Schlein: “Migliore risposta all’autoritarismo di Orban”
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Si è concluso il Budapest Pride, una delle più grandi manifestazioni della storia ungherese, senza far registrare, almeno sinora, alcun incidente. Le migliaia di persone che avevano attraversato il ponte Elisabetta per terminare il corteo nella zona dell’università stanno attraversando il ponte in senso inverso, sui marciapiedi, permettendo al traffico di riprendere regolarmente.
Migliaia di persone sono scese in piazza per celebrare il Pride in numerose città della Spagna in manifestazioni e cortei convocati dai collettivi Lgtbiq+ con lo slogan “20 anni avanzando nei diritti: non un passo indietro”. La giornata internazionale dell’Orgoglio coincide infatti quest’anno con il 20esimo anniversario del varo della legge per la legalizzazione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso, che ha garantito alle coppie omosessuali gli stessi diritti di quelle eterosessuali, inclusa l’adozione.
In attesa dei grandi cortei del Pride previsti a Madrid per il 5 luglio e a Barcellona per il 19, migliaia di persone hanno sfilato con canti, balli e le bandiere arcobaleno a Valladolid, Pamplona, Bilbao, Gijon e Santander, sfidando il caldo record, con punte superiori ai 40°.
La vicepremier con delega al Lavoro, Yolanda Diaz, e il ministro della Cultura, Ernest Urtasun, entrambi della sinistra Sumar, hanno preso parte al Pride di Budapest.
“Siamo in 350mila“: questa è la stima dei partecipanti al Milano Pride che fanno gli organizzatori confermando le loro previsioni della vigilia. Che si tratti di un numero sovrastimato, comunque è un fiume umano quello che sta arrivando ora all’Arco della Pace per la parte finale dell’iniziativa.
“Questo evento ha rappresentato una delle tappe più importanti per la comunità Lgbt”. Così uno degli organizzatori del Pride di Budapest, Máté Hegedüs, commenta la partecipazione record al corteo che questo pomeriggio ha attraversato il centro della capitale ungherese, con decine di migliaia di persone che hanno sfidato il divieto imposto da Viktor Orban.
Secondo quanto riporta il sito Tele.hu, è stato una manifestazione imponente, e quando a testa del corteo è arriva al palco montato all’Università della Tecnologia, la coda doveva ancora attraversare il ponte di Elizabeth, dove è stato deviato il percorso della marcia, perché il ponte della Libertà è stato bloccato dagli estremisti di destra di Mi Hazank, che ha organizzato un contro corteo che, a differenza del Pride, è stato autorizzato dalla polizia.
Nel corteo, oltre alle decine di euro deputati ed esponenti politici di tutta Europa, il sindaco Gergely Karácsony che, di fronte al divieto del governo e della polizia, ha reso possibile il Pride dichiarando un evento comunale. Il ministro della Giustizia, Bence Tuzson, ha minacciato un’azione penale contro il sindaco ed ha contattato diverse ambasciate a Budapest per comunicare che la marcia di oggi è considerata “fuorilegge” dal governo.
“Grazie, Viktor Orban, di aver fatto pubblicità ad una società più tollerante”. Così Gergely Karacsony, il sindaco di Budapest che ha permesso che ha reso possibile oggi il Pride nella capitale ungherese dichiarandolo un evento comunale, ha ironizzato sul fatto che le leggi anti-gay e i divieti del governo nazionalista hanno provocato per reazione una mobilitazione record, con gli organizzatori che parlano di 200mila partecipanti.
Dopo il ritrovo ai Giardini Margherita di Bologna, è partito il grande corteo del Rivolta Pride 2025. La manifestazione Lgbtqia+, autogestita, organizzata da un’assemblea di collettivi e associazioni, sfilerà per le vie del centro della città per arrivare al Parco della Montagnola dove si terranno gli interventi conclusivi. Nel giorno del Pride di Budapest, i partecipanti, sotto le Due Torri, punteranno l’attenzione – come spiegato, nei giorni scorsi dagli organizzatori – sui diritti, sull’autodeterminazione delle persone trans e ribadiranno la solidarietà al popolo palestinese.
Tante sono le bandiere della Palestina che accompagnano il corteo, come quelle arcobaleno. Tra le rivendicazioni del Rivolta Pride 2025 anche l’opposizione al Dl sicurezza, la lotta per il riconoscimento delle famiglie queer e per l’accesso alla salute sessuale
Quasi 200mila persone hanno marciato a Budapest, secondo gli organizzatori, un’affluenza senza precedenti per la marcia del Pride ungherese, nonostante il divieto imposto dal primo ministro nazionalista Viktor Orbán. “Stimiamo il numero di persone presenti tra 180mila e 200mila. È difficile stimare il numero esatto perché non c’è mai stata così tanta gente al Budapest Pride”, ha dichiarato alla France Presse la presidente dell’evento Viktoria Radvanyi. Anche il sindaco verde di Budapest, Gergely Karacsony, ha elogiato l’affluenza record. “Grazie, Viktor Orbán, per aver promosso una società più tollerante”, ha ironizzato su Facebook.
Fonti del Comune di Budapest, che ha promosso la sfilata del Pride nonostante il divieto per legge del governo Orban, parlano di almeno 120.000 manifestanti al corteo che ha invaso la capitale ungherese. “Un enorme successo”, dicono soddisfatti.
Dopo il tentativo di occupare la piazza di partenza e dopo il blocco del Ponte della Libertà, evitato dal corteo, arriva il terzo tentativo dell’estrema destra ungherese di fermare il Pride di Budapest. Quattro manifestanti del ’64 Counties Youth Mouvement’ si sono messi di traverso al termine del Ponte Elisabetta con in mano uno striscione: “Defend Europe” e il simbolo dell’arcobaleno con la barra del divieto. La polizia ungherese, ha preferito non allontanare i pochi manifestanti tenendoli al margine del percorso per impedire l’incontro con il Pride. Il corteo ha proseguito pacificamente.