Melli-Olimpia Milano è addio: cosa c’è dietro il divorzio e quale può essere il futuro dell’ormai ex capitano

“È stato un onore vestire di nuovo i tuoi colori ed essere il capitano dello scudetto della terza stella”. Nicolò Melli e l’Olimpia Milano devono dirsi addio: il mancato accordo per il rinnovo è la goccia che ha fatto traboccare il vaso all’interno di un rapporto ormai compromesso da mesi. E il gelido comunicato del club ne è una prova: “Grazie Nicolò Melli, l’Olimpia ti augura il meglio. La Pallacanestro Olimpia Milano e la sua proprietà ringraziano Nicolò Melli per tutto quello che ha fatto per il Club in questi anni, i record individuali stabiliti, le tre stagioni chiuse con la conquista dello scudetto, i ricordi che condivideremo sempre, e augurano a lui e alla famiglia il meglio possibile per il futuro”.
Una scelta premeditata e ufficializzata in un clima di tensione che non si è riappacificato nemmeno dopo la vittoria del 31esimo scudetto. Troppo poco per i ripensamenti. L’incompatibilità con Ettore Messina e la difficile convivenza (tecnica e carismatica) con Nikola Mirotic sono solo alcuni dei motivi che hanno portato Milano e il suo capitano a prendere strade diverse. Il colpo di fulmine nel 2010, interrotto bruscamente e poi riassaporato. Ma come tutti i grandi amori, la passione e le motivazioni per proseguire insieme finiscono. E non sempre c’è un lieto fine.
Da giovane premessa a capitano: la doppia vita all’Olimpia
“Io volevo venire a Milano. Era il periodo in cui stavo prendendo la maturità. Dovevo studiare e al tempo stesso incontrare le squadre interessate a me. Ma io volevo Milano. È una città che per me è stata sempre attraente”. Era stato amore a prima vista in quel lontano 2010. Il sogno di un bambino si trasforma in realtà. Melli era considerato uno dei giovani più interessanti e di prospetto del basket italiano. Dopo i primi successi e i tanti minuti guadagnati, Melli compie una scelta impopolare e decidere di intraprendere un’esperienza all’estero – che lo vede protagonista con le maglie di Bamberg e Fenerbahce – culminata con il biennio in Nba a New Orleans e Dallas. Poi, il ritorno in grande stile da capitano e leader: “Sono contento di essere tornato, non me lo sarei aspettato, non si possono prevedere certe cose, il futuro, ma non l’avevo messo in conto e sono contento che sia successo”. “Io non credo di essere una bandiera, ma essere un pezzo importante nella storia di un club, anche solo per le presenze, è bello”. Dalla volontà di proseguire insieme nell’estate del 2023 fino al grande silenzio. E al saluto finale che ha portato alla separazione ufficiale.
L’addio e le voci sul futuro
L’epilogo di un sodalizio peggiorato sempre di più, e in poco tempo. “Il nostro rapporto è stato a volte distruttivo”: risuonano chiare e profetiche le parole di Melli nei confronti dell’allenatore Ettore Messina. Sono stati mesi tormentati, soprattutto a causa di un cammino europeo disastroso sotto tutti i punti di vista. La scelta dell’estate scorsa di acquistare Mirotic aveva rappresentato un primo campanello d’allarme e una chiara scelta di Messina: il ruolo di Melli in campo – e non solo – sarebbe cambiato. Da stella popolare (e numero uno) a normale giocatore di sistema. Anche negli spogliatoi: le gerarchie sono state ricostruite. Melli si è sentito soffocato. Capitano sì, ma solo sulla carta: il giocatore più rappresentativo sarebbe diventato un altro. “Milano, ti amo e ti amerò per sempre!”. Non l’addio che si aspettava, forse. Nessuna celebrazione ma solo pochi e gelidi saluti. L’Olimpia riparte senza pensarci due volte, Melli fa le valigie che erano già pronte da più di qualche mese. Forse, non doveva finire così. E ora? Si vocifera di un’interesse della Virtus Bologna, acerrima rivale dell’Olimpia, ma anche di un clamoroso quanto improbabile tentativo di Trapani, ambiziosissima neopromossa. C’è poi la pista estera. Si vedrà.
Resta in contatto con la community de Il Fatto Quotidiano