Crime

Emanuela Orlandi, gli 007 presero il diario della ragazza scomparsa e lo diedero alla polizia dopo un mese: tra le pagine i riferimenti a Giovanni Paolo II

Il settimanale Giallo pubblica per la prima volta in esclusiva un documento riservato, spedito dal Ministero dell’Interno alla questura di Roma 41 anni fa

di Alessandra De Vita
Emanuela Orlandi, gli 007 presero il diario della ragazza scomparsa e lo diedero alla polizia dopo un mese:  tra le pagine i riferimenti a Giovanni Paolo II

Il settimanale Giallo pubblica per la prima volta in esclusiva un documento riservato, spedito dal Ministero dell’Interno alla questura di Roma 41 anni fa in cui si legge: “Al signor questore di Roma. Si trasmette fotocopia di un’agenda di Emanuela Orlandi, occasionalmente acquisita dal noto organismo”. L’organismo in questione sono i servizi segreti italiani. Viene spedito il 19 luglio del 1983, quasi un mese dopo la scomparsa della cittadina vaticana di cui non si hanno notizie dal 22 giugno del 1983. Non ci sorprende se pensiamo che l’intelligence italiana fosse piantonata dai giorni immediatamente successivi alla scomparsa a casa degli Orlandi, come dichiarato più volte dallo stesso Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che lo ha ribadito due settimane fa davanti alla Commissione Parlamentare d’inchiesta. Come scrive anche “Giallo”, nel luglio del 1983 alla polizia di Roma arrivarono alcune pagine fotocopiate di un diario di scuola di Emanuela “occasionalmente acquisito” dai servizi segreti.

Il 19 luglio 1983, mentre il telefonista anonimo passato alla storia come l’Americano ha già chiesto lo “scambio” tra la figlia di Ercole Orlandi e l’attentatore del Papa Ali Agca’, giungono in Questura le suddette pagine acquisite dai Servizi. Come mai gli agenti segreti, ancora prima che gli inquirenti, avevano preso il diario della 15enne scomparsa? Cos’altro hanno preso, verrebbe da chiedersi.

Giallo riporta anche un altro particolare, di questa tragica vicenda. Sul diario fotocopiato, una compagna di classe di Emanuela fa riferimento a un fantomatico “Giovannino”, poi esplicitamente chiamato “G.P.II”, Giovanni Paolo II, ma è chiaramente emerso fosse solo uno scherzo pesante tra adolescenti, privo anche del minimo fondamento o riscontro sebbene abbia generato piste molto fantasiose, negli anni. L’elemento di vero e assoluto interesse di questo documento è invece un altro riferimento: quello alla linea telefonica riservata ai rapitori, la 158, anche questa già emersa nel corso di passate inchieste (in particolare quelle firmate dal giornalista Andrea Purgatori) e adesso confermata chiaramente da queste pagine su carta intestata “ministero dell’Interno – dipartimento della Pubblica sicurezza”, lo stesso diffuso da “Giallo”.

Dopo la breve nota sulla consegna del diario di scuola di Emanuela, nel secondo capoverso si legge, secondo quanto riportato dal settimanale: “Si invia, altresì, altro appunto di detto organismo (i servizi segreti, ndr) riguardante l’installazione di una linea telefonica del centralino della Città del Vaticano per i contatti con i presunti rapitori dell’Orlandi”. Un dettaglio di fondamentale rilievo che dimostra l’interessamento degli 007 italiani, in accordo con i vertici ecclesiastici, alla famosa linea riservata attivabile tramite il codice 158. Un elemento riemerso nei giorni scorsi dopo una nuova perizia che ha confrontato la voce dell’Americano (che quel giorno, il 19 luglio del 1983, parlò con il cardinale Agostino Casaroli) e quella di Marco Accetti noto fotografo romano già indagato nel 2013 per il sequestro sia di Emanuela che di Mirella Gregori e poi prosciolto dalle accuse.

Foto: Spazio 70 di Tommaso Nelli

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