Da quello che si legge sui media, sembra che il mondo non cambi mai: guerre, massacri, polemiche e tante altre cose passano rapidamente sulle prime pagine per poi scomparire. E, dopo un po’, si ricomincia da capo. Ma al di là del rumore di fondo ci sono delle cose che cambiano. Eccome se cambiano.

Una di queste è la questione del riscaldamento globale. Anche qui, sembra che cambi poco per quelli che ormai hanno deciso che è una bufala creata dai poteri forti; come pure per quelli che si sono convinti che “la scienza è ormai accertata” e non c’è più nulla da discutere. Ma non è così. Tantissime cose stanno cambiando sul fronte del clima. Vi riassumo il “bollettino di guerra” degli ultimi mesi.

1. Temperature in rapido aumento. Che la temperatura continui ad aumentare non è una novità, ma salto in avanti del 2023 è stato impressionante. Abbiamo scavallato il famoso limite di 1,5 gradi di aumento della media globale che gli accordi di Parigi del 2015 avevano messo come limite. Due elementi hanno contribuito: uno è l’apparizione del fenomeno detto “El Niño” nel Pacifico, una corrente calda che periodicamente riscalda le acque superficiali del Pacifico meridionale e fa aumentare le temperature globali. L’altro è dovuto ai provvedimenti per ripulire l’inquinamento da ossido di zolfo generato da combustibili particolarmente sporchi, in particolare in campo navale. Viene fuori che l’ossido di zolfo nell’atmosfera rifletteva un po’ di luce solare e la sua riduzione ha aumentato la temperatura degli oceani. E’ paradossale che per combattere l’inquinamento dell’aria abbiamo aumentato il riscaldamento globale, ma è una conferma del principio che “le disgrazie non vengono mai sole”.

2. I “Modelli Caldi”. “Hot Models” in inglese, un gioco di parole dato che il termine si può leggere in un modo che non ha niente a che vedere con il clima. Ma la faccenda è seria: l’ultima generazione dei modelli climatici trova che il CO2 riscalda l’atmosfera più di quanto non si ritenesse prima. Da una parte c’è chi ha trovato questa notizia preoccupante, dall’altra c’è chi l’ha presa come una prova che i modelli sono sbagliati e che il cambiamento climatico non esiste. Ma il dato va visto nel suo contesto. Il clima è una cosa complessa e non lo si può ridurre a un singolo parametro. Perciò, non c’è niente di strano se i risultati dei modelli cambiano via via che la situazione cambia. Che eravamo in grossi guai lo sapevamo già, è solo che potremmo essere un po’ più nei guai di quanto non pensassimo fino a poco tempo fa.

3. Il Collasso dell’AMOC, ovvero dell’ “Atlantic Meridional Overturning Circulation.” Questa corrente include la Corrente del Golfo e porta calore dall’equatore verso Nord. Come risultato, l’Europa del Nord gode di un clima relativamente mite. Ora, ci sono indizi piuttosto forti che l’AMOC sta rallentando. Secondo gli ultimi calcoli, potrebbe collassare in una cinquantina di anni con effetti come la glaciazione del Nord Europa, la desertificazione dell’Europa del Sud, il surriscaldamento delle regioni tropicali, e altre cosette molto poco simpatiche. Vi ricordate il vecchio film “L’Alba del Giorno Dopo”? Era molto esagerato, ma l’idea è quella.

Insomma, la scienza evolve e cambia come ha sempre fatto, ma il clima rimane un problema fondamentale. Quello che non cambia, purtroppo, è la nostra reazione a notizie sempre più preoccupanti. Secondo l’ultimo sondaggio Ipsos, sembrerebbe che la maggior parte di noi abbia deciso che non c’è più niente da fare per salvare il clima e che a questo punto tanto vale ignorare il problema. Non è sorprendente, considerando che i governi preferiscono invece impegnarsi in guerre di sterminio.

Ma ci sono anche delle novità positive, soprattutto la rapida espansione dell’energia rinnovabile, e con essa del trasporto elettrico. Questi due fattori stanno cominciando a mettere in difficoltà l’industria petrolifera creando le condizioni per una vera transizione via dai combustibili fossili. Allo stesso tempo, sta venendo fuori che le foreste hanno un ruolo importante nel raffreddare l’atmosfera, più di quanto si pensasse fino a oggi. Lavorando su questi due fattori, elettrificazione e riforestazione, ce la possiamo ancora fare!

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