed è proprio questa combinazione di convinzione e potere che ha salvato delle vite”, ha detto l’inviato statunitense. Negli ultimi giorni dei colloqui a Sharm el-Sheikh, all’inizio di questo mese, i paesi mediatori sono riusciti a convincere “Hamas che tenere i restanti 20 ostaggi non era più un vantaggio. Era una loro responsabilità, e hanno iniziato a crederci”, ha aggiunto Witkoff. L’inviato Usa ribadisce poi che “Hamas deve disarmarsi in modo inequivocabile e non può avere alcun futuro a Gaza; nessun futuro come quello che ha avuto finora”, lasciando apparentemente aperta la possibilità che gli Stati Uniti accettino che Hamas rimanga nella Striscia ma in veste diversa rispetto a quanto fatto finora. “Solo quando l’estremismo finirà potrà iniziare la prosperità. La pace nella regione salverà innumerevoli vite di israeliani e abitanti di Gaza, e porterà dignità a coloro che hanno sofferto per troppo tempo”.

  • 11:00

    Katz: “Segnali fisici per delimitare la linea gialla”

    Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha detto di aver incaricato l’Idf di posizionare dei segnali fisici lungo la cosiddetta Linea Gialla, verso la quale i militari si sono ritirati in base ai termini dell’attuale cessate il fuoco, nella Striscia di Gaza, in modo che i confini del controllo militare siano chiaramente visibili. Ne ha dato notizia Times of Israel. La “linea gialla” si estende da 1,5 a 5 chilometri all’interno dei confini della Striscia, a seconda dell’ampiezza del territorio. Il ministro ha affermato che i marcatori “serviranno come avvertimento per i terroristi di Hamas e i residenti di Gaza che qualsiasi violazione o tentativo di oltrepassare la linea sarà accolto con il fuoco”. L’Idf ha ucciso diversi palestinesi negli ultimi giorni, dicendo che hanno attraversato la Linea Gialla e che rappresentavano una minaccia per le truppe israeliane.  

  • 10:59

    Witkoff: “Il disarmo di Hamas sia inequivocabile”

    L’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff ribadisce l’impegno dell’amministrazione Trump perché tutti i corpi degli ostaggi ancora detenuti a Gaza vengano restituiti. “Perseguiremo l’obiettivo della restituzione dei corpi dei defunti finché non torneranno tutti a casa. E sono fiducioso che torneranno tutti a casa”, ha affermato durante un evento presso l’US Holocaust Memorial Museum di Washington, in occasione del secondo anniversario dell’attacco di Hamas del 7 ottobre.
    Witkoff ha sottolineato il ruolo fondamentale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel garantire un cessate il fuoco la scorsa settimana, che ha portato al rilascio di tutti gli ostaggi ancora in vita. “Il presidente Trump ha capito qualcosa che la maggior parte dei leader dimentica: che la chiarezza morale senza forza non significa nulla, ed è proprio questa combinazione di convinzione e potere che ha salvato delle vite”, ha detto l’inviato statunitense. Negli ultimi giorni dei colloqui a Sharm el-Sheikh, all’inizio di questo mese, i paesi mediatori sono riusciti a convincere “Hamas che tenere i restanti 20 ostaggi non era più un vantaggio. Era una loro responsabilità, e hanno iniziato a crederci”, ha aggiunto Witkoff. L’inviato Usa ribadisce poi che “Hamas deve disarmarsi in modo inequivocabile e non può avere alcun futuro a Gaza; nessun futuro come quello che ha avuto finora”, lasciando apparentemente aperta la possibilità che gli Stati Uniti accettino che Hamas rimanga nella Striscia ma in veste diversa rispetto a quanto fatto finora. “Solo quando l’estremismo finirà potrà iniziare la prosperità. La pace nella regione salverà innumerevoli vite di israeliani e abitanti di Gaza, e porterà dignità a coloro che hanno sofferto per troppo tempo”.

  • 10:51

    La Turchia invia a Gaza una squadra per recuperare i corpi

    La Turchia ha inviato nella Striscia di Gaza 81 esperti, tra cui alcuni incaricati di localizzare i resti di 19 ostaggi israeliani rapiti da Hamas che lo stesso gruppo palestinese ha dichiarato di non essere in grado di trovare. Secondo quanto riferito da fonti nel ministero della Difesa, il personale inviato da Ankara fa parte dell’Afad, l’autorità turca per la gestione dei disastri e delle emergenze, e “una delle squadre si concentrerà sulla ricerca e il recupero dei corpi”, mentre tra gli altri compiti della missione ci sono l’invio di aiuti umanitari e la protezione del cessate il fuoco. Ieri, il ministro della Difesa, Yasar Guler, aveva dichiarato che anche le forze armate turche sono “pronte a prendere parte alla task force multinazionale che sarà istituita a Gaza”, mentre Ankara ha nominato l’ex capo dell’Afad, Mehmet Gulluoglu, come coordinatore per l’invio degli aiuti umanitari nella Striscia, incaricato di determinare che tipo di forniture di aiuti umanitari sono prioritarie in questo momento, coordinandosi con le agenzie delle Nazioni Unite. Gulluoglu è già arrivato nella regione e si occuperà di “rafforzare il supporto sanitario della Turchia a Gaza, comprese le evacuazioni dei pazienti”, riferiscono i media locali, consultandosi anche con le autorità locali in merito a come inviare aiuti tramite l’Egitto e la Giordania. Oltre agli aiuti umanitari, la Turchia prevede di inviare anche dei container per risolvere il problema degli alloggi per i civili, prima dell’arrivo dell’inverno, come ha sottolineato il presidente Recep Tayyip Erdogan.  

  • 10:50

    Unrwa: “Non siamo ancora autorizzati a fare entrare gli aiuti nella Striscia”

    “L’Unrwa non è ancora autorizzata dalle autorità israeliane a far entrare aiuti nella Striscia di Gaza. Da marzo non possiamo portare forniture umanitarie”. Ma “continuiamo a lavorare sul terreno con il nostro personale che è nella Striscia. Forniamo cure mediche primarie, acqua potabile, servizi igienici e rimozione dei rifiuti. Il nostro personale, circa 12mila persone, non ha mai smesso di operare. Stiamo lavorando per mantenere in funzione i servizi essenziali, per riabilitare punti medici e strutture di base, e per essere pronti a distribuire gli aiuti appena potranno entrare”. Lo dice al quotidiano ‘Domani’ Jonathan Flower, uno dei portavoce dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. Per la popolazione di Gaza, “tutto è urgente, ma ci sono quattro priorità fondamentali”. “Primo: cibo, e non qualsiasi, ma cibo nutriente. La popolazione è spinta alla malnutrizione, servono razioni che garantiscano un apporto equilibrato – spiega – Secondo: forniture mediche, dai materiali per curare ferite e ustioni ai farmaci di base. Terzo: materiali per riparo, andiamo verso l’inverno e molte famiglie vivono tra le macerie. Servono tende, coperte, plastica, vestiti caldi. Quarto: carburante, necessario per pompare acqua, alimentare ospedali, cucinare. La legna è quasi finita e la gente non ha più nulla da bruciare”. E, continua, “nei nostri magazzini in Giordania e in Egitto abbiamo scorte sufficienti per l’intera popolazione della Striscia per tre mesi”. Inoltre, “prima della guerra l’Unrwa forniva istruzione a 300mila alunni” e “durante la tregua avevamo creato oltre 450 spazi di apprendimento temporanei con attività educative, giochi e supporto psicologico”, ma “oggi ne restano attivi solo 150, per circa 10mila studenti”. E sul futuro della Striscia, conclude, “il segretario generale dell’Onu è stato chiaro: nessuna operazione sarà possibile senza l’Unrwa” e “dopo la fase umanitaria immediata, saremo fondamentali per la ricostruzione e la ripresa sociale di Gaza”. 

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