Edoardo Leo: “Il Clandestino è una storia di solitudine, fallimento e rinascita. A novembre il mio film su Otello e femminicidio”

Il Clandestino – Un investigatore a Milano” è la nuova serie tv in 6 serate in onda da lunedì 8 aprile in prima visione su Rai Uno. Il protagonista principale è Edoardo Leo che interpreta Luca Travaglia, ex ispettore capo dell’antiterrorismo. L’attore è stato ospite a FqLife, condotto da Claudia Rossi e Andrea Conti su Facebook e YouTube de Il Fatto Quotidiano e FqMagazine.

“Luca Travaglia è il protagonista della serie – spiega l’attore -. È un ex ispettore capo dell’antiterrorismo, si dimette dalla Polizia dopo un attentato che è costato la vita alla sua donna. È stato mandato via perché accusato di non essersi accorto di quello che stava accadendo in casa. Così Travaglia lascia Roma e si trasferisce a Milano, dove tira avanti facendo il buttafuori nelle discoteche. Lì incontra altri personaggi che segneranno la sua vita. C’è molta solitudine in questo film e non è un caso che io sia andato a vivere da solo in hotel, dove ho pure cucinato per me. Ho fatto questa immersione di solitudine per entrare meglio nel personaggio. Milano è una città che amo molto e ci vivrei, in questo film abbiamo raccontato sia quella legata alla moda e agli apertivi che quella più profonda delle periferie. Sono ‘in attesa’ del riscontro per questo film, non vedo l’ora di leggere i commenti”.

E sulle storie di morte e rinascita Leo spiega: “Ho cercato di capire perché ho sempre scelto ruoli di riscatto, di rinascita dopo un momento buio. Forse è legato anche alla mia gavetta trentennale quando sono stato bocciato diverse volte per la scuola di recitazione, le porte in faccia, ho avuto anche molti bassi nella mia carriera. Però dal fallimento ci si risolleva sempre”.

Il boom del cinema italiano di “Io Capitano” di Matteo Garrone e “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi sono motivati dal fatto che “sono dei bellissimi film. La gente applaude dei bellissimi film non solo perché si parla di temi importanti come l’immigrazione per Garrone e la violenza sulle donne per Paola, che peraltro è anche una mia carissima amica. Sono temi che entrambi i registi trattano da tempo e che hanno trovato poi sfogo in due film che sono piaciuti tantissimo al grande pubblico”.

Di un tema importante parlerà anche Edoardo Leo nel suo prossimo film: “A novembre uscirò con un film che si intitola “Non sono quello che sono” che è la traduzione integrale dell’Otello di Shakespeare. Volevo fare un film di un tema di cui mi occupo da tanto tempo ossia della violenza di genere e dei femminicidi. Sono uno dei pochi uomini dentro la Fondazione Una Nessuna Centomila e quindi il fatto di arrivare a fare un film su un femminicidio, scritto più di 400 anni fa, viene da un lavoro e da un impegno sul tema svolto ormai da anni”.

Precedente
Precedente
Successivo
Successivo

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.