Ci sono quelle stagioni maledette, dove tutto ciò che può andar male ti va peggio. È un po’ ciò che sta succedendo quest’anno ai De Laurentiis, padre e figlio, Re Mida al contrario delle loro squadre. Qualsiasi cosa fanno diventa un autogol. Come l’affare Cheddira, passato in estate dal Bari al Napoli e parcheggiato in prestito al Frosinone: è mancato ai pugliesi, che sono ad un passo dalla retrocessione, e con i suoi gol ha dato probabilmente il colpo di grazia alle speranze di qualificazione in Champions dei campani. Un capolavoro.

Già dalla lettura delle formazioni era chiaro che sarebbe finita così: Walid Cheddira titolare in Napoli-Frosinone, in quello che è di fatto il suo stadio anche se non ci ha mai giocato, visto che il cartellino è di proprietà degli azzurri. Doppietta decisiva per rimontare due volte le reti di Politano e Osimhen e rimbalzare l’ennesimo tentativo della squadra di Calzona di agganciarsi in extremis al treno per l’Europa che conta. Impresa quasi disperata, se guardiamo il rendimento degli azzurri, ma in teoria ancora possibile, visto che le rivali balbettano e il quinto posto che pure qualificherà alla Champions (ormai manca solo l’ufficialità) dista tutto sommato ancora solo sei punti, con gli scontri diretti da giocare in casa contro Roma e Bologna. Peccato che ad allontanare il traguardo che più d’ogni altra cosa sta a cuore a De Laurentiis, perché vale decine di milioni vitali per il progetto, sia stato proprio un giocatore della multiproprietà dei De Laurentiis. Può sembrare un semplice scherzo del destino, una rivisitazione della classica sentenza del gol dell’ex, ma in realtà ha un significato recondito neanche troppo nascosto.

La stagione del Napoli è stata fin qui un disastro, ma se vi può sembrare un incubo passare dallo scudetto all’ottavo posto, allora non sapete ciò che stanno vivendo a Bari: i biancorossi l’anno scorso sono arrivati a un minuto dalla promozione in Serie A (che avrebbe costretto i De Laurentiis a vendere il club), e ora dalla finale playoff si ritrovano virtualmente ai playout, quartultimi in classifica, con la peggior striscia del campionato (2 punti nelle ultime 8 gare). Un tracollo frutto delle scelte societarie, che poi sono le stesse che hanno affossato il Napoli: mercato presuntuoso, esoneri in serie, i punti di contatto fra le due squadre sono tanti. E Cheddira è la congiunzione del cerchio.

In estate la proprietà lo ha spostato come fosse una figurina dal Bari al Napoli, insieme al portiere Caprile, parcheggiandoli entrambi in prestito in Serie A per far aumentare ulteriormente il loro valore. Un’operazione fra parti correlate che, oltre ad avere evidenti profili di inopportunità (vero Figc?), ha sancito definitivamente il ruolo di società satellite dei biancorossi (in Puglia infatti i tifosi ormai sono furibondi). Proprio i gol di Cheddira sono mancati al Bari, che rischia di finire in C a causa dei numeri disastrosi del suo attacco. Sono gli stessi gol che magari alla fine dell’anno risulteranno decisivi per la mancata qualificazione in Champions del Napoli, un danno da oltre 50 milioni di euro per i De Laurentiis. In fondo non è solo sfiga o coincidenza. Si chiama karma.

Twitter: @lVendemiale

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