Israele è tornato a colpire le ong internazionali. Cinque persone, tra cui tre operatori umanitari della “World Central Kitchen”, sono stati uccisi a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. La organizzazione ha annunciato la sospensione delle sue operazioni nell’enclave palestinese. Secondo Al Jazeera, almeno 23 persone sono state uccise dall’esercito israeliano nella Striscia dall’alba, di cui 17 a Gaza City, una a Jabalia e cinque nel sud.

Le Forze di difesa israeliane sostengono di aver eliminato un terrorista che ha preso parte al massacro del 7 ottobre nel Kibbutz Nir Oz. Il terrorista, ha riferito l’Idf su Telegram, “lavorava per l’organizzazione World Central Kitchen (Wck) e, in seguito all’incidente, i rappresentanti del coordinamento delle operazioni governative nei territori (Cogat) hanno chiesto ad alti funzionari della comunità internazionale e all’amministrazione di Wck di chiarire la questione e ordinare un’indagine urgente in merito all’assunzione di lavoratori che hanno preso parte al massacro del 7 ottobre e agli attacchi terroristici contro lo Stato di Israele”.

Le Idf hanno riferito di aver “colpito un veicolo con un terrorista che ha preso parte al massacro omicida del 7 ottobre 2023. Il terrorista è stato monitorato dall’intelligence delle Idf per un pò ed è stato colpito in seguito a informazioni credibili sulla sua posizione in tempo reale. Il terrorista, Hazmi Kadih, si è infiltrato in Israele e ha preso parte al massacro omicida del 7 ottobre nel Kibbutz Nir Oz”. “Secondo le informazioni attuali, non è possibile collegare il terrorista a uno specifico tentativo di rapimento”, ha riferito ancora l’esercito israeliano. Quello colpito, proseguono le Israel Defense Forces, era “un veicolo civile senza contrassegni e il suo movimento lungo il percorso non era coordinato per il trasporto di aiuti”.

L’esercito di Tel Aviv aveva colpito l’organizzazione già il 2 aprile, quando sette persone che lavoravano per la ong statunitense fondata dello chef José Andres erano state uccise in un raid aereo. “World Central Kitchen è sconvolta nel confermare che sette membri della nostra squadra sono stati uccisi a Gaza in un attacco dell’Idf”, aveva comunicato in una nota la ong, aggiungendo che le vittime “provenivano da Australia, Polonia, Regno Unito, un cittadino con doppia nazionalità americana e canadese e un palestinese”.

La comunità internazionale e gli Stati Uniti avevano protestato e Tel Aviv aveva dovuto prendere posizione sul caso. “È stato un tragico caso in cui le nostre forze hanno colpito senza intenzione gente innocente nella Striscia”, aveva commentato il premier israeliano Benyamin Netanyahu. “Questo succede in guerra e apriremo un’indagine”, aveva aggiunto. “Coloro che hanno approvato il raid”, aveva poi fatto sapere l’esercito il 5 aprile. “Erano convinti di colpire operativi armati di Hamas e non impiegati di World Central Kitchen (Wck). L’attacco”, era stato spiegato, “è un grave errore che deriva da una seria mancanza dovuta ad un’identificazione errata, a errori nelle decisioni e a un attacco contrario a standard operativi”. L’Idf “solleverà i responsabili“, concludeva il comunicato. Israele aveva quindi annunciato la rimozione di due ufficiali. “Le scuse dell’esercito israeliano per l’oltraggiosa uccisione dei nostri colleghi rappresentano un freddo conforto”, aveva obiettato la World Central Kitchen confermando il blocco delle sue operazioni a Gaza.

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