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Auto elettriche nel mirino del fisco svizzero. Possibile tassa per uso e ricarica

Sono due gli scenari ipotizzabili: tariffa chilometrica o contributo sull’energia utilizzata per la ricarica domestica e pubblica
Auto elettriche nel mirino del fisco svizzero. Possibile tassa per uso e ricarica
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Dal 2030, la Svizzera potrebbe tassare le auto elettriche. Ci sta pensando il consiglio federale elvetico, preoccupato dalle mancate entrate – le accise da carburanti – dovute all’aumento del parco circolante delle vetture a batteria e alla contestuale riduzione delle vetture termiche. Per ogni auto elettrica che sostituisce una termica l’ammanco medio annuo è di 600 franchi (641,89 euro).

In Svizzera, attualmente, solo i proprietari di vetture tradizionali pagano le imposte sugli oli minerali, che foraggiano sia il Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (Fostra), sia il Finanziamento speciale del traffico stradale (Fsts). E che, nell’economia della Confederazione valgono 1,3 miliardi di franchi (1,39 miliardi di euro) l’anno.

Per il governo svizzero, però, tutti i veicoli, a prescindere dal sistema di propulsione, devono contribuire al finanziamento sostenibile delle infrastrutture in base alla filosofia del “pay per use”, secondo cui più si circola e più si paga.

Al momento, sono allo studio due ipotesi: una tassa variabile in base alla percorrenza, indicativamente 5,40 franchi (5,78 euro) ogni 100 km, con la tariffa che varia in base al tipo di veicolo e al suo peso. E un’imposta sulla corrente utilizzata in Svizzera per ricaricare presso colonnine pubbliche o wallbox: 22,8 centesimi (24,40 centesimi di euro) per chilowattora (kWh).

Mentre sulle ibride plug-in si applica la metà della tariffa, in quanto si tratta di mezzi elettrificati ma comunque alimentati anche a benzina o diesel. Per introdurre la nuova tassazione, però, servirebbe una modifica della Costituzione: pertanto saranno popolo e cantoni a decidere, mediante il voto.

Il trasferimento delle accise sulle corrente per ricaricare le vetture a batteria potrebbe in futuro interessare anche l’Italia, dove le tasse sui carburanti costituiscono entrate fondamentali per il bilancio dello Stato.

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