Il mondo FQ

Piazza del Mondo, il punto di Trieste dove rinascono le storie dei migranti

Poi ci sono i piedi dei richiedenti asilo - feriti, fieri, nudi, fragili - che la cofondatrice dell’associazione ‘Linee d’Ombra’ e all’origine della Piazza del Mondo pone sul suo grembo
Piazza del Mondo, il punto di Trieste dove rinascono le storie dei migranti
Icona dei commenti Commenti

Siamo a Trieste. Giusto davanti alla stazione ferroviaria si trova la nota e spaziosa Piazza della Libertà. Perché sia tale occorre però condividerla con chi la porta da lontano. Adesso la piazza è stata ribattezzata informalmente ‘Piazza del Mondo’. Proprio in quello spazio è nato e continua da anni l’incontro e lo scambio della libertà condivisa con centinaia di giovani che cercano un luogo dove ricostruire una vita persa e ritrovata dal viaggio. Arrivano dall’Afghanistan, il Pakistan, il Bangladesh, il Nepal e altri distanti paesi che la geografia e la politica hanno, col tempo, reso più vicini. Mesi e talvolta anni sono passati viaggiando di Paese in Paese e di frontiera in frontiera per arrivare su questa piazza creata come avvenimento che contribuisce a ‘rimanere umani’.

Ci sono i nuovi arrivati, che si mettono con disciplina da una parte ad ascoltare i consigli di un mediatore culturale. Indica loro come districarsi in questo mondo dove i documenti, gli uffici e i servizi eventuali fanno parte dell’iniziazione. Ascoltano con attenzione il giovane che si fa capire nella loro lingua madre e poi attendono, anch’essi, un tè caldo, un poco di riso e frutta quando c’è. Tutto ciò è condiviso con i ben più numerosi ‘anziani’ della piazza, seduti o in piedi attorno alla statua di bronzo che osserva il tutto con malcelata invidia.

Mentre si parla tra vicini e connazionali o si conversa con la famiglia altrove tramite telefono si ascolta, leggero, pacato e dolce il suono di un organetto. La giovane signora che suona questo strumento di fabbricazione artigianale d’altri tempi sembra non dare importanza all’apparente distrazione e al rumore di fondo che ne sembra soffocare il suono. Del tutto inutile sembra suonare mentre si parla, mangia e si cercano soluzioni per passare la notte con qualche coperta in più a causa del freddo di stagione. Le cose belle e importanti sono spesso inutili come la musica, rivestita di modestia, dell’organetto. Lei passa da un gruppo all’altro e pochi davvero, almeno apparentemente, danni segni di attenzione o apprezzamento. Rossella, il nome della signora dell’organetto, si ritira come chiedendo scusa per avere osato suonare, in silenzio, il mondo.

Poi ci sono i piedi dei richiedenti asilo. Feriti, fieri, nudi, fragili, dimenticati, spezzati, testimoni e pudici come tutto ciò che si trova in basso, nella polvere. Piedi che hanno corso, camminato, attraversato montagne, pianure, reticolati, commissariati di polizia, detenzione amministrativa e fragili vittorie. Piedi che ricordano, registrano, piangono, ridono e dimenticano per andare avanti fino alla prossima frontiera. Piedi che fanno la storia e che si raccontano anche nel nome di coloro che non sono mai arrivati a destinazione. Piedi comuni perché assomigliano a tutti gli altri piedi che nascondiamo perché poco appariscenti. Sono questi piedi che la cofondatrice dell’associazione ‘Linee d’Ombra’ e all’origine, col suo compagno, della Piazza del Mondo pone sul suo grembo.

Con timore, quasi si trattasse di un bimbo che sta per nascere, se ne prende cura con reverenza. Pulisce, medica, lenisce le ferite, si mette in ascolto di ognuno di loro, i racconti scritti sui piedi, per rispettare e dare quella dignità che, confiscata alle frontiere, ricostruisce e riscrive la storia, quella che si fa, appunto, coi piedi. La Piazza della Libertà si chiama per molti a Trieste ‘Piazza del Mondo’, grazie a loro, i piedi profumati e custoditi sulle ginocchia di una donna.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione