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Dacia Bigster, la prova de Il Fatto.it – Con il mild hybrid-G 140 punta più in alto – FOTO

Il nuovo SUV a doppia alimentazione da 50+50 litri offre autonomia maxi, comfort e consumi contenuti, segnando un ulteriore salto di qualità per il marchio rumeno
Dacia Bigster, la prova de Il Fatto.it – Con il mild hybrid-G 140 punta più in alto – FOTO
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La sorellona della Duster fa un altro passettino verso in su sulla scala della “mobilità sociale” automobilistica della Dacia. Lo fa con la nuova versione Bigster mild hybrid-G 140, dove per la prima volta aggiunge il sistema mild-hybrid da 48 V al pezzo forte della casa, la motorizzazione bifuel benzina-GPL.

Il sistema ibrido assiste il motore turbo 3 cilindri da 1,2 litri, quando lo si avvia e quando si accelera, indipendentemente dal fatto che in quel momento stia viaggiando con la benza o con il GPL. Inoltre, il meccanismo di frenata rigenerativa dà una mano a ricaricare la batteria di 0,84 Kwh, incrementando la gia imponente autonomia della vettura, che secondo la casa produttrice raggiungerebbe i 1.450 kilometri. Potete provare, se nessuno a bordo deve andare alla toilette o si fa minaccioso nel richiedere una pausa caffè e/o sigaretta. La mega autonomia potenziale è resa possibile dai due serbatoi per i due carburanti, entrambi da 50 litri. Sistemata sotto il pianale del bagagliaio, la stiva del gasolio non toglie spazio al bagagliaio.

La Bigster e le sue sempre più moderne motorizzazioni – l’anno prossimo arriveranno pure il cambio automatico e la trazione integrale – sono un tassello importante nella trasformazione tecnica e di immagine della marca. Chi non è giovanissimo ricorderà le tante Logan con la targa rumena e cariche di persone che venivano a lavorare in Italia. E anche se può felicemente contare sullo zoccolo durissimo dei moltissimi clienti che vanno sparati sulla Sandero a GPL per chiare motivazioni economiche, è chiaro che la Dacia ottiene oggi l’attenzione di una fascia di clientela che non deve rompere il salvadanaio per farsi la macchina nuova.

I prezzi della Bigster mild hybrid bifuel a Gpl vanno dai 24.800 euro dell’allestimento Essential ai 27.800 euro degli allestimenti Extreme e Journey. Lunga quattro metri e mezzo abbondanti (una spanna in più della Duster), la Bigster ha il classico look da soft-Suv, è spaziosa e concentrata sul relax più che sulle esibizioni muscolari, anche perché nelle curve affrontate più spavaldamente rolla un pochetto. Nel nostro test tra Milano e la Val Seriana, in provincia di Bergamo, abbiamo viaggiato sempre col GPL, consumando 8 litri per 100 km guidando tranquilli, per poi salire a 8,7 litri con qualche accelerazione in più sul misto di montagna.

Era dai tempi di Ilie Nastase e Ion Tiriac che la Romania non esprimeva qualcosa di così “cool”. I due talentuosi tennisti hanno passato la racchetta a una marca che ha fatto parecchi “ace” in questi anni, vincendo parecchi set. Il Roland Garros del GPL, per esempio, è saldamente nelle sue mani: il costruttore rumeno di proprietà del gruppo Renault è l’unico ad avere una motorizzazione bifuel benzina/GPL su tutta la gamma (escludendo ovviamente i modelli interamente elettrici) e dal 2010 in avanti ha venduto oltre un milione di veicoli alimentati a gas.

In Europa Dacia domina il mercato del GPL con solida esuberanza: nei primi tre mesi del 2025 la sua quota nel segmeto supera il 67 per cento e quattro clienti su dieci scelgono l’opzione gas. In Italia, l’attrazione della clientela verso questa motorizzazione è ancor più marcata, visto che la scelgono quattro clienti su cinque.

E ora che le Dacia si sono fatte più belline, andare a fare il rifornimento di GPL presso stazioni di servizio… ruspanti potrebbe avere il suo fascino anche nella Milano che tiene all’immagine ma che non disdegna di risparmiare sul carburante. D’altronde, il “caro-pieno” non è chic neppure a Montecarlo.

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