La Regione Lazio lancia un appello alla premier Giorgia Meloni chiedendo “un passo indietro” sulla decisione di cancellare i benefici del “contributo rafforzato” previsto con il Superbonus anche per le aree colpite dal sisma. A spingere per una retromarcia su questo aspetto della norma tanto attaccata dal governo di centrodestra è proprio un governatore di centrodestra: quel Francesco Rocca eletto un anno fa alla guida del Lazio e fedelissimo della stessa premier Meloni, che lo ha voluto come candidato della coalizione.

“Dopo un confronto con il commissario straordinario del governo, Guido Castelli, chiediamo un passo indietro al Consiglio dei ministri. Pochi giorni fa abbiamo celebrato l’avvio del ‘Super cantiere’ di Amatrice. La cessazione del contributo arriva inaspettata e nella fase di ripartenza volta a restituire vita alle zone distrutte dal sisma“, spiegano proprio il presidente Rocca e l’assessore alle Politiche di Ricostruzione, Manuela Rinaldi, nel loro messaggio a Palazzo Chigi. “Ci appelliamo al Consiglio dei ministri e al presidente Giorgia Meloni per una rivalutazione delle misure. Non possiamo abbandonare, proprio ora, questi borghi. Ovviamente, attendiamo di leggere il testo completo del decreto, nella certezza che sarà trovata una positiva soluzione per l’area del cratere”, hanno aggiunto Rocca e Rinaldi.

L’eliminazione dello sconto in fattura e della cessione del credito del Superbonus potrebbe essere ammorbidita per le zone terremotate. A quanto riportano le agenzie di stampa, il governo sta ancora mettendo a punto gli ultimi dettagli della versione finale del decreto, esaminando le richieste arrivate fino ad ora, in particolare sulle zone colpite dal sisma e sui redditi bassi. I margini, però, sono strettissimi. Il decreto approvato dal cdm martedì prevede infatti lo stop allo sconto in fattura e alle cessioni dei crediti del Superbonus per case popolari (Iacp), cooperative di abitazioni e onlus, ma anche per le aree terremotate o alluvionate, solamente con delle eccezioni per gli iter già avviati.

Una decisione che impatta soprattutto sulle aree dell’Italia centrale colpite dal sisma del 2016, come denunciano in una nota i Consigli nazionali degli ingegneri e degli architetti e la Fondazione Inarcassa: “Immaginare di completare la ricostruzione delle aree terremotate in tempi rapidi e senza l’utilizzo di fondi pubblici è puramente utopistico“, perché° “è necessario un sistema complessivo che agevoli l’opera di ricostruzione, non che la ostacoli”. La decisione del governo viene definita “particolarmente grave” e “inusitatamente drastica”, perché “rischia di rendere impossibile l’opera di ricostruzione”. “Per questo chiediamo un ripensamento e che le agevolazioni fiscali siano mantenute almeno limitatamente alle aree colpite dal sisma”, perché, conclude la nota, “tale decisione sta mettendo in subbuglio, in particolare, i professionisti e le imprese che agiscono nelle zone del cratere del terremoto del 2016 in Italia centrale”.

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