Da cittadino europeo, quando si risiede in un altro paese Ue, si ha diritto di votare alle elezioni comunali ed europee di quel paese (o di optare per il voto nel proprio paese). E’ quanto capita ai tanti italiani residenti all’estero e quanto è capitato anche a me quando ho vissuto in Francia o nei Paesi Bassi.

A seconda del paese, le regole per votare sono diverse, ma solitamente sempre uguali tra cittadini del paese e cittadini Ue, proprio in virtù del principio di non discriminazione sancito dai trattati, che equipara i cittadini europei a quelli del paese. Se per esempio in Francia per votare bisogna iscriversi alle liste elettorali (gli stessi francesi devono farlo, altrimenti non possono votare), nei Paesi Bassi basta essere registrato come residente (ottenendo un numero chiamato Bsn) e si è automaticamente iscritti nelle liste elettorali. E in Italia?

Fino a non molto tempo fa pensavo che ai cittadini Ue venisse riservato lo stesso trattamento che agli italiani, ai quali basta essere residenti per essere automaticamente iscritti nelle liste elettorali. Ho scoperto invece di recente che non è così. Molti sono infatti i cittadini Ue che, con l’avvicinarsi delle elezioni europee, stanno verificando le modalità di voto e stanno scoprendo che, nonostante siano regolarmente iscritti all’anagrafe e quindi residenti nel nostro paese, non risultano nelle liste elettorali del Comune e non potranno quindi esercitare il diritto di voto in Italia.

Poca cosa, starete pensando, basterà chiedere rapidamente l’iscrizione proprio in virtù della residenza e potranno votare alle prossime elezioni europee previste per giugno (manca ancora un mese e mezzo). E invece no! Il termine per presentare domanda per esercitare il diritto di voto dei cittadini Ue residenti in Italia era infatti l’11 marzo. Ciò non sembra in linea con la normativa europea, in quanto, se è vero che i paesi dell’Ue possono richiedere ai cittadini dell’Ue di registrarsi se desiderano votare in quel Paese, questi devono tuttavia assicurarsi che i cittadini dell’Ue siano a conoscenza delle scadenze e delle procedure di registrazione. E non mi risulta che i cittadini europei residenti in Italia siano stati prontamente informati dal nostro paese e dalle sue autorità delle scadenze e procedure di registrazione: nessuno gli scrive direttamente, né dal Comune né dal Ministero, per informarli delle scadenze e procedure per votare.

Due sono le soluzioni per porre fine a questa disparità di trattamento: uniformare la procedura per italiani e cittadini Ue, prevedendo che anche questi ultimi, come gli italiani, vengano automaticamente inseriti nelle liste elettorali quando si iscrivono in anagrafe; o in alternativa prevedere una comunicazione puntuale e trasparente nei confronti di tutti i cittadini europei residenti in Italia (tramite il Ministero degli Interni o il Comune di residenza), in modo che possano essere informati delle procedure e delle scadenze per poter esercitare il diritto di voto alle elezioni comunali ed europee.

La terza è quella di lasciare le cose come stanno, ma in tal caso potrebbe sembrare ci sia una vera volontà di ostacolare il voto dei cittadini europei nei nostro paese.

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