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Adinolfi: “Il dimagrimento procede, mi inietto il tirzepatide. È la prima volta in vita mia, qui si fa sul serio”. Ecco cos’è e come funziona questo farmaco

Ne abbiamo parlato con la professoressa Anna Maria Colao, endocrinologa e past president Sie (Società italiana di endocrinologia), professore ordinario di Endocrinologia e malattie del metabolismo dell'università Federico II di Napoli
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Continuano a far parlare di sé i farmaci per combattere l’obesità. E lo fanno attraverso le vicissitudini di Mario Adinolfi e la sua lotta per dimagrire. Dopo la sua partecipazione all’Isola dei Famosi, ha già perso circa 26 chili, ma ora, come ha raccontato in un video condiviso sui social, è passato alla fase due del suo percorso di dimagrimento attraverso “la prima iniezione di un farmaco che mi è stato consigliato sotto stretto controllo medico e che si inietta nella pancia”. Di che si tratta? È un trattamento che prevede iniezioni addominali di un farmaco nuovo, che agisce sul dimagrimento e contiene il principio attivo Tirzepatide: “È la prima volta che l’ho fatto in vita mia, qui si fa sul serio”, ha sottolineato convinto Adinolfi nel suo video. Ha iniziato così un diario in cui aggiorna i suoi seguaci: “Il dimagrimento procede. Introduco meno di 2.000 calorie a fronte di 3.800 di fabbisogno giornaliero; mi inietto il tirzepatide da 5mg; ho raddoppiato i percorsi per aggiungere esercizio fisico e superare i 15 km settimanali per oltre 22mila passi (obiettivo quota 50mila). Voglio introdurre poi un giorno di digiuno purificativo, lo farò il venerdì. Questo percorso è coperto dunque dalla mia macchina a quattro ruote motrici: dieta, farmaco, esercizio fisico e ricerca della purezza. Sembra una tabella da palestrato, è invece il cammino di un ferito, più spirituale che fisico”.

Che cos’è la Tirzepatide

La Tirzepatide è un farmaco disponibile in Italia con il nome commerciale Mounjaro, utilizzato per trattare il diabete di tipo 2 e, in alcuni casi, per ridurre il peso corporeo nelle persone adulte che presentano problemi di sovrappeso o obesità. Alcuni studi hanno rilevato che è anche un po’ più efficace del farmaco anti obesità diventato molto famoso in questi ultimi tempi, la semaglutide. È stato studiato anche per affrontare le apnee ostruttive del sonno. “La Tirzepatide è un farmaco di nuova generazione per il trattamento dell’obesità che sta guadagnando sempre più attenzione anche in Italia – spiega al FattoQuotidiano.it la professoressa Anna Maria Colao, endocrinologa e past president Sie (Società italiana di endocrinologia), professore ordinario di Endocrinologia e malattie del metabolismo, cattedra Unesco di Educazione alla salute e allo sviluppo sostenibile, università Federico II di Napoli -. Agisce contemporaneamente su due recettori intestinali, GLP-1 (Glucagon-Like Peptide-1) e GIP (Glucose-Dependent Insulinotropic Polypeptide). Questo doppio meccanismo rende la Tirzepatide particolarmente efficace nel controllare la glicemia e nel ridurre l’appetito. Il suo successo crescente lo si deve alla capacità di agire sia sulla fame ‘metabolica’ che su quella ‘edonica’. In altre parole: da un lato riduce il rilascio eccessivo di insulina e migliora l’insulino-resistenza, dall’altro attenua il desiderio di mangiare dettato da emozioni o abitudini, non da una reale necessità fisiologica”.

Il trattamento con Tirzepatide

Come ci spiega l’endocrinologa, la Tirzepatide si somministra con un’iniezione sottocutanea settimanale, e viene spesso prescritta anche a persone non diabetiche con obesità, per favorire una perdita di peso significativa. “Va però chiarito che non è un farmaco da banco: la prescrizione deve essere sempre fatta da un medico, anche se a volte può capitare che venga rilasciata con eccessiva leggerezza o senza un’adeguata valutazione clinica”, sottolinea Colao.

Effetti collaterali

“Gli effetti collaterali più frequenti sono legati all’apparato gastrointestinale, come per esempio nausea, senso di pienezza, diarrea o crampi. Ma di solito sono transitori e gestibili, e nella maggioranza dei pazienti la tollerabilità è buona”, tranquillizza l’esperta.

Fondamentale è il controllo del medico

Resta fondamentale il ruolo del medico nel monitorare l’andamento della terapia, decidere se e quando sospenderla, e valutare con attenzione i benefici ottenuti. “In sintesi, anche se la Tirzepatide può essere somministrata in autonomia dopo le prime istruzioni – conclude Colao – non si tratta di una ‘cura fai-da-te’: richiede una gestione attenta e personalizzata”.

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