WEC, a Imola scendono in pista gli elettroni. Bosch firma il sistema ibrido della classe LMDh
Nel fine settimana Imola torna ad accendersi. La 6 Ore del WEC porta nella Motor Valley il grande endurance mondiale, con Ferrari, Toyota, Porsche e BMW pronte a sfidarsi curva dopo curva. Il pubblico – atteso in massa nonostante il meteo incerto e la festività della Pasqua – troverà una città invasa dai colori delle corse, paddock aperti, pit walk, simulatori e stand tecnologici. Ma soprattutto, troverà un assaggio del futuro dell’auto: più silenzioso, preciso, sempre più elettrico.
Per vedere la vera rivoluzione si deve guardare sotto lo strato di carbonio che disegna la “pelle” delle vetture. Tra le Hypercar della categoria LMDh – protagoniste assolute a Imola – c’è un’anima comune che non si vede, ma che lavora senza sosta: il sistema ibrido sviluppato da Bosch, presente su tutte le vetture in griglia.
Il colosso tedesco fornisce infatti in esclusiva il powertrain ibrido della classe LMDh: motore elettrico, inverter, gestione della frenata rigenerativa, controllo elettronico. Tutto progettato per resistere alle sollecitazioni dell’endurance: ore e ore di gara, centinaia di chilometri, decine di cambi di ritmo. È un sistema che non solo consente prestazioni elevate, ma serve anche a testare – in diretta – ciò che domani guideremo sulle strade comuni.
Sul circuito del Santerno non si gioca, dunque, solo una tappa del Mondiale. Si testa una visione. Qui, tra la Variante Alta, il Tamburello e l’uscita dell’Acque Minerali, le tecnologie vengono spinte al limite. E ciò che funziona qui, dove il margine d’errore è vicino allo zero, è pronto per la produzione in serie. Le auto ibrido-elettriche che compreremo tra uno o due anni avranno dentro un po’ di questa esperienza: recupero energetico, software evoluto, gestione intelligente della potenza. Imola, così, diventa una vetrina concreta sulla mobilità del futuro.
L’azienda tedesca, però, non si ferma al powertrain. La sua visione è quella di un’auto connessa, aggiornabile, intelligente. Oggi è già possibile modificare la gestione del motore o i sistemi di bordo da remoto, senza passare in officina. E questa “infrastruttura”, nata dal motorsport, si trasferisce sempre più nei modelli di serie.
L’auto come smartphone? In parte sì. Ma con ruote, sterzo e una missione chiara: consumare meno, durare di più, comunicare meglio. Anche questa è innovazione. Anche questa passa da Imola. Nel tempo dell’ecologia e della mobilità dolce, c’è chi guarda alle corse con sospetto. Ma è proprio qui, tra rombi e rettilinei, che la tecnologia trova lo spazio per essere stressata, provata, migliorata. Non serve visibilità, ma affidabilità. Non serve clamore, ma concretezza.
Oggi più che mai, è necessaria una transizione industriale credibile, che non sia fatta solo di slogan ma di componenti, soluzioni, sistemi. E in questo, Bosch ha scelto di mettere il motorsport al servizio della sostenibilità, trasformando ogni gara in un’opportunità di sviluppo. Mentre i tifosi esulteranno per un sorpasso o una pole, mentre i cronometri scatteranno e i meccanici cambieranno gomme, qualcosa di meno visibile ma altrettanto importante sarà in corso. La corsa verso l’auto che verrà.