Ucraina, la diretta – Cremlino: “Non chiediamo un cambio di regime a Kiev”. Aiea: “Intatte le strutture chiave della centrale di Zaporizhzhia”

Telefonata tra Macron e Zelensky sulla situazione dell'impianto di Zaporizhzhia: "Va smilitarizzato". Intanto la Nato ha dichiarato la Russia uno Stato terrorista e chiesto più armi per sostenere la popolazione ucraina. Bombardamenti a Kherson

Aggiornato: 09:25

  • 12:14

    Cremlino: “Non stiamo discutendo di una seconda chiamata alle armi”

    Al Cremlino “non si discute” della possibilità di una seconda chiamata alle armi per i riservisti dell’esercito russo: lo sostiene il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. A fine settembre il Cremlino ha annunciato la mobilitazione “parziale” dei riservisti per il conflitto in Ucraina. Ufficialmente, sono stati richiamati 300.000 riservisti. A fine ottobre, il governo ha detto di aver completato la mobilitazione, ma non è stato pubblicato nessun decreto ufficiale in tal senso. “Non ci sono discussioni a tal proposito. Per quanto riguarda il ministero della Difesa, io non posso parlare per il ministero della Difesa. Il Cremlino non ne sta discutendo”, ha detto Peskov, secondo l’agenzia Interfax, rispondendo alla richiesta di un commento sulle voci che circolano sul web sulla possibilità di una seconda chiamata alle armi.

  • 12:13

    Nato: “Dobbiamo essere pronti a sostenere l’Ucraina a lungo”

    “Dobbiamo essere pronti a sostenere l’Ucraina a lungo, so che questo sostegno avrà un prezzo, molti paesi affrontano l’aumento del costo della vita”, ma “se consentiamo a Putin di vincere dovremo pagare un prezzo ancora più alto” e le conseguenze sarebbero “disastrose”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg intervenendo alla 68esima sessione annuale dell’Assemblea parlamentare della Nato, in corso a Madrid.

  • 12:11

    La Lettonia prevede di togliere il russo dalle materie scolastiche

    Il russo potrebbe non essere più insegnato nelle scuole della Lettonia. Ne dà notizia il ministero dell’Educazione di Riga.
    Secondo quanto previsto dal Programma di riforma della scuola pubblica, a partire dall’anno scolastico 2026/27 tutte le scuole del Paese dovranno offrire l’insegnamento di una delle lingue dei Paesi dell’Unione Europea o di una lingua straniera regolata da un accordo bilaterale in campo educativo. La norma estromette, di fatto, il russo dal novero delle lingue oggetto di insegnamento nel sistema educativo lettone. Secondo quanto affermato da un rappresentante del ministero dell’Educazione, le nuove norme mirano “a una piena integrazione dei giovani con l’area educativa dell’Unione Europea, nonché contribuiscono all’apprendimento di una lingua dell’Unone Europea aprendo la strada a maggiori opportunità lavorative all’interno e all’esterno dell’Unone”. Secondo i dati ufficiali, nel 2021 in più di 300 scuole – quasi la metà degli istituti presenti nel Paese – il russo rappresentava la lingua straniera insegnata.

  • 12:08

    Kiev: “Distrutta una base militare russa a Melitopol”

    Una base militare russa è stata distrutta da un’esplosione nel distretto di Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia: lo rende noto il sindaco in esilio della città Ivan Fedorov spiegando che l’attacco è avvenuto ieri sera nell’insediamento di Veselomy, come riporta Unian. L’edificio ospitava il personale e l’equipaggiamento militare delle truppe russe, ha aggiunto Fedorov.

  • 11:10

    Kiev: “Bombe russe a Zaporizhzhia per far morire di freddo gli ucraini”

    “Il bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia è la tattica russa per interrompere le forniture di energia agli ucraini, gli attacchi durante il fine settimana equivalgono a una campagna genocida per privare i cittadini dell’elettricità e far congelare gli ucraini fino a che muoiono”: ha dichiarato il consigliere del Ministero della Difesa ucraino Yuriy Sak al programma Today di Bbc Radio 4. “Poichè i russi non stanno ottenendo nulla sul campo di battaglia, stanno cercando disperatamente un modo per ottenere quella che chiamano una pausa operativa. Ma da parte nostra non ci sarà alcuna pausa”, ha detto Sak.

  • 11:09

    Cremlino: “Non vogliamo un cambio di regime a Kiev”

    Il fine dell’operazione militare russa in Ucraina non è provocare un cambio di regime a Kiev. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dalle agenzie russe.

  • 11:08

    Cremlino: “Convincere Kiev a fermare gli attacchi a Zaporizhzhia”

    La Russia chiede a tutti i Paesi di usare la loro influenza per convincere “l’esercito ucraino a smettere di bombardare la centrale nucleare di Zaporizhzhia”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dalle agenzie russe.

  • 11:08

    Cremlino: “Raggiungeremo i nostri obiettivi in Ucraina”

    “La Russia vuole raggiungere i suoi obiettivi, e li raggiungerà”. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in merito all’operazione militare in Ucraina, rispondendo al presidente Volodymyr Zelensky che ha accusato Mosca di non volere negoziare con Kiev e di essere invece intenzionata ad ottenere solo una pausa nelle ostilità. Lo riferisce l’agenzia Tass.

  • 09:23

    Commissario Ue Breton: “Continueremo ad aiutare massicciamente l’Ucraina”

    “L’Europa continuerà ad assistere massicciamente l’Ucraina, in particolare per quanto riguarda i suoi bisogni di materiale militare”. A dichiararlo, intervenendo questa mattina su Bfmtv, è stato il Commissario europeo al mercato interno, Thierry Breton. “Bisogna sostenerla sul fronte economico, sono stati proposti 18 miliardi di Euro di aiuti. E c’è anche il fronte umanitario”, ha affermato. “Potremmo forse doverci attendere a nuovi arrivi di migranti quest’inverno”.

  • 09:10

    Aiea: “Esplosioni a Zaporizhzhia a pochi metri dai reattori”

    Alcune esplosioni sono avvenute vicino ai reattori della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia: lo scrive l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) sul suo sito riportando le parole del Dg Rafael Grossi riferendosi ai bombardamenti di due giorni fa e di ieri nell’area dell’impianto nucleare più grande dì’Europa. “Anche se non c’è stato un impatto diretto sui principali sistemi di sicurezza nucleare dell’impianto, i bombardamenti si sono avvicinati pericolosamente ad essi. Stiamo parlando di metri, non di chilometri”, ha detto Grossi, sottolineando che le esplosioni sono state tra le più intense degli ultimi mesi.