Sono oltre 16mila gli evacuati a causa delle inondazioni che, nella notte tra venerdì 12 e sabato 13 aprile, hanno colpito la regione russa di Orenburg, negli Urali, non lontano dal confine con il Kazakhistan. Secondo quanto riferito dal servizio stampa del governo regionale, circa 1.100 persone si trovano ora nei centri di accoglienza temporanea. L’agenzia Tass ha fatto sapere che “1.091 persone – tra cui 219 bambini – sono state sistemate in 35 centri di accoglienza temporanea”.

A Orenburg, situata a 1.200 chilometri a Sud-Est della capitale Mosca, abita circa mezzo milione di persone. Negli ultimi giorni, nella zona del fiume Ural, la quantità di pioggia caduta è stata eccezionale per il periodo e i fiumi si sono ingrossati a causa del rapido scioglimento dei ghiacciai dovuto al caldo anomalo. Nella regione è ceduta anche una diga.

Il sindaco di Orenburg, Sergei Salmin, con un messaggio su Telegram, ha invitato i residenti a “evacuare urgentemente” mentre le sirene suonavano in città. Le autorità locali, inoltre, hanno fatto sapere che in alcuni punti il livello dell’acqua esondata dal fiume Ural ha toccato, nella giornata di ieri 13 aprile, gli 11,7 metri, oltre 40 centimetri in più rispetto a venerdì.

L’inondazione ha investito quartieri residenziali della città. Diverse le strade allagate, con il conseguente isolamento di alcune aree. Nel vicino Kazakistan, invece, le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza in 10 regioni su 17. E il presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev ha definito le inondazioni “un disastro naturale come non lo si vedeva da molti anni”.

Articolo Precedente

Le reazioni. Usa: “Al fianco di Tel Aviv ma no a contrattacchi”. Ue: “Scongiurare escalation”. Cina: “Cessare guerra a Gaza”

next
Articolo Successivo

L’azione Usa per raffreddare i proclami bellicosi di Netanyahu (e non essere trascinati in guerra). Biden: “Non partecipiamo a un contrattacco”

next