Guerra Russia-Ucraina, la diretta – Zelensky: “Segnali positivi dai negoziati, ma non ci fidiamo”. Mosca annuncia ritiro da Kiev. Blinken: “Servono i fatti”

Anche per Mosca un incontro Putin-Zelensky è possibile dopo che ci sarà un testo per un’intesa. Ancora missili su Mykolaiv, sventrato il palazzo della regione: almeno 12 morti. Per il Pentagono le forze russe sono in stallo a nord e a sud. Putin a Macron: “Deporre le armi a Mariupol”.

Aggiornato: 23:32

I fatti più importanti

  • 08:28

    Biden: “Putin è un dittatore”

    Joe Biden torna a definire Vladimir Putin un dittatore, stavolta dal proprio account Twitter personale e non da quello ufficiale (@POTUS). “Un dittatore deciso a ricostruire un impero non cancellerà mai l’amore di un popolo per la libertà. La brutalità non distruggerà mai la volontà di essere liberi. L’Ucraina non sarà mai una vittoria per la Russia”, ha postato Biden. Il tweet arriva poche ore dopo la conferenza stampa nella quale il presidente ha chiarito che i suoi commenti sul leader del Cremlino sono “personali”.

  • 08:26

    Sindaco Melitopol: “Rapito un altro funzionario”

    Secondo il sindaco di Melitopol Ivan Fedorov, che è stato rilasciato il 16 marzo, i russi hanno rapito un altro funzionario della città: si tratta di Iryna Shcherbak, capo del dipartimento dell’Istruzione. Lo riporta il Kyiv Independent.

  • 08:17
  • 22:25

    Il punto del giorno

    È il giorno della ripresa dei negoziati tra Russia e Ucraina. L’appuntamento – che si terrà a Istanbul, a partire dalle 9.30 italiane – arriva all’indomani della notizia sul “sospetto avvelenamento” di Roman Abramovich e altri negoziatori tra il 3 e il 4 marzo, nonché della frenata dell’avanzata russa su Kiev. Le forze ucraine hanno rivendicato di aver ripreso il pieno controllo di Irpin, il sobborgo nordoccidentale della capitale che da settimane è al centro di feroci scontri. Le truppe russe sarebbero state respinte verso Bucha, allontanandole così da Kiev, anche se sugli sviluppi sul terreno il Pentagono resta prudente. L’assedio si concentra ancora sulle province orientali già in gran parte controllate dai russi di Donetsk e Lugansk e su Mariupol. Nella città portuale sul mar d’Azov, che resta il primo obiettivo strategico per creare un collegamento tra il Donbass e la Crimea occupati, secondo il sindaco Vadym Boychenko nei 28 giorni d’assedio le vittime sono state quasi cinquemila, tra cui 210 bambini. La città rischia la catastrofe umanitaria per i 170mila civili rimasti, senza elettricità e gas e a corto di cibo, con 10 ospedali distrutti o danneggiati, oltre a 57 scuole e asili nido, e migliaia di palazzi.