Israele, la diretta – Netanyahu annuncia il rinvio della riforma della giustizia: “Evitare la guerra civile”. Scontri tra estremisti di destra e polizia

Nella notte oltre 700mila persone in piazza e lunedì mattina sciopero generale. Netanyahu a colloquio con chi lo sostiene, ma l'estrema destra di Ben Gvir lo minaccia: "Se si ferma noi fuori dall'esecutivo". E "Bibi" perderebbe la maggioranza. Due manifestanti entrano alla Knesset

Aggiornato: 21:32

  • 14:29

    Due manifestanti entrano alla Knesset

    Due manifestanti antiriforma sono riusciti ad entrare alla Knesset ed hanno contestato il ministro dell’educazione Yoav Kish gridandogli di dimettersi. Lo riportano i media secondo cui i due sono stati poi allontanati dalla sicurezza del luogo. Davanti il Parlamento si sta svolgendo la manifestazione di protesta indetta dalle organizzazioni anti riforma.

  • 14:29

    Netanyahu ai manifestanti: “Evitate violenze”

    Con un breve messaggio su Twitter, il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu esorta tutti i manifestanti a Gerusalemme , “di destra e sinistra, a far prova di responsabilità e non agire in maniera violente”. “Siamo tutti fratelli”, conclude il tweet, prima reazione pubblica di Netanyahu dopo le proteste dilagate in tutto il paese per la destituzione del ministro della Difesa Yoav Gallant, reo di aver chiesto il rinvio della controversa riforma della giustizia. Secondo i media Netanyahu avrebbe dovuto parlare stamane alle 11 ora locale, probabilmente per congelare la riforma, ma finora non vi è stato alcun discorso. Il tweet arriva mentre migliaia di persone manifestano contro la riforma davanti alla Knesset a Gerusalemme. Alle 18 è prevista nella stessa area una manifestazione di sostenitori della riforma.

  • 14:28

    Netanyahu convoca il leader dell’estrema destra

    Mentre l’annunciato discorso del premier Benyamin Netanyahu continua a ritardare, i media israeliani riferiscono che il premier ha convocato il ministro per la Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir, l’esponente di estrema destra che minaccia di lasciare il governo in caso di rinvio della riforma giudiziaria. L’emittente Channel 12 afferma intanto che persone della cerchia di Netanyahu starebbero consigliando al premier di aspettare di vedere se la manifestazione pro riforma convocata per le 18 a Gerusalemme avrà successo. Netanyahu aveva annunciato un suo discorso alle 11 ora locale, mentre diversi media riportavano la sua intenzione di fermare l’iter della controversa riforma giudiziaria.

  • 12:49

    Allerta per gli scontri davanti alla Knesset

    Le forze di polizia sono in allerta per la manifestazione davanti alla Knesset, il parlamento israeliano dove stanno affluendo migliaia di manifestanti e altri ne arriveranno, da tutto il Paese, nelle prossime ore aderendo all’adunata lanciata sui social con “Riempi la tua auto”. Come riporta Haaretz citando fonti di alto livello, l’allerta riguarda la presenza – anche quella annunciata sui social – de “La Familia”, gruppo ultras del Beitar Gerusalemme. La curva del Beitar è di estrema destra e scende in piazza in sostegno di Netanyahu. Nella sua storia, La Familia è stata protagonista di numerose violenze xenofobe (Qui la storia)

  • 12:46

    La catena di scioperi nel Paese

    Dopo lo stop ai voli nell’aeroporto di Tel Aviv, si allarga a macchia d’olio la catena di scioperi e disservizi in Israele. Si sono fermati i medici e gli infermieri, aggiungendosi ai ricercatori universitari che hanno portato allo stop degli atenei già lunedì mattina. Chiudono anche tutti i punti vendita di “Big”, la più grande catena di centri commerciali del Paese, nonché gli store di McDonald’s. Allo sciopero hanno aderito anche il comparto dell’industria high-tech, la Federazione israeliana delle autorità locali, che comprende tutti i comuni e i consigli locali in Israele, e il sindacato degli avvocati della Funzione Pubblica

  • 12:30

    In migliaia davanti alla residenza di Netanyahu

  • 12:28

    Il presidente della commissione Difesa contro Netanyahu

    Il presidente della commissione Difesa della Knesset, Yuli Edelstein, ha chiesto al premier israeliano Benyamin Netanyahu di revocare la destituzione del ministro della difesa Yoav Gallant. “Questa mattina ho tenuto una conversazione confidenziale sulle conseguenze delle tensioni sociali sul sistema di sicurezza. La commissione ha ascoltato una preoccupante panoramica. Alla luce di quanto è emerso nella discussione e di fronte alla situazione di sicurezza, è chiaro che non è il momento di cambiare ministro della Difesa”, ha twittato Edelstein. Autorevole esponente del Likud, il partito di Netanyahu, Edelstein è stato presidente della Knesset. Nei giorni scorsi era stato uno dei primi a chiedere a Netanyahu di congelare la riforma giudiziaria.

  • 12:17

    Chiudono tutti i McDonald’s

    McDonald’s ha annunciato che tutti i suoi punti vendita in Israele chiuderanno lunedì per la massiccia adesione dei dipendenti allo sciopero generale. Tra le tante categorie che stanno aderendo all’astensione dal lavoro contro la riforma giudiziaria e il licenziamento del ministro della Difesa, che si è schierato per il “no”, ci sono anche gli infermieri che hanno deciso di fermarsi: “Chiediamo di fermare la legislazione e avviare un dialogo tra le parti. Lavoriamo tutti insieme per salvare vite umane, indipendentemente dal background di qualsiasi persona, è tempo di agire insieme per la protezione nazionale”.

  • 11:57

    Proteste in tutto il Paese. Migliaia alla Knesset

    Migliaia di persone si sono già radunate di fronte alla Knesset, il parlamento israeliano, per continuare le proteste iniziate nella notte. La folla a Gerusalemme – spiega Haaretz – è varia e supera le tensioni religiose: ci sono attivisti di sinistra “Hashomer Hatzair” che sono in piedi accanto ad attivisti con indosso la kippa, mentre i riservisti laici pregano insieme ai manifestanti ortodossi. Centinaia di persone in strada, secondo i media israeliani, anche ad Haifa, Be’er Sheva e Ra’anana. 

  • 11:15

    La più grande catena di market si unisce allo sciopero

    Una delle più grandi catene di centri commerciali israeliani, Big, ha annunciato che si unirà allo sciopero generale contro la riforma giudiziaria lanciata dal sindacato dei lavoratori israeliani e che tutti i centri chiuderanno a mezzogiorno. I clienti “potranno entrare solo nelle farmacie e nei supermercati”.