La strenua resistenza del popolo palestinese a Gaza e in Cisgiordania sta mettendo impietosamente a nudo la sconfitta strategica del nazisionismo che si trova in un vicolo cieco da cui non riesce ad uscire. Questa resistenza è già costata oltre trentacinquemila vittime, per lo più civili e bambini indifesi, decine di migliaia di feriti e mutilati e sofferenze inenarrabili a tutto il popolo costretto a una fuga senza fine e senza scampo e privato dei beni essenziali alla sopravvivenza.

La strategia genocida dello Stato di Israele mira ad annientare i palestinesi in quanto popolo, bombardando in modo indiscriminato case e strutture civili di ogni tipo, dalle scuole ai luoghi di culto agli ospedali, sequestrando, torturando e uccidendo i medici, gli avvocati, gli insegnanti e gli intellettuali di ogni tipo.

Ma il governo israeliano di Netanyahu, Ben-Gvir, Smotrich & C. non potrebbe realizzare il suo disegno criminale senza l’appoggio delle potenze occidentali che lo riforniscono costantemente di armi, munizioni e denaro, con in testa Stati Uniti, Germania e Italia. Il nostro Paese, infatti, nonostante le bugie e l’ipocrisia del ministro Tajani, del ministro Crosetto e della premier Meloni, è il terzo fornitore al mondo di armamenti per il genocidio.

Al tempo stesso il governo italiano, raccogliendo prontamente l’appello totalmente basato su indecenti fake news lanciato dal governo israeliano che sosteneva il coinvolgimento di elementi legati all’UNRWA negli attacchi del 7 ottobre, ha interrotto ogni sostegno a questa organizzazione, che opera nel quadro delle Nazioni Unite e il cui operato è essenziale per garantire la sopravvivenza del popolo palestinese assediato e massacrato, così come sono stati vergognosamente tagliati i finanziamenti alle altre organizzazioni non governative che intervengono a Gaza.

Mentre altri governi, come quello canadese è quello tedesco, sotto la spinta, quest’ultimo, del ricorso presentato nei suoi confronti dal Nicaragua sandinista alla Corte internazionale di giustizia, hanno ripreso il loro appoggio, il governo italiano ancora non l’ha fatto, evidentemente in attesa della luce verde da parte del governo di Washington che, in questo come in altri casi decide la politica estera e quella interna di uno Stato, il nostro, che sovrano nel pieno senso del termine non lo è mai stato ed oggi lo è meno che mai.

Mentre si piegano servilmente per ottemperare ai desiderata dei loro padroni d’oltreoceano i ministri del governo Meloni (ma quelli di Draghi e Letta non erano meno infingardi) ricorrono alla menzogna spudorata per nascondere il loro operato all’opinione pubblica che, per quanto tramortita e boccheggiante, potrebbe reagire di fronte a intollerabili verità. Ciò vale per i missili Storm Shadow ceduti alla chetichella all’Ucraina, che potrebbero costituire elemento decisivo dell’allargamento del conflitto colla Russia fino alla catastrofe nucleare. Ma vale anche per gli armamenti messi a disposizione di Netanyahu e del suo governo di criminali per essere sperimentato sulla pelle dei civili palestinesi indifesi.

Tajani ha dichiarato, subito dopo il 7 ottobre, e ribadito più di recente che l’Italia aveva smesso di rifornire le Forze armate israeliane, ma queste sue affermazioni vengono smentite dalle statistiche relative al commercio estero degli ultimi mesi, che attestano l’esistenza di un flusso ininterrotto di armi e munizioni italiane verso il genocidio in atto. Per non parlare del fatto che fanno scalo in Italia i rifornimenti bellici provenienti dagli Stati Uniti e dell’esistenza di rapporti consolidati anche sul piano della ricerca.

Contro questi ultimi si stanno giustamente ribellando i giovani in tutto il mondo occidentale, che in tal modo mettono sotto accusa anche il peso crescente del capitale militare-industriale nelle università, un dato di fatto estremamente inquietante che costituisce a sua volta uno degli indici più evidenti del fatto che in Occidente l’economia e la società sono sempre più orientati verso la guerra, la distruzione e la morte.

Anche per questo motivo i lugubri rintocchi della campana del genocidio che sta suonando ormai da oltre sei mesi a Gaza ci riguardano tutti molto da vicino. La strategia dei genocidi è anche quella della cancellazione di ogni sentimento di umanità e di giustizia. È chiaro che l’appoggio militare e politico dell’Occidente è essenziale per il genocidio e che va bloccato per dare una chance alla pace e alla vita.

Per questo sono stati presentati recentemente ricorsi sia in sede civile che penale, come pure una diffida al Ministero degli Esteri che, qualora non accolta, potrebbe trasformarsi in ricorso amministrativo, per porre fine allo scandalo rappresentato dalla complicità del governo italiano in questo genocidio.

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