“Meloni, non ci fai paura”, è il messaggio lanciato da Luca Casarini, capo missione della ong Mediterranea, dopo il fermo imposto alla Mare Jonio. “Le Autorità hanno notificato al comandante e all’armatore il provvedimento con multa fino a 10mila euro e il fermo amministrativo”, ha reso noto la ong. Secondo quando si apprende, gli operatori della ong sono accusati “di aver istigato la fuga dei migranti per sottrarsi alla guardia libica”. Due giorni fa la guardia libica aveva sparato contro Mare Jonio mentre operava un salvataggio in zona Sar libica (acque internazionali), salvando 56 persone. Successivamente è stato assegnato il porto sicuro di Pozzallo, dove poi è stato comunicato il provvedimento di fermo di 20 giorni in base al decreto Piantedosi.

Fermo che la ong Mediterranea considera una “rappresaglia” e sostiene imposto “sulla base delle accuse false della cosiddetta guardia costiera libica”. Ribadendo di aver soccorso in acque internazionali 56 persone “nonostante l’attacco a colpi di arma da fuoco dei libici”. Mediterranea ha spiegato di aver raccolto anche 11 persone che si sono gettate in acqua dopo essere state prese a bordo dalla guardia costiera libica. “Di fronte al salvataggio e nonostante le documentate raffiche di spari dei miliziani contro la Mare Jonio, la risposta del governo italiano è stata di sequestrare la nave. E nel provvedimento si incolpa la Mare Jonio per la fuga delle persone dai carcerieri libici camuffati da guardia costiera, finanziati dall’Italia”, attacca Casarini. “Il comportamento della cosiddetta guardia costiera in mare è stato criminale, come documentato e testimoniato”.

“Le persone venivano frustate davanti ai nostri occhi, per questo si sono gettate in acqua. Non abbiamo invitato nessuno a gettarsi in acqua, abbiamo fatto solo quello che ci impone il diritto. Ci hanno notificato delle menzogne per imporci il secondo fermo amministrativo per la Mare Jonio”, ha raccontato in conferenza Denny Castiglione, capomissione della Missione 16 di Mediterranea. Che invece si interroga sulla fine di quanti non è riuscito a salvare, “visto il trattamento riservato loro dai libici”. “I soccorritori sono stati testimoni prima di percosse date sul ponte della motovedetta a persone che volevano scappare e che abbiamo documentato – aveva già raccontato Casarini dopo lo sbarco a Pozzallo – Uno dei sopravvissuti ha una ferita alla testa, è stato colpito con un calcio di fucile. Poi gli spari che hanno generato il panico. I proiettili sono arrivati ad un metro dai soccorritori”.

Mediterranea ha diffuso il video dell’attacco, con scene che testimoniano il panico, migranti che si buttano in mare per paura di essere colpiti, altri che dalla motovedetta sembrano essere spinti in acqua proprio dai libici. “Quando mai si spara per soccorrere? E a sparare sui soccorritori della Mare Jonio è stata proprio la motovedetta Fezzan 658, già appartenuta alla Guardia di Finanza e donata proprio dal governo italiano ai miliziani libici. Colpi di kalashnikov in aria, poi in acqua, verso i soccorritori e i migranti. Inaccettabile”. Alla fine della conferenza, Casarini ha mandato un messaggio alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Non ci fai paura, noi continueremo a pensare che è giusto salvare vite, questi provvedimenti non ci fermeranno, noi continueremo”.

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