Trasporto pubblico inadeguato e micro-mobilità al palo, l’auto resta regina della provincia italiana
La nuova instant survey “La mobilità dell’altra Italia”, realizzata da Areté, mette in luce con chiarezza una realtà spesso trascurata: nelle città italiane di medie dimensioni l’auto resta il mezzo dominante, più per necessità che per scelta. L’indagine, condotta su un campione rappresentativo di dieci province sotto i 250.000 abitanti, evidenzia infatti un forte squilibrio tra trasporto privato e offerta pubblica.
Il 67% degli intervistati utilizza abitualmente l’auto per i propri spostamenti quotidiani, mentre solo il 12% ricorre ai mezzi pubblici e altrettanti riescono a muoversi principalmente a piedi. La micro-mobilità, tra monopattini e biciclette tradizionali o elettriche, si ferma complessivamente all’8%. A determinare la scelta dell’auto è soprattutto la ricerca di rapidità (54% delle risposte) e la percezione diffusa di un trasporto pubblico inadeguato: solo un cittadino su tre si dichiara soddisfatto del servizio.
Interessante il dato sulle restrizioni ambientali: il 60% degli intervistati si dice favorevole al bando dei veicoli diesel Euro 5 nei centri cittadini. A motivare il sì sono soprattutto il miglioramento della qualità dell’aria, l’esigenza di rispettare i parametri europei e la speranza di un traffico più fluido nelle aree centrali. Chi è contrario teme invece costi elevati per le famiglie e dubita dell’efficacia reale del provvedimento.
Sul fronte del futuro, emerge una cauta evoluzione: il 50% ritiene che l’auto resterà comunque il mezzo principale, ma aumenta la fiducia nei trasporti pubblici, indicati dal 24% come opzione preferita negli anni a venire. Segnali di crescita arrivano anche dalla mobilità dolce: l’uso combinato di bici ed e-bike, oggi al 5%, potrebbe quasi raddoppiare.
Secondo Massimo Ghenzer, presidente di Areté, il quadro delineato racconta un’Italia diversa dalle grandi metropoli, dove l’auto rimane centrale per mancanza di alternative davvero efficienti. Servizi come car sharing e car pooling restano marginali, ma la domanda di un trasporto pubblico più affidabile è forte: una condizione necessaria per ridurre realmente la dipendenza dall’automobile e aprire la strada a una mobilità più equilibrata.