Caos nel mondo dello sport. Il presidente del CONI Giovanni Malagò ha definito l’intenzione del ministro dello Sport Andrea Abodi di creare un’agenzia governativa che controlli i conti dei club di calcio per detronizzare la Covisoc “una norma non per migliorare la situazione, ma per cambiare le regole del gioco“, in un’intervista al quotidiano Repubblica. Di fronte a queste parole però è intervenuto lo stesso Abodi per cercare di calmare le acque: “Mi domando come mai tanta agitazione. Stiamo parlando semplicemente di controlli finanziari, che dovrebbero essere quasi un fattore indifferente. Devono essere fatti bene e possibilmente anche in modo indipendente e terzo“.

La riforma Abodi potrebbe concretizzarsi a breve attraverso un decreto legge. Una fretta che Malagò non sembra aver digerito: “Un decreto legge appena viene votato è immediatamente esecutivo. Se passa, da qui al 31 maggio questa agenzia dovrebbe fare nomine, scegliere le figure ed essere immediatamente operativa. Ditemi voi”. L’accento viene posto anche sul caos che potrebbe generarsi sul lavoro della Covisoc, la Commissione di vigilanza sulle società di calcio interna alla Figc: “È un problema. Al 6 di maggio siamo nel pieno delle iscrizioni dei campionati. La Covisoc produce la sua attività, la documentazione deve essere prodotta entro il 31 maggio, perché poi entro il 30 giugno la Covisoc deve gestire le sue dinamiche”. La replica di Abodi, nel corso della trasmissione Radio Anch’io Sport, non si è fatta attendere: “È il primo decreto dopo 20 anni dedicato solo allo sport e ha caratteri d’urgenza. Sul tema ho visto tanta agitazione e anche alcune inesattezze. Avrei voluto che lo stesso fermento si manifestasse quando sono stati stralciati debiti fiscali di squadre di club professionistici di A, B e C per oltre 100 milioni soltanto negli ultimi due anni”.

Oltre alle tempistiche Malagò ha sottolineato il poco rispetto nei confronti del CONI, mai, fino a ora, messo al corrente della norma del ministro dello Sport: “Il Coni ha letto quel documento su Repubblica, e poi sulle agenzie. E la bozza l’ha ottenuta solo tramite la Figc, che l’aveva ricevuta poco prima dal ministro. Mi sarei aspettato quantomeno che fosse inviata anche a noi”. Ma Abodi ha cercato di spegnere ogni allarme parlando di una semplice fuga di notizie: “La bozza è stata fatta uscire indebitamente, in maniera non corretta e quindi si è data una lettura non definitiva a un testo non definitivo. Il linguaggio usato dal presidente del CONI non mi sembra il più formale tenendo conto delle circostanze. Comunque, il testo è soggetto a ulteriori verifiche, ma non può essere stravolto, sarà integrato e arricchito di contenuti”.

Fra i dubbi espressi da Malagò c’è anche quello di un possibile contrasto della riforma con gli organismi sportivi internazionali e i loro regolamenti: “Se una società fosse esclusa da questa agenzia per motivi economici dal campionato e fosse invece iscritta dalla Uefa alla Champions o dalla Fifa al Mondiale per club, cosa succederebbe?”, ha chiosato alla Gazzetta dello Sport. “Prima di prendere qualsiasi posizione a livello normativo questo va verificato. Altrimenti si rischia la figuraccia mondiale e, purtroppo, i governi italiani non sono nuovi a situazioni simili. In passato, sono state sostenute posizioni che poi sono stati costretti a modificare”. Ancora una volta, Abodi ha provato a ridimensionare la portata delle polemiche facendo chiarezza: “Qui non è minimamente toccata l’autonomia sportiva. Si sta semplicemente attribuendo a un soggetto terzo i controlli finanziari, che non rientrano minimamente nelle scelte sportive che sono prerogativa assoluta della Federcalcio. Nulla viene toccato relativamente alla definizione dei criteri da parte della Federcalcio, nulla viene toccato per l’attribuzione delle licenze per la partecipazione dei campionati. Vorrei sapere dov’è l’attentato all’autonomia dello sport”.

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