I ricchi sono sempre più ricchi, i poveri sono sempre più poveri. Alla base del divario, tra gli altri fattori, anche le eredità che in molti Paesi passano di mano senza essere tassate, o quasi. Così per la prima volta in 15 anni, secondo i dati di Forbes, tutti i miliardari sotto i 30 anni hanno ereditato la loro ricchezza. Detto in altri termini: nessuno di loro ha un’estrazione socio-economica familiare differente e si è “fatto da solo”. Addio ascensore sociale: il “grande trasferimento di ricchezza” – 84.000 miliardi di dollari nei prossimi 20 anni, secondo le stime della società di consulenza Cerulli Associates – dai baby boomer miliardari a figli e nipoti è iniziato.

Mentre i super-ricchi diventano sempre più ricchi, il loro potere rimane confinato nel contesto familiare. Nel quarto trimestre 2023 la ricchezza in mano all’1% dei cittadini più abbienti degli Stati Uniti ha raggiunto la cifra record di 44.600 miliardi di dollari. Il patrimonio dell’1%, definiti dalla Federal Reserve come coloro che hanno una ricchezza superiore ad 11 milioni di dollari, è aumentato di 2mila miliardi nei tre mesi considerati grazie alla corsa dei listini azionari. Una fortuna in crescita, e che si eredita: i più ricchi under 30 al mondo sono i fratelli irlandesi Mistry, di 25 e 27 anni, che possiedono circa 4,9 miliardi di dollari ciascuno grazie al Tata Sons con sede a Mumbai, il colosso indiano che spazia dall’informatica alle comunicazioni, dall’ingegneria all’energia. I due hanno ricevuto le loro quote di minoranza in Tata dopo la morte nel 2022 del padre, Cyrus Mistry, morto meno di tre mesi dopo il nonno Pallonji Mistry.

Un fenomeno che riguarda anche l’Italia, dove la tassa di successione ha franchigie elevate nonostante oltre tre italiani su 4 siano a favore di un aumento almeno per le eredità milionarie o multimilionarie, secondo un sondaggio Radar dell’istituto di ricerca e analisi di mercato Swg di novembre 2023. Così, anche nel nostro Paese, il più ricco tra i giovani ha ereditato tutto ciò che possiede. È Clemente Del Vecchio, 19 anni, che ha ottenuto la partecipazione azionaria in EssilorLuxottica alla morte del padre Leonardo nel 2022, diventando il più giovane miliardario al mondo nel 2023. Un patrimonio così importante da non soffrire minimamente del frazionamento tra 6 figli: anche i fratelli Leonardo Maria, 28 anni, e Luca, 22, hanno ereditato fortune, così come i tre fratelli maggiori.

Il primato del piccolo Del Vecchio quest’anno passa alla brasiliana Livia Voigt. Ha solo 19 anni e frequenta ancora il college, ma possiede già 1,1 miliardi di dollari grazie alla sua partecipazione di minoranza nel produttore di apparecchiature elettriche WEG, co-fondato dal suo defunto nonno. Lei e sua sorella maggiore, Dora Voigt de Assis, 26 anni, sono due dei sette volti nuovi tra i 25 miliardari più giovani secondo la classifica Forbes, e due dei 18 eredi under 30. Un manipolo di ereditieri destinato ad ampliarsi: la persona più ricca del pianeta è il proprietario di maggioranza di LVMH, leader mondiale nel settore di lusso, Bernard Arnault: ha 75 anni e recentemente ha promosso i suoi figli a ruoli chiave nell’azienda. Arnault ha un patrimonio stimato di 233 miliardi di dollari, con un aumento del 10% rispetto allo scorso anno.

Negli Stati Uniti, i nati prima degli anni ’60 detengono 95,9 trilioni di dollari su un totale di 147,1 trilioni di dollari di ricchezza familiare, secondo la Federal Reserve. E si prevede che migliaia di miliardi passeranno ogni anno ai discendenti, in una vera e propria staffetta del privilegio, che contrasta la mobilità sociale. Perché se da un lato quasi tutti i 25 che sono entrati in classifica sono più ricchi rispetto allo scorso anno, il 60% più povero del mondo – quasi 5 miliardi di persone – ha perso denaro, secondo un rapporto diffuso da Oxfam a gennaio. Il divario tra ricchi e poveri è destinato ad aumentare, afferma il report, e porterà il mondo a incoronare il suo primo trilionario entro un decennio, ma a non eliminare la povertà nel mondo – salvo un cambiamento radicale delle tendenze in atto – prima di altri 229 anni.

Perché se la ricchezza è ereditaria, lo è anche la povertà. Come spiegato da Enrica Morlicchio, sociologa del lavoro alla Federico II di Napoli, a Ilfattoquotidiano.it, i dati Istat mostrano che il 30 per cento delle persone tra i 25 e i 49 anni in condizioni di deprivazione in Italia viveva già in famiglie povere all’età di 14 anni. E tra i minori fino a 17 anni l’incidenza della povertà assoluta è passata dal 3,9 per cento del 2005 al 14,2 per cento dei giorni nostri, più alta che in qualunque altra fascia di età. Un immobilismo sociale – quando non, addirittura, una regressione – in linea con il resto del mondo: “Le persone in tutto il mondo lavorano di più e per orari più lunghi, spesso per salari miseri in posti di lavoro precari e non sicuri”, afferma il rapporto di Oxfam. “In 52 paesi, i salari reali medi di quasi 800 milioni di lavoratori sono diminuiti. Questi lavoratori hanno perso complessivamente 1,5 trilioni di dollari negli ultimi due anni, equivalenti a 25 giorni di salario perso per ciascun lavoratore”.

Partecipa al sondaggio (qui sotto) del Fatto con Oxfam su disuguaglianze e necessità di un’imposta sulle grandi ricchezze. Qui il link al sito La Grande Ricchezza da cui è possibile aderire alla raccolta firme per chiedere alla Ue l’introduzione di una tassa a livello europeo.

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