Next Gen Atp Finals, 6 Kings Slam e ora anche le WTA Finals. L’Arabia Saudita non smette di fare incetta di tennis è ora si è presa ufficialmente il Master di fine anno. Come comunicato dalla federazione femminile, Riyadh, la capitale del paese, ospiterà il torneo in cui si sfidano le migliori otto giocatrici di singolare e coppie di doppio nel triennio 2024-2026. Una decisione accolta così dal CEO della WTA, Steve Simon: “Portare le WTA Finals a Riyadh è un’opportunità nuova ed entusiasmante, per noi e per la crescita di lungo periodo del tennis femminile. Siamo rimasti impressionati dall’impegno della Federazione saudita nel promuovere lo sport a tutti i livelli: non abbiamo dubbi che sarà un evento di primissima qualità tanto per le giocatrici quanto per i tifosi”. Le Finals femminili, però, sono solo l’ultima conquista della già lunga operazione saudita di sportwashing.


Pigliatutto – A far chiudere l’accordo sono stati sempre i petroldollari. L’Arabia Saudita ha infatti messo sul piatto un prize money da più di 15 milioni di dollari per il 2024, sei in più rispetto al montepremi dell’edizione precedente in Messico, con possibili incrementi nel 2025 e 2026. Ma la pioggia di denaro per le WTA Finals, che quest’anno si terranno dal 2 al 9 novembre, è solo l’ultima a travolgere il mondo del tennis. Le prime a cadere nella ragnatela sono state le Atp Next Gen, le Finals degli under 20, che a fine 2023 sono passate da Milano a Jeddah e qui rimarranno fino al 2027. Jannik Sinner, uno dei vincitori del torneo dedicato ai giovani, giocherà il prossimo ottobre a Riyadh il cosiddetto “6 Kings Slam“. Si tratta di un nuovo evento di esibizione con un montepremi tre volte più ricco di Wimbledon, ai cui partecipanti (Djokovic, Nadal, Alcaraz, Medvedev e Rune oltre all’altoatesino) spetteranno 1,5 milioni di dollari solo di partecipazione, mentre il vincitore arriverà a incassarne 4,8. Insomma, il tennis sta cambiando volto cercando più popolarità e lo sta facendo accasandosi in Medio Oriente dove, dicono le voci, in futuro si potrebbe giocare un nuovo Masters 1000.

Il calcio – Oltre alla racchetta, lo sportwashing dell’Arabia Saudita ha colpito in grande stile il pallone. Per rinnovare la sua immagine, martoriata dal pessimo stato dei diritti umani e dalla condizione di vita delle donne, il paese ha investito 939 milioni per rimpolpare di stelle le squadre della Saudi Pro League: una cifra seconda solo ai quasi tre miliardi spesi dalla Premier League e superiore ai mercati di tutti i top 5 campionati europei. Dopo Cristiano Ronaldo all’Al-Nassr sono arrivati così Neymar, Malcom e Mitrovic, rispettivamente per 90, 60 e 53 milioni e diversi altri fuoriclasse come Benzema, Kanté e Milinković-Savić a suon di contratti da capogiro. Da ricordare in questo campo è anche lo sforzo, di oltre 350 milioni di euro, fatto dal PIF, il fondo sovrano con a capo Mohammed bin Salman, per comprare il Newcastle in Inghilterra.

Nessun prigioniero – Lo shopping non ha risparmiato gli altri sport, dal golf alle arti marziali fino al cricket. Anche la Formula 1 è stata messa nel mirino. Oltre al Gp che si tiene a Jeddah dal 2021, si aggiungerà dal 2028 il circuito di Qiddiya: il più lungo e veloce al mondo, percorso in senso anti orario, con una curva alta 70 metri di nome “Blade” e dotata di illuminazione a Led. In altre parole un rollercoaster da parco giochi che sorgerà soltanto un anno prima dell’impianto spaziale da 500 miliardi di dollari per i Giochi invernali asiatici del 2029. L’evento si terrà in una località di montagna in via di progettazione nel Golfo Arabo capace di offrire lo sci all’aperto, una riserva naturale e un lago artificiale “per fare snorkeling e sciare nello stesso giorno”. Si salvi chi può.

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