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L’Iran contrattacca: oltre 150 missili su Israele, colpita anche Tel Aviv. Anche gli Stati Uniti partecipano alla difesa

Gli ayatollah rispondono all'attacco israeliano con l'operazione "Promessa vera". E annunciano: "Abbiamo abbattuto due jet israeliani, una pilota è nostra prigioniera". La replica: "Fake news". Netanyahu agli iraniani: "Ribellatevi al regime"
L’Iran contrattacca: oltre 150 missili su Israele, colpita anche Tel Aviv. Anche gli Stati Uniti partecipano alla difesa
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Offensiva di Israele sull’Iran: colpiti siti militari e nucleari. Contrattacco con 150 missili

È l’attacco più grande di Israele all’Iran quello sferrato nella notte fra giovedì e venerdì, poi proseguito nel corso della giornata. Non dei singoli raid conclusi in un’unica tornata, come quelli di aprile e ottobre del 2024. Stavolta è stato colpito il cuore delle strutture nucleari e militari, con aerei da guerra e droni introdotti clandestinamente nel Paese, per distruggere obiettivi strategici e uccidere generali e scienziati di alto rango. Israele l’ha presentata come una mossa necessaria per scongiurare la minaccia che Teheran potesse sviluppare bombe nucleari, dopo il report dell’Agenzia Onu per l’energia atomica, pubblicato giovedì, secondo cui il regime degli ayatollah ha violato gli impegni internazionali sull’arricchimento di uranio. Tra i morti ci sono tre dei più importanti leader militari iraniani: Mohammad Bagheri, capo dell’esercito, Hossein Salami, alla guida dei Guardiani della rivoluzione, e Ali Hajizadeh, numero uno del programma missilistico balistico degli stessi pasdaran. Come chiarito a metà giornata da Donald Trump, gli Usa erano stati avvertiti dell’intenzione di Israele: anzi, Benjamin Netanyahu ha affermato che senza l’appoggio di Washington l’attacco non sarebbe stato lanciato

In un discorso alla nazione in serata, la Guida suprema iraniana Ali Khamenei ha promesso vendetta: Israele “non uscirà indenne da questo crimine”, ha detto. Poco dopo le forze di Teheran lanciavano oltre 150 missili in tre successive ondate su tutto lo Stato ebraico, riuscendo a oltrepassare con molti di loro l’Iron Dome, lo scudo antimissilistico israeliano. Colpita anche Tel Aviv, dove si è alzata una grossa colonna di fumo: non risultano vittime ma solo feriti, almeno 21, di cui due gravi. Alla difesa di Israele hanno partecipato anche gli Stati Uniti: un ufficiale di Washington ha affermato ai media che sistemi già presenti nella regione sono stati usati per respingere gli ordigni. Secondo la stessa testata, il Pentagono sta posizionando navi da guerra e altri asset militari in Medio Oriente in vista di nuovi attacchi da parte degli ayatollah. Donald Trump, d’altra parte, si è schierato senza esitazioni al fianco di Israele: il presidente Usa ha definito l’offensiva “eccellente” e si è augurato che possa servire a convincere Teheran a negoziare “in modo serio” sullo stop al programma nucleare. 

Momenti chiave

    • 18:12

      Trump: “Non è chiaro se l’Iran ha ancora un programma nucleare”

      Non è chiaro se l’Iran abbia ancora un programma nucleare dopo gli attacchi israeliani contro il Paese: lo ha detto Donald Trump in una intervista telefonica a Reuters, come si legge sul sito dell’agenzia.

    • 18:12

      Ucciso anche il capo delle Forze Quds Ismail Qaani

      Israele ha ucciso il comandante della Forza Quds delle Guardie Rivoluzionarie, Esmail Qaani. Lo riferiscono i media internazionali. La guida suprema dell’Iran Ali Khamenei aveva nominato Qaani come successore di Qasem Soleimani, il generale ucciso nel 2020 a Baghdad per ordine del presidente Donald Trump che aveva guidato le più segrete e sanguinose operazioni iraniane all’estero e nemico giurato di Israele. Nell’ottobre 2024, si pensava che Qaani fosse stato ucciso o ferito dall’Idf insieme a Hashem Safieddine, successore di Hasan Nasrallah, nell’attacco aereo di Dahieh, nel sud di Beirut. La Forza Quds funge da braccio operativo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane all’estero ed è subordinata alla Guida Suprema Ali Khamenei, che ne supporta le operazioni e ne finanzia le risorse finanziarie. La Forza è di fatto il braccio operativo per l’esportazione della rivoluzione islamista ed è responsabile della creazione e del mantenimento di sezioni iraniane in tutto il Medio Oriente e oltre. Nel corso degli anni ha supportato Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen e le milizie iraniane in Siria e Iraq, che insieme hanno creato un anello di fuoco che circonda Israele. La forza è anche responsabile di attacchi terroristici all’estero, compresi quelli diretti contro cittadini israeliani.

    • 18:11

      Netanyahu: “Operazione pensata dopo l’uccisione di Nasrallah”

      Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato in un video che l’ordine di attaccare il programma nucleare iraniano risale a novembre 2024, poco dopo l’uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. Secondo Netanyahu, l’Iran avrebbe accelerato verso la bomba dopo il crollo del suo asse (di milizie, ndr), e Israele avrebbe rilevato “passi concreti” verso l’arma atomica, al di là del semplice arricchimento dell’uranio. Lo riporta il Times of Israel. Netanyahu aveva inizialmente fissato l’operazione per la fine di aprile 2025, ma ha spiegato che “per varie ragioni” – non specificate – non è stato possibile procedere. Una possibile causa del rinvio, non citata direttamente ma implicita, potrebbe essere stata l’annuncio del presidente americano Donald Trump, ad aprile, di voler avviare negoziati diretti con Teheran sul dossier nucleare. L’attacco è stato infine lanciato questa mattina, ha detto Netanyahu, senza chiarire i motivi della nuova data. Il premier ha affermato che dopo i raid israeliani contro il programma missilistico iraniano dello scorso anno, Teheran avrebbe avviato la produzione di 300 missili balistici al mese. “Abbiamo deciso che non potevamo più aspettare. Siamo a mezzanotte”, ha dichiarato. Netanyahu ha inoltre sostenuto di aver voluto attaccare già nel 2011-2012, ma di non aver trovato il sostegno necessario.

    • 18:09

      Netanyahu: “Senza l’appoggio Usa forse non avremmo attaccato”

      Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato in un messaggio video che Israele ha agito contro il programma nucleare e balistico iraniano anche senza garanzie di pieno sostegno da parte degli Stati Uniti, ritenendo l’operazione una questione di sopravvivenza. “Speravo che gli Stati Uniti non si opponessero all’attacco contro l’Iran, ma non avevamo scelta – ha affermato – Senza il loro appoggio forse non avremmo lanciato l’attacco, ma l’alternativa era che saremmo morti tutti”. Il premier ha precisato che Washington era stata informata preventivamente del raid e ha lasciato nelle mani del presidente Donald Trump ogni futura decisione. “Da questo momento in poi, spetta a lui decidere come proseguire”, ha affermato Netanyahu. Il premier ha riconosciuto che l’operazione “non è stata perfetta”, ma ha sostenuto che fosse necessario fermare il programma iraniano, che a suo dire minacciava l’esistenza stessa dello Stato israeliano. Ha inoltre sottolineato di aver cercato attivamente il sostegno americano: “Quella responsabilità era mia e del ministro per gli Affari strategici Ron Dermer. Abbiamo avuto lunghi colloqui con loro”.

    • 18:08

      Netanyahu: “Ci aspettiamo diverse ondate di attacchi iraniani”

      Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato di aspettarsi “diverse ondate di attacchi iraniani” in risposta agli attacchi israeliani contro siti militari e nucleari nella Repubblica Islamica. “Ci aspettiamo di essere esposti a diverse ondate di attacchi iraniani”, ha dichiarato Netanyahu in un intervento video.

    • 17:40

      Israele: “Abbiamo agito per proteggere i nostri cittadini”

      “La decisione di agire la scorsa notte non è stata presa con leggerezza, abbiamo agito per proteggere i nostri cittadini. Le parole vuote non fermeranno l’Iran, Israele lo farà”. Lo ha detto l’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon. “Non sapremo quanto durerà l’operazione, continueremo ad agire fino a che la minaccia non sarà eliminata”, ha aggiunto, definendo gli attacchi a Teheran “un’azione calcolata e necessaria basata su chiare informazioni di intelligence e in risposta ad una minaccia esistenziale”.

    • 17:25

      Nuovo capo dei Pasdaran: “Apriremo le porte dell’inferno a Israele”

      “Il regime sionista criminale e illegittimo avrà un destino amaro e doloroso, con conseguenze gravi e distruttive”, ha dichiarato il nuovo Comandante delle Guardie Rivoluzionarie, Mohammad Pakpour, citato da Tasnim, aggiungendo: “Apriremo le porte dell’inferno a Israele”. “Il crimine di Israele nell’attaccare l’Iran non rimarrà senza risposta”, ha aggiunto Pakpour.

    • 17:23

      Trump: “Funzionari iraniani mi stanno chiamando per parlare”

      Donald Trump ha detto a Nbc che funzionari iraniani lo stanno chiamando per discutere della situazione. “Mi stanno chiamando per parlare”, ha riferito il presidente. A chi gli chiedeva di identificare chi lo stava chiamando, Trump ha risposto: “le stesse persone con cui abbiamo lavorato l’ultima volta. Molti di loro sono morti”.

    • 17:22

      Starmer, Merz e Macron chiedono di fermare l’escalation

      Un appello congiunto a evitare ogni “ulteriore escalation” dopo gli attacchi delle ultime ore d’Israele all’Iran è stato lanciato oggi pomeriggio dal primo ministro britannico Keir Starmer, da quello tedesco Friedrich Merz e dal presidente francese Emmanuel Macron dopo una consultazione telefonica a tre. Lo riferisce Downing Street, precisando che “i tre leader hanno discusso delle gravi preoccupazioni che da tempo gravano sul programma nucleare iraniano, sollecitando tutte le parti a trattenersi da ogni ulteriore escalation che potrebbe destabilizzare ulteriormente la regione” mediorientale.

    • 17:21

      Macron ha parlato al telefono con Netanyahu

      Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha parlato oggi al telefono con il premier israeliano, Benyamin Netanyahu. Lo si apprende da fonti dell’Eliseo.

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