Il mondo FQ

Alcaraz: “La felicità personale viene prima del tennis, non voglio tutto questo stress. E so qual è la mia paura più grande”

Lo spagnolo si è raccontato in una docu-serie su Netflix: "Non voglio essere definito il successore di Nadal, troppe pressioni possono confonderti"
Alcaraz: “La felicità personale viene prima del tennis, non voglio tutto questo stress. E so qual è la mia paura più grande”
Icona dei commenti Commenti

La presenza di Carlos Alcaraz al Masters 1000 di Madrid è in forte dubbio dopo i problemi fisici accusati nella finale dell’Atp di Barcellona persa con Holger Rune la scorsa domenica. Ma nella testa dello spagnolo ci sono altri pensieri che lo turbano. Su Netflix è disponibile la docu-serie My Way in cui il numero 3 al mondo si è raccontato a 360 gradi, affrontando anche delle sfide mentali e pressioni che per un 21enne, anche se fuoriclasse internazionale, sono molto complicate da gestire.

“Quando sei giovane e ti paragonano costantemente a qualche professionista che è nel circuito da molti anni, a volte ti stanchi di sentirtelo dire. Questo porta a un eccesso di pressione e, alla fine, credo che possa distorcere la tua vita quotidiana e persino confonderti. Io, per esempio, non voglio essere definito il successore di Nadal. Voglio essere solo Carlos Alcaraz“, ha dichiarato lo spagnolo. Proprio riguardo alla sua vita lontana dai campi da tennis, il numero 2 al mondo ha ammesso che “in questo momento la mia paura più grande credo sia che il tennis diventi un obbligo perché io voglio anteporre la mia felicità personale prima di qualsiasi risultato sportivo“.

E, come anticipava, a volte le aspettative e le pressioni possono portare a momenti di blackout come quando lo spagnolo distrusse la sua racchetta durante il match perso a Cincinnati contro Gael Monfils lo scorso agosto: “Il fatto è che non ero abbastanza forte mentalmente per superare tutto quello stress“, ha ammesso Alcaraz il cui sogno è quello di arrivare ai livelli dei cosiddetti Big Three (Federer, Nadal e Djokovic), ma allo stesso tempo non si dice sicuro di avere la testa giusta: “Sono ancora giovane, ho ancora molta strada davanti a me. È troppo presto per dirlo”.

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.