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Microcriminalità a Vigevano, gli studenti vanno in Comune: “Bulli e violenti devono essere coinvolti”

I liceali del “Cairoli” e i tecnici del “Casale” e del “Caramuel-Rocchelli” hanno organizzato una manifestazione conclusa al tavolo con la vice sindaco Marzia Segù
Microcriminalità a Vigevano, gli studenti vanno in Comune: “Bulli e violenti devono essere coinvolti”
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Dopo i gilet gialli, un gruppo di cittadini che si sono organizzati per fare delle ronde e gli ultimi episodi di febbraio che hanno registrato delle vere e proprie risse tra baby gang, stamattina a Vigevano sono scesi in piazza proprio i coetanei di questi ragazzi perché non si sentono più sicuri e chiedono aiuto al Comune.

A coordinare l’iniziativa sono stati i liceali del “Cairoli” e i tecnici del “Casale” e “Caramuel- Rocchelli” che hanno organizzato – dopo una serie di incontri – una manifestazione conclusa in sala giunta al tavolo con la vice sindaco Marzia Segù e il comandante della polizia locale Giuseppe Calcaterra. Gli studenti nei giorni scorsi avevano inviato al Comune – oltre che a Fondazione Caritas, Carabinieri e Polizia – una lettera dall’oggetto “Sicurezza e microcriminalità diffuse tra i giovani”, elaborata a seguito delle assemblee d’istituto indette per riflettere sulla situazione in città. A Vigevano, il clima è piuttosto teso poiché negli ultimi tempi sono aumentati episodi di rapine e aggressioni che vedono coinvolti minorenni. Molte di queste situazioni, a giudizio dei ragazzi, restano impunite perché non vengono denunciate, o per timore di ripercussioni o perché le vittime credono di poter provvedere autonomamente a farsi giustizia.

A prendere la parola per prima è stata Chiara Brindisi, 19 anni del Liceo Cairoli che ha spiegato il significato della manifestazione: “I ragazzi che si rendono protagonisti di questi gesti di bullismo, violenza e microcriminalità hanno poche occasioni di aggregazione, socialità e cultura, spesso anche a causa delle difficoltà economiche delle relative famiglie. Il nostro obiettivo è quello di trovare, con l’aiuto del Comune, modalità nuove per coinvolgerli”.

Tra le proposte emerse quella di puntare sullo sport, con la realizzazione di spazi fruibili e attrezzati in cui praticare liberamente e gratuitamente le discipline più diffuse (calcio, pallacanestro, pallavolo). Gabriele Carnevale, che studia nella stessa scuola di Chiara, ha parlato della necessità di una migliore pubblicizzazione, anche nelle scuole, delle numerose iniziative culturali spesso anche gratuite proposte in città, portando ad esempio quelle organizzate in Biblioteca, che risultano in generale poco note ai giovani.

A dire la sua è stato anche Omar Soliman, 18 anni dell’istituto tecnico Caramuel, che ha chiesto il supporto del Comune per avere a disposizione spazi e servizi per aiutare i ragazzi a parlare dei loro problemi, con l’obiettivo di cercare di prevenirli. Così Emanuel Alla dell’istituto Casale: “Vogliamo puntare sull’inclusione per prevenire queste situazioni; è importante il ruolo del gruppo nel sostenere le vittime e non isolarle”.

Il comandante della polizia locale ha d’altro canto spiegato ai ragazzi che la “giustizia fai da te” è assolutamente da evitare e che è molto importante, qualora si sia a conoscenza di specifici reati, non aver paura di denunciare, in modo che le autorità preposte possano intervenire, non solo a scopo punitivo ma soprattutto con interventi educativi, che possono essere sono non solo preventivi ma anche successivi ai fatti. Segù ha posto l’accento sul fatto che gli studenti si son fatti parte attiva della comunità e si è impegnata a condividere quanto segnalato con gli organi competenti per l’ordine pubblico (Prefettura, Questura e Carabinieri, oltre alla Polizia Locale).

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