Tesla e guida autonoma, dagli eccessi pericolosi alla tecnologia che salva vite
Guida autonoma? Negli ultimi anni gli episodi legati all’utilizzo – anzi, al mal utilizzo – di questa tecnologia hanno spesso superato il tragicomico: specie negli USA (e dove sennò?) l’autopilota per auto è stato usato mentre il proprietario dell’auto schiacciava un pisolino nel tragitto casa-ufficio, giocava ai videogame o, è successo anche questo, faceva sesso col passeggero mentre l’auto era in marcia nel traffico. Insomma, non il miglior utilizzo possibile di uno strumento che, invece, potrebbe avere degli interessanti risvolti di natura sociale.
Tant’è vero che in Germania Tesla – leader del pilota automatico per automobili – ha avviato un progetto nel distretto di Bitburg-Pruem, nella regione dell’Eifel, al fine di offrire corse gratuite con il sistema Full Self-Driving (FSD) Supervised ad anziani e disabili privi di altri mezzi di trasporto. Il sistema FSD Supervised permette alla Tesla di guidare in modo autonomo con la supervisione di una persona (che potrebbe diventare superflua in un futuro a breve termine). L’iniziativa, denominata “Citizen Bus” servirà per accompagnare anziani e persone a mobilità ridotta alle visite mediche o nei piccoli impegni quotidiani.
“L’obiettivo – ha dichiarato il patron di Tesla Elon Musk – è il raggiungimento di un livello di sicurezza ben superiore a quello di un conducente umano medio. In definitiva, le auto autonome saranno più sicure di oltre il 1.000% rispetto alle auto guidate da esseri umani”. Il progetto tedesco è supportato dal Ministero dei Trasporti del Rheinland-Pfalz e rappresenta un passo verso l’approvazione UE del sistema autonomo. Nel frattempo Musk ha confermato di aver iniziato a utilizzare in Texas le Tesla a guida autonoma senza supervisione umana: “Una Tesla senza monitor di sicurezza in auto e io seduto sul sedile del passeggero mi ha portato in giro per Austin domenica, guidando in modo impeccabile”.
Ma l’utilità sociale della guida autonoma potrebbe addirittura interessare la sfera emergenziale: infatti, proprio qualche settimana fa un automobilista statunitense è sopravvissuto a un improvviso malore cardiaco grazie alla sua auto. L’episodio è avvenuto a Reno, Nevada: mentre si trovava alla guida, l’automobilista è stato colpito da un infarto che lo ha reso incapace di guidare. Di fronte all’emergenza, ha avuto la prontezza di attivare il sistema FSD della sua vettura, impostando la destinazione verso il pronto soccorso più vicino. Il veicolo ha assunto il controllo della marcia, percorrendo autonomamente il tragitto fino all’ingresso dell’ospedale. L’arrivo immediato ha permesso al personale medico di intervenire istantaneamente. Pochi minuti dopo il suo arrivo, il paziente è stato infatti colto da un arresto cardiaco, ma grazie alla rapidità dell’assistenza, è stato rianimato e salvato. La drammatica vicenda ha sottolineato un punto cruciale: se l’uomo avesse dovuto aspettare l’arrivo di un’ambulanza, le sue possibilità di sopravvivenza si sarebbero drasticamente ridotte.
Questa tecnologia è oltretutto in grado di contattare i servizi di emergenza e fornire assistenza tramite l’intelligenza artificiale integrata, con tutti i benefici del caso. Insomma, non solo videogiochi, pisolini e “sveltine”: la guida autonoma potrebbe realmente cambiare (e salvare) la vita di molte persone se usata con giudizio.