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“Battaglia nei tribunali, già 50 coppie pronte al ricorso contro la legge sulla gestazione per altri”, l’annuncio dell’Associazione Coscioni

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La legge è stata promulgata e sarà pubblicata lunedì prossimo. Ma è già pronta la risposta legale contro la norma – approvata il 16 ottobre tra le proteste dell’opposizione – che ha reso la gestazione per altri un reato universale. “Siamo pronti a difendere tutte le coppie danneggiate da questa legge ingiusta e irragionevole. Porteremo la nostra e la loro battaglia nei tribunali e in ogni sede adeguata, con l’obiettivo di ristabilire un’opportunità offerta dalla scienza, che – dichiarano all’Ansa Marco Cappato e Filomena Gallo, dell’Associazione Luca Coscioni – una normativa cieca e brutale pretende di condannare come reato universale. Sono già oltre 50 le coppie che, da tutta Italia, si sono rivolte al team legale dell’Associazione Luca Coscioni preoccupate per le conseguenze che questa legge potrà avere sul loro progetto di famiglia”.

“La firma di Mattarella sulla legge Varchi è un atto dovuto (solo ieri il capo dello Stato di aver firmato legge che riteneva sbagliate, ndr), che non sorprende, vista la linea del Presidente di firmare anche atti in palese contrasto con la normativa europea, come nel caso della legge sulla carne coltivata poi annullata dall’Ue”, hanno precisato Cappato e Gallo.

Chi sono i ricorrenti – In merito alle 50 coppie che già hanno contattato l’associazione preoccupate per l’entrata in vigore della legge il tesoriere e la segretaria nazionale spiegano che si tratta di “coppie che hanno appena intrapreso il percorso, che hanno solo firmato il consenso in un centro estero o che hanno già fatto il prelievo di gameti. Coppie che stanno attendendo il parto o che stanno per iniziare il percorso dopo aver scelto il paese con leggi più chiare. Sono per lo più ragazzi e ragazze giovani, coppie eterosessuali, con donne affette da gravi patologie che rendono impossibile portare avanti una gravidanza. Ma ci sono anche coppie dello stesso sesso che che vogliono fare famiglia con dei figli – ribadisce l’Associazione all’Ansa -. Precisiamo che se la procedura di gravidanza per altri all’estero prende il via dopo l’entrata in vigore della legge, la coppia o la persona coinvolta sarebbe perseguibile penalmente, ma sarà necessario capire come lo Stato intenderà agire. Se la procedura, invece, fosse già stata avviata, la legge non sarebbe applicabile, in base al principio di irretroattività del diritto penale. Sarà comunque importante analizzare ogni caso specifico. C’è da chiedersi come faranno a individuare le coppie. Faranno delle indagini? Chiederanno un certificato di parto? In ben 66 paesi la Gpa è regolamentata e questo renderà difficile l’applicazione in particolare nelle fase di cooperazione di polizia per l’acquisizione di fonti di prova. Subito dopo l’entrata in vigore della legge, potrebbe esserci già il primo caso da portare in Tribunale”.

Cosa prevede la legge – Secondo la legge 40, in vigore in Italia dal 19 febbraio 2004, “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”. Il testo licenziato dal Parlamento, a prima firma Carolina Varchi, deputata di Fratelli d’Italia, modifica proprio questo comma (numero 6) dell’articolo 12 della stessa legge 40 e prevede che “se i fatti, con riferimento alla surrogazione di maternità sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana“.

Secondo i dati raccolti dall’Associazione Luca Coscioni, gli Stati in cui si può accedere alla gravidanza per altri “nella sua sola forma solidale”, ai sensi di una specifica legge nazionale, sono sette in Europa (Cipro, Grecia, Macedonia del Nord, Portogallo, Regno Unito, Irlanda e Ucraina), due in Africa (Benin e Repubblica Sudafricana) e, ancora, quattro in Asia (India, Kirghizistan, Thailandia e Vietnam). In America, invece, l’elenco comprende Cuba, Uruguay, quattri Stati degli Usa (Louisiana, Michigan, Nebraska e Virginia) e otto Province canadesi (Alberta, Columbia britannica, Isole del Principe Edoardo, Manitoba, Nuova Scozia, Ontario, Saskatchewan, Terranova e Labrador).

In Oceania, infine, sono coinvolti la Nuova Zelanda e l’Australia. Gli Stati in cui si può accedere alla gravidanza per altri “nella sua sola forma solidale”, anche in assenza di una specifica legge nazionale, sempre secondo l’Associazione Luca Coscioni, sono i seguenti: Paesi Bassi in Europa; Brasile, Colombia, Nunavut, Nuovo Brunswick, Quebec in America e Sri Lanka in Asia.

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