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“Mia moglie guadagna più di me e sono felice”. Fabio Caressa parla della sua famiglia e di Milano: “Non è più una città sicura”

Il noto telecronista, sposato con Benedetta Parodi, ha raccontato anche del suo primo approccio con il mondo del giornalismo
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“Va a periodi, ma spesso è capitato che lei guadagnasse più di me”. Fabio Caressa non si nasconde. Il giornalista di Sky Sport, intervistato dal Corriere della Sera, ha parlato di come vive il fatto che sua moglie, Benedetta Parodi, abbia entrare maggiori delle sue: “Da uomo la vivo benissimo. In famiglia entrambi partecipiamo alle spese e se è un periodo in cui guadagno di più io, mi faccio carico di più spese io, se invece guadagna di più Benedetta, se ne fa carico di più lei. È sacrosanto, però c’è chi ancora si stupisce“.

Il noto telecronista del Mondiale di calcio vinto dall’Italia nel 2006, ha anche parlato del suo primo approccio con il mondo del giornalismo: “Avevo più o meno 16 anni quando arrivai a Cioè: il mio compito erano le lettere. Avete presente? ‘Sono tal dei tali, ho incontrato il vip tal dei tali’. Tutto rigorosamente inventato”. Caressa ha quindi raccontato della più grande menzogna che abbia mai scritto sulla rivista: “Quella della ragazza che incontra Bono Vox a Trinità dei Monti, ‘un po’ mascherato per non farsi riconoscere’. Si certo, come no. Se Bono in quel periodo si fosse presentato a Trinità dei Monti sarebbe stato il delirio. A modo mio inventavo storie. Ma comunque ci tengo a dire che ho fatto anche interviste vere: la prima ad Alberto Fortis“.

Il grande passo avvenne solo nel 1991, quando arrivò a Milano per Telepiù: “Abitavo al residence Futura di via Mecenate, allora frequentato in modo diciamo ‘colorito’. Lavoravamo e la sera andavamo a ballare: Beau gest, Lizard. Che tempi“. Da allora ha avuto modo di conoscere e innamorarsi della città, anche se i difetti per Caressa non mancano: “L’area B mi sembra classista e sa un po’ di ponte levatoio che viene alzato dal castello: per lo smog sarebbero state meglio altre soluzioni. Inoltre oggi Milano non è una città che si possa definire sicura: dopo le 20 non puoi prendere la metropolitana. Vuoi il taxi? Non lo trovi. Ciò non va bene e lo dico da padre di tre figli di 22, 20 e 15 anni (Matilde, Eleonora e Diego) che vogliono uscire la sera ma poi sono in difficoltà”.

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