Stefano Corradino
Direttore Articolo21.org
Nato a Savona l’11 marzo 1972, giornalista professionista dal 2003, sono direttore di Articolo21, giornale online per la libertà di espressione. Ma preferirei non esserlo perchè significherebbe che in questo Paese l’informazione è libera, come sancisce la Costituzione, e non necessita di “difensori”…
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- 08:41 - Pd: Bonaccini, 'non è appiattito su Landini, per Conte è il momento di fare un passo in avanti'
Roma, 3 dic (Adnkronos) - "E' venuto per tutti il momento di decidere che cosa si vuole fare da grandi. Ho apprezzato la scelta di campo progressista votata dai 5 stelle, ma adesso dobbiamo fare tutti un passo in avanti, partendo dai programmi, e non dai personalismi, e dobbiamo costruire un tavolo con tutte le forze di opposizione per avanzare alcune chiare proposte al Paese". Lo dice Stefano Bonaccini a 'Avvenire'.
Quella secondo cui il Pd è appiattito sulla Cgil di Landini "è una lettura sbagliata. Il sindacato fa le sue battaglie e noi le nostre", spiega l'eurodeputato e presidente del Pd.
"Il Pd, per essere forte, deve essere assolutamente plurale, aperto alla societa', unito: sono tre ingredienti essenziali a cui stiamo lavorando con Schlein e i risultati si sono visti a tutte le ultime elezioni. Dalle quali dobbiamo trarre tutti una lezione: dove siamo stati uniti sui programmi abbiamo vinto. Occorre ora costruire un'alleanza che si presenti agli elettori come un'alternativa credibile", sottolinea Bonaccini.
- 08:40 - Musk e il maxi bonus da 56 miliardi di dollari, giudice lo boccia e lui si infuria
Washington, 3 dic. - (Adnkronos/Dpa) - "Gli azionisti dovrebbero controllare il voto delle società non i giudici". E' affidato a un breve post su X, il social di sua proprietà, il commento - chiaramente irritato - di Elon Musk dopo la nuova decisione di un giudice del Delaware che riaccende lo scontro fra l'imprenditore e la giustizia Usa. La corte ha infatti confermato la bocciatura sul pacchetto di bonus da 56 miliardi di dollari da assegnare al fondatore di Tesla.
Il super bonus - che al momento ha superato i 100 miliardi di dollari in valore per via del boom del titolo Tesla - era stato portato in tribunale da alcuni azionisti ed era stato respinto a gennaio in una prima sentenza che aveva contestato l'eccessiva influenza 'dietro le quinte' di Musk nel 2018 al momento della decisione sul pacchetto azionario. Pochi mesi dopo tuttavia il bonus era stato confermato dall'assemblea degli azionisti di Tesla.
Adesso la giudice Kathaleen McCormick della Corte di Cancelleria del Delaware ha anche assegnato ai querelanti 345 milioni di dollari di parcelle. Avevano chiesto 5,6 miliardi di dollari, sulla base del principio legale di una percentuale del beneficio (56 miliardi di dollari) da ricevere. "In un caso di compensazione eccessiva, è stata una richiesta audace", ha scritto la McCormick nelle 103 pagine della sua sentenza: i querelanti possono scegliere di ricevere i 345 milioni di dollari in contanti o in azioni Tesla, ha detto.
Secondo la giudice gli azionisti erano stati tenuti all'oscuro del suo coinvolgimento nella definizione originaria del bonus, il che significa che non avevano avuto l'opportunità di prendere una decisione ponderata.
Dopo quest'ultima sentenza Tesla può ancora presentare ricorso: in ogni caso Musk rimane la persona più ricca del mondo anche se dopo la decisione il titolo tesla ha perso quasi il 2% scendendo a circa 349. All'inizio dell'anno, quando il giudice ha preso la sua decisione iniziale, le azioni erano quotate a meno di 200 dollari. A spingere il rally del titolo anche la 'vicinanza' di Musk al presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump: secondo gli investitori le future normative su veicoli completamente autonomi potrebbero avvantaggiare l'attività di robotaxi di Tesla, che così ha superato i 1100 miliardi di capitalizzazione.
- 08:33 - Fibrosi cistica, Amazon e Lifc in un progetto per l'inclusione lavorativa
Roma, 2 dic. (Adnkronos Salute) - In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, che si celebra oggi 3 dicembre, Amazon ha annunciato la nuova iniziativa di inclusione lavorativa di persone con fibrosi cistica. Il progetto, avviato presso i centri di distribuzione Amazon situati nel Lazio, a Colleferro, in provincia di Roma, e Passo Corese, in provincia di Rieti, ha rappresentato una nuova occasione per l'azienda di ridefinire gli standard di accessibilità e inclusione negli ambienti di lavoro. Per farlo è stata fondamentale la collaborazione della Lega italiana fibrosi cistica (Lifc), con cui l'azienda porta avanti un dialogo costante.
"Siamo orgogliosi di essere parte integrante di questo progetto. Per offrire alle persone con fibrosi cistica un luogo di lavoro sicuro e accessibile, ci siamo affidati al prezioso aiuto degli esperti, con i quali abbiamo trovato le soluzioni migliori per adattare i nostri processi, metodi e postazioni di lavoro - afferma Lorenzo Barbo, responsabile Amazon Italia Logistica - Il nostro obiettivo primario è consentire a tutti i nostri dipendenti di lavorare in sicurezza. Ci impegniamo ogni giorno perché i nostri luoghi di lavoro possano diventare sempre più aperti e inclusivi".
Con l'obiettivo di offrire la massima sicurezza possibile - si legge in una nota - l'azienda ha eseguito un'attenta analisi del completo processo e delle procedure, a partire dalla fase di selezione, con la redazione di un questionario pre-assuntivo specifico. Inoltre, con l'obiettivo di evitare infezioni tra lavoratori con fibrosi cistica che entrano in contatto nello stesso ambiente di lavoro, Amazon ha adottato una serie di misure preventive richieste dalla Lifc in accordo con la Sifc (Società italiana fibrosi cistica). Ogni dipendente con fibrosi cistica è stato assegnato a postazioni specifiche, su processi diversi e, dove possibile, su turni diversi. La postazione di lavoro viene sanificata prima dell'inizio di ogni turno e ogni dipendente ha una pausa differenziata in un'area dedicata, oltre a usufruire di servizi igienici separati. Viene inoltre offerta la possibilità di usufruire di pause aggiuntive ed, eventualmente, di turnazione part-time. La qualità dell'aria all'interno dei magazzini viene monitorata periodicamente e l'azienda mette a disposizione le mascherine, che sono obbligatorie solo per le aree comuni.
"E' stato fatto un altro importante passo per rendere la fibrosi cistica meno 'invisibile' e ringraziamo Amazon per aver scelto di essere al nostro fianco - dichiara Antonio Guarini, presidente Lifc - La fibrosi cistica (Fc) è una malattia genetica che non danneggia in alcun modo le capacità intellettive e non si manifesta sull'aspetto fisico, né alla nascita né in seguito nel corso della vita, per questo viene definita la 'malattia invisibile'. Le sembianze di questa patologia concorrono a creare ancor più difficoltà in termini di inclusione sociale. La malattia c'è, il paziente vive con una patologia grave, ma tutto ciò non si vede. Per questo è importante intervenire e permettere, con l'attuazione di tutte le regolamentazioni del caso, che ogni paziente Fc possa accedere al mondo del lavoro senza sentirsi escluso".
Il progetto portato avanti con la Lega italiana fibrosi cistica si colloca nell'impegno di Amazon di offrire un ambiente di lavoro il più accessibile possibile, guidato dalla convinzione che le aziende debbano ricoprire un ruolo proattivo per contribuire alla costruzione di una società sempre più inclusiva. Nel corso degli ultimi anni i programmi di inserimento lavorativo per persone con disabilità sono stati diversi. Un primo risultato si è raggiunto, in collaborazione con l'Ente nazionale sordi, con un'iniziativa rivolta all'inclusione lavorativa di persone sorde nella rete logistica Amazon. Il progetto, lanciato nel 2021 con il coinvolgimento di tutti i centri di distribuzione in Italia, si è ora ampliato anche al network dei depositi di smistamento. Ad oggi sono 150 le persone sorde assunte nei magazzini italiani. Un altro passo importante è stato rappresentato dall'attento lavoro di analisi, implementazione di procedure e formazione, che ha permesso ad Amazon di assumere persone nello spettro autistico nella propria rete logistica. Con il supporto di associazioni locali come Autismo Abruzzo onlus, oggi sono 6 i dipendenti autistici impiegati nei centri di distribuzione dell'azienda in Lazio, Abruzzo ed Emilia Romagna.
"In questo percorso - conclude Barbo - possiamo fare affidamento su 3 grandi alleati. Il primo sono tutte le associazioni, enti e realtà locali che ci supportano nel capire come modificare i nostri processi per rendere i nostri luoghi di lavoro sempre più accoglienti. Il secondo è l'ascolto costante delle persone, delle loro esigenze, in ottica di miglioramento continuo. Il terzo è la tecnologia, nostro elemento distintivo". Proprio la tecnologia costituisce un prezioso supporto del lavoro dei dipendenti, consentendo di migliorare i processi quotidiani in termini di sicurezza e benessere, e diventando un asset strategico che consente di offrire nuove opportunità di lavoro anche a chi per molto tempo ha rischiato, e purtroppo ancora rischia, discriminazioni e barriere all'ingresso.
- 08:11 - Milano, incendio in un'abitazione: un morto e un ferito
Milano, 3 dic. - (Adnkronos) - È di un morto e di un ferito in codice rosso ricoverato al Niguarda, il bilancio di un incendio avvenuto nelle prime ore del mattino a Bresso, Milano, in un appartamento al secondo piano di un edificio di sei in via Roma 97. La vittima 60 anni di origini italiane viveva insieme ad altri due fratelli. Il terzo al momento dello scoppio dell'incendio è riuscito a mettersi in salvo. Sul posto squadre del distaccamento di Sesto San Giovanni. Le fiamme si sarebbero sviluppate secondo una prima ricostruzione nel locale cucina per cause in corso di accertamento.
- 07:50 - IT-Alert, oggi test simulazione nel Lazio e in Emilia Romagna: orario e di cosa avvisa
Roma, 2 dic. - (Adnkronos) - I test del sistema di allarme pubblico proseguono periodicamente per verificarne la funzionalità e perfezionare la tecnologia. All’interno di questa cornice, oggi martedì 3 dicembre sarà inviato un messaggio di prova nel Lazio e uno in Emilia Romagna.
La Regione Lazio ha scelto di simulare un grave incidente nei locali dello stabilimento Acraf di Aprilia, in via Guardapasso. Il test, si legge in una nota, verrà effettuato alle 9, quando un suono speciale con un messaggio di testo raggiungerà i cellulari compresi in un’area con raggio di 3 km con epicentro localizzato nello stabilimento. Il testo dell’Sms sarà il seguente: 'TEST TEST Questo è un MESSAGGIO DI TEST IT-alert. È in corso la SIMULAZIONE di un incidente in un impianto industriale nella zona in cui ti trovi. Per conoscere il messaggio che riceverai in caso di reale pericolo e per compilare il questionario vai su www.it-alert.gov.it TEST TEST'.
Dall’homepage del sito si accederà a una pagina dedicata dove sarà possibile visionare il messaggio che arriverebbe in caso di pericolo reale e il link al questionario che i cittadini dei territori coinvolti sono invitati a compilare. Il messaggio di test arriverà sui cellulari accesi e con regolare connessione telefonica che si troveranno nelle aree interessate. Per valutare la capacità del sistema di isolare soltanto la zona effettivamente colpita dall’emergenza, verranno posizionati sul territorio volontari di Protezione civile, appartenenti alle organizzazioni con sede nelle zone interessate e in quelle immediatamente confinanti, con la funzione di “sentinelle” incaricate di relazionare circa l’effettiva ricezione del messaggio IT-alert.
L'Emilia-Romagna sarà interessata da una serie di test del sistema di allarme pubblico nazionale IT-Alert, simulando situazioni di grave rischio per la popolazione in 43 comuni di tutte le nove province. Le esercitazioni riguarderanno aziende a rischio di incidente rilevante e grandi dighe, con l'invio di messaggi di test ai cittadini presenti o in transito nelle aree interessate.
In tutto si svolgeranno quattro esercitazioni su aziende potenzialmente pericolose e cinque test sulle dighe, tramite l’invio di messaggi ai cittadini presenti o in transito nelle aree interessate, secondo le linee guida del Dipartimento nazionale di Protezione civile in caso di calamità o disastro. Per le aziende a rischio rilevante, l'area di interesse sarà racchiusa in un raggio di circa 3 chilometri dal perimetro dello stabilimento. Nel caso delle grandi dighe, invece, i messaggi di allerta coinvolgeranno tutti i comuni situati a valle degli sbarramenti.
Potenzialmente saranno coinvolti 515.461 cittadini che, trovandosi nelle aree interessate, riceveranno un messaggio di test sui propri cellulari accesi e connessi; 43 i comuni esposti virtualmente al pericolo e circa 250 i volontari di Protezione civile che garantiranno presidio e coordinamento durante le prove.
Il calendario delle allerta
Oggi, martedì 3 dicembre, sarà simulato un incidente grave nelle imprese Yara Italia spa a Ravenna e Ferrara e Marig Esplosivi Industriali srl a Novafeltria (Rn). Nei comuni coinvolti di Maiolo, Pennabilli e Sant'Agata Feltria sarà inviato un messaggio IT-Alert ai cittadini, come previsto dal Piano di emergenza esterno allo stabilimento, a integrazione di altre forme di comunicazione alla cittadinanza.
Il calendario prevede giovedì 5 dicembre la simulazione del rischio di collasso della Diga di Mignano nel piacentino (comuni coinvolti: Alseno, Besenzone, Castell'Arquato, Cortemaggiore, Fiorenzuola D'Arda, Lugagnano Val D'Arda, San Pietro In Cerro, Vernasca, Villanova Sull'Arda) e della Diga di Santa Maria del Taro nel parmense (comuni coinvolti: Bedonia, Tornolo, Varese Ligure).
Si continua la settimana successiva, lunedì 9 dicembre, con le Dighe di Fontanaluccia al confine tra il reggiano e il modenese (comuni coinvolti: Baiso, Castellarano, Frassinoro, Montefiorino, Palagano, Prignano Sul Secchia, Toano, Villa Minozzo) e di Riolunato nel modenese (comuni coinvolti: Riolunato, Montecreto, Lama Mocogno, Pavullo nel Frignano, Sestola, Montese) per concludersi mercoledì 11 dicembre con gli ultimi due test che interesseranno la Diga di Ridracoli, in provincia di Forlì-Cesena (comuni coinvolti: Bagno Di Romagna, Bertinoro, Civitella Di Romagna, Forlì, Forlimpopoli, Galeata, Meldola, Ravenna, Santa Sofia) e lo stabilimento industriale Brenntag Spa a Bentivoglio nel bolognese (comuni coinvolti: San Giorgio di Piano, Argelato, Castel Maggiore).
È il sistema di allarme pubblico nazionale progettato per inviare informazioni dirette alla popolazione in situazioni di emergenza, come previsto dal Codice delle comunicazioni elettroniche.
Il sistema è regolato da una direttiva della presidenza del Consiglio dei ministri, che ne disciplina l'uso in relazione agli eventi di protezione civile. Lo scopo di IT-Alert è garantire una comunicazione rapida ed efficace per avvisare i cittadini in caso di pericoli imminenti o emergenze rilevanti, contribuendo così alla sicurezza collettiva.
È attivo solo per i seguenti rischi: collasso di una grande diga; incidenti rilevanti in stabilimenti industriali, attività vulcanica (Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano); incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica.
Ogni dispositivo mobile, connesso alle reti degli operatori di telefonia, presente all’interno delle aree individuate per tipologia di rischio, può ricevere il messaggio IT-Alert. Non è necessario iscriversi né scaricare nessuna applicazione: il servizio è anonimo e gratuito per gli utenti.
La capacità di ricevere i messaggi dipenderà dalla copertura della rete di telefonia mobile, dal dispositivo e dalla versione del sistema operativo installata sul cellulare. I test in corso a livello nazionale e regionale serviranno a verificare tutte le eventuali criticità e a ottimizzare il sistema.
- 07:44 - Processo Turetta, oggi la sentenza per l'omicidio di Giulia Cecchettin
Venezia, 3 dic. (Adnkronos) - Cinque udienze, circa due mesi di processo e la prima sentenza che arriva a poco più di un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin, la vittima diventata simbolo della lotta al patriarcato. Oggi, martedì 3 dicembre, l'imputato Filippo Turetta, giudicato dalla corte d'Assise di Venezia, conoscerà la sua condanna per l'omicidio dell'ex fidanzata uccisa con 75 coltellate la sera dell'11 novembre 2023.
Salvo sorprese sarà presente in aula e siederà tra i suoi difensori, gli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, a pochi passi da lui ci sarà papà Gino Cecchettin che ha creato una fondazione dopo la morte della figlia. "Non mi auguro nessuno tipo di vendetta, sono sicuro che i giudici decideranno al meglio - ha detto Gino Cecchettin - Ho piena fiducia nelle istituzioni, la pena che decideranno i giudici sarà quella giusta".
Dopo le eventuali repliche, il giovane di Torreglia (Padova) potrebbe decidere di fare brevi dichiarazioni spontanee, l'ultimo atto prima che i giudici si ritirino in camera di consiglio per uscirne con il verdetto. L'ergastolo è la richiesta pronunciata in aula dal pm Andrea Petroni, è la pena che si aspettano tutti, anche l'imputato che a testa bassa, come si mostra in aula, sta provando a ricostruirsi. Un percorso che, in carcere, richiederà lavoro e anni.
Ai giudici togati e popolari non spetterà stabilire la responsabilità del reo confesso, ma decidere se sussistono le aggravanti contestate (la premeditazione, la crudeltà e lo stalking) e se un ventiduenne merita -data la giovane età e l'incensuratezza - una condanna a 30 anni e non il fine pena mai. Se per la difesa l'ergastolo è "inumano", per l'accusa è l'unica condanna possibile per chi ha premeditato di uccidere. Per il pm Andrea Petroni, il delitto "è l'ultimo atto del controllo" esercitato sull'ex fidanzata, laureanda in Ingegneria biomedica. L'azione dell'imputato è "manipolatoria": incalza la compagna di studi, la tormenta, gioca sui sensi di colpa, invia decine e decine di messaggi al giorno, minaccia il suicidio come forma di "ricatto".
In quel rapporto altalenante iniziato nel gennaio 2022 e interrotto definitivamente a fine luglio 2023, le richieste sono "ossessive e ci sono dei principi di violenza fisica".
Giulia Cecchettin "già ad ottobre del 2022 dichiara di avere paura, lo ribadisce a ottobre 2023 in un messaggio: 'mi spaventi, tu ti comporti come uno psicopatico, inizi a farmi paura'". Ossessionato, asfissiante con chat di minacce e insulti, manipolatore, capace di usare il ricatto del suicidio per tenerla legata a sé, Filippo Turetta che "aveva tutte le possibilità e gli strumenti culturali per scegliere" premedita di uccidere. Almeno quattro giorni prima si appunta ciò di cui ha bisogno: coltelli, nastro per legarla e impedirle di urlare, cartine stradali per la fuga, contanti per evitare di essere rintracciato, sacchi neri, sono solo alcuni degli oggetti elencati.
Di fronte all'ennesimo rifiuto di tornare insieme, Turetta entra in azione. A Vigonovo, in un parcheggio a 150 metri da casa Cecchettin, impugna un coltello e inizia a colpire.
Sono i primi sei minuti di un'aggressione in tre fasi che ne dura in tutto venti. La costringe a salire in auto dove infierisce ancora, e quando nella zona industriale di Fossò (Venezia) scappa, la raggiunge, la spinge a terra e la finisce con una seconda lama.
La carica in auto e la abbandona a cento chilometri da casa, in un anfratto vicino al lago di Barcis. La copre con i sacchi neri per celare l'orrore delle 75 coltellate, ben 25 da difesa a testimoniare che la vittima ha lottato a lungo.
La fuga in auto finisce una settimana dopo in Germania. "Non si costituisce, la sua è una resa. Ha finito i soldi e si prepara all'arresto cancellando le prove sul cellulare" ed è anche per questo che merita l’ergastolo, sancisce il pubblico ministero. Nella confessione in carcere, in lunghe memorie scritte in carcere e nell'interrogatorio in aula, l'imputato confessa l'incapacità di accettare un no.
"Ho ucciso Giulia perché non voleva tornare con me, avevo rabbia, soffrivo di questa cosa. Io volevo tornare insieme a lei e di questo soffrivo molto e provavo risentimento, molto, verso di lei". Un anno dopo, Turetta giudica male se stesso. "E' giusto espiare la colpa e provare a pagare per quello che ho fatto. Vorrei non aver fatto a lei questa cosa terribile. In certi momenti vorrei chiedere scusa, ma credo sia ridicolo visto l'ingiustizia che ho commesso. Mi dispiace tantissimo". La sentenza per quello che ha fatto a Giulia Cecchettin oggi, martedì 3 dicembre, spetta ai giudici.
- 06:58 - Israele costruisce basi a Gaza, segnale di una permanenza a lungo termine?
Washington, 2 dic. (Adnkronos) - Israele sta ampliando la sua presenza nella zona centrale di Gaza, fortificando basi militari e demolendo edifici palestinesi. Dopo aver analizzato immagini satellitari risalenti agli ultimi mesi, il New York Times ha avanzato l'ipotesi che lo Stato ebraico potrebbe voler esercitare un controllo a lungo termine sull'area.
Fin dai primi mesi della guerra a Gaza, le forze israeliane hanno occupato i 6 km del corridoio di Netzarim, che divide in due l'enclave, per impedire a centinaia di migliaia di sfollati di Gaza di tornare a nord. Con l'abbattimento di edifici e la costruzione di nuove basi, il corridoio si è ormai trasformato in un blocco di 46 km quadrati di fatto controllato dalle forze israeliane.
Negli ultimi tre mesi, l'Idf ha demolito più di 600 edifici intorno alla strada nell'apparente tentativo di creare una zona cuscinetto, e ha ampliato rapidamente una rete di avamposti con torri di comunicazione e fortificazioni difensive. Il rafforzamento sembra suggerire un cambio di strategia da parte di Israele, che in passato aveva evitato di controllare il territorio dell'enclave, creando così il 'vuoto' che ha permesso ad Hamas di prendere il controllo in alcune parti di Gaza.
Ufficialmente l'espansione ha motivazioni esclusivamente operative, ma i leader israeliani hanno più volte detto di voler mantenere il controllo della sicurezza a Gaza anche dopo la guerra, senza entrare nel dettaglio di modalità e conseguenze. Il controllo del corridoio di Netzarim, che attraversa Gaza dal confine israeliano al Mar Mediterraneo, ha dato a Israele la possibilità di regolare gli spostamenti lungo tutta l'enclave, mantenendo centinaia di migliaia di sfollati palestinesi nel sud. Negli ultimi mesi, l'Idf ha esteso il suo potere sul territorio su entrambi i lati del corridoio per rendere più facile per le forze israeliane mantenere l'area, ha dichiarato in un'intervista il portavoce dell'esercito israeliano Nadav Shoshani.
Alcuni ministri israeliani hanno affermato che il controllo militare a Gaza dovrebbe aprire la strada a nuovi insediamenti ebraici, anche se il premier Benjamin Netanyahu ha momentaneamente escluso quest'opzione. L'ex insediamento israeliano di Netzarim - da cui prende il nome il corridoio militare - si trova nell'area ora completamente sotto controllo israeliano.
Analizzando le immagini satellitari, il Nyt ha rilevato che l'esercito israeliano ha ora almeno 19 grandi basi in tutta l'area e decine di piccole basi. Mentre alcune sono state installate all'inizio della guerra, dalle immagini si nota che 12 basi sono state costruite o ampliate negli ultimi tre mesi.
Shoshani ha ribadito che l'occupazione estesa del territorio è solo per ragioni operative. “Qualsiasi cosa sia stata costruita lì può essere smontata in un giorno”, ha detto. L'estensione delle fortificazioni suggerisce, tuttavia, che Israele si stia quantomeno preparando per una battaglia prolungata a Gaza, sostiene il Nyt.
L'amministrazione Biden si è opposta a un controllo israeliano a lungo termine sull'enclave, sperando possa diventare parte di un futuro Stato palestinese. Il presidente eletto Donald Trump ha invitato Israele a “finire” la guerra, senza specificare quali condizioni potrebbe ritenere accettabili per una Gaza postbellica.