“Il mio naso ha iniziato a sanguinare e perdere pezzi di pelle. Poi mi si è formato un buco in faccia”: ecco cos’è il coke nose. La storia di Kelly
Cominciò tutto per caso, nel 2017: una festa, un amico che offre una striscia di cocaina, l’assaggio,
l’euforia, e in breve tempo la dipendenza. Presto la dose non basta più. “Iniziai ad assumere cocaina giorno e notte. Non mangiavo, non dormivo, avevo un lavoro ma alla fine dovetti lasciarlo” spiega Kelly al Daily Star. Il peggio doveva ancora venire. “Usavo la coca tutti i giorni da tre mesi quando il naso cominciò a sanguinare e a perdere pezzi di pelle, poi notai che il setto si stava deteriorando”. Ma nonostante la chiara gravità della situazione, Kelly si convince che la cosa si possa risolvere da sola e prosegue imperterrita. Dopo 19 mesi di sniffate, e quasi 76.000 € in meno, “Il setto era completamente deteriorato. Poi mi si formò un buco in faccia, che crebbe fino alle dimensioni di una monetina”. Nel 2020, la pandemia le offre la magra risorsa della mascherina per coprire i resti del naso, ma passa ancora un anno prima della decisione di smettere con la coca. A quel punto Kelly può pensare alla ricostruzione del naso, che le richiede ben 15 operazioni per ridare la struttura e il flusso sanguigno alla parte: varie fasi sono documentate con drammatiche immagini che, nelle intenzioni della donna, vogliono avvertire consumatori e aspiranti tali. Kelly si paragona alla star TV Danniella Westbrook, che perse il naso allo stesso modo e dovette sottoporsi a 5 operazioni di ricostruzione. Nel 2022, in un’intervista a The Sun, quest’ultima dichiarò: “Sono fortunata a essere viva”. Ma le due donne non sono le uniche vittime della dipendenza: come loro, altre persone rimaste nell’anonimato si ritrovano in condizioni simili.
Coke nose, il naso da cocaina – Nel 2023 si è osservato un aumento del consumo di coca tra i giovani: secondo i dati resi noti lo scorso giugno, durante la Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia 2024, quasi 54.000 giovani tra 15 e 19 anni aveva dichiarato di farne uso. E nemmeno loro sfuggono a questo rischio, come denuncia uno dei massimi esperti del settore, il prof. Matteo Trimarchi, docente di otorinolaringoiatria all’Università della Svizzera Italiana (USI) e primario di Otorinolaringoiatria dell’Ente ospedaliero cantonale. Per quanto poco noti, questi effetti possono essere orribilmente deturpanti quando coinvolgono il naso, ma non meno problematici quando riguardano il palato: man mano che la perforazione avanza, diventa difficile perfino parlare e deglutire. “In pratica, inalando con una cannuccia o una banconota arrotolata, la cocaina, a furia di arrivare in un punto del naso, erode progressivamente la parete divisoria tra le due fosse. Quando si giunge alla perforazione la sostanza si espande anche nell’altra fossa nasale”, spiega l’esperto in un’intervista rilasciata a ottobre al Corriere del Ticino. “Abbiamo dimostrato scientificamente in laboratorio che questo processo è dato dal fatto che la cocaina innesca nelle cellule sane di un naso un meccanismo che si chiama apoptosi, cioè una morte progressiva delle cellule stesse. Il naso si distrugge perché la cocaina provoca questo processo”. Insistendo a sniffare coca, la situazione può solo peggiorare. “La perforazione si può allargare sino a eliminare la naturale suddivisione tra fossa destra e sinistra; a questo punto spesso c’è un collasso della punta del naso”, prosegue Trimarchi, che tra i suoi pazienti ha pure diciottenni con perforazioni nasali e perfino una giovane che subì la perforazione del palato a 19 anni. La perforazione del naso può presentarsi dopo pochi mesi, come nel caso di Kelly, o dopo qualche anno, ma in ogni caso si formano croste e lesioni che rendono difficile la respirazione. L’unica soluzione è ovviamente smettere di assumere coca – meglio ancora, non cominciare proprio. A quel punto le lesioni si bloccano, ma poi bisogna aspettare un anno per la ricostruzione; sempre che prima non ci si ricaschi, altrimenti il conto riparte da capo. E nel frattempo si vive con tutte le difficoltà immaginabili, non ultime le problematiche estetiche. Ma è da capirsi che i danni della coca non si limitano a questo.
Temibili danni – Benché questa droga sia spesso ritenuta meno nociva di eroina o anfetamina, quanto a pericolosi effetti non è da meno. Crea rapidamente una dipendenza e altrettanto rapidamente induce una pericolosa tolleranza che spinge ad aumentare sempre di più le dosi alla continua ricerca di quella “meravigliosa” sensazione di euforia che la droga insidiosamente offre. Subentrano allora insonnia, anoressia, aggressività, agitazione, allucinazioni, difficoltà di concentrazione, paranoia… Sale la pressione, con il rischio di emorragie cerebrali; si formano trombi, predisponendo all’aterosclerosi; si rischiano ipertensione ed edema polmonare, e quindi difficoltà respiratorie, senso di soffocamento, rantoli, ansia. Ma se gli effetti dentro l’organismo non si vedono a occhio nudo (anche se si sentono), quelli sul viso sono invece ben visibili e devastanti: già da soli dovrebbero bastare a dissuadere anche solo dall’idea di sniffare coca.