Il consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto legge riguardante le norme sul Superbonus. Il provvedimento, che non era all’ordine del giorno della riunione ed è stato presentato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, punta a tenere sotto controllo i costi. Nei giorni scorsi, dalle simulazioni fatte in vista dell’approvazione del Documento di economia e finanza, è infatti emerso che il credito edilizio al 110% potrebbe impattare più del previsto sul deficit 2023 portandolo anche oltre l’ultima previsione Istat del 7,2%. Le indiscrezioni parlano di ulteriori sforamenti per 10 miliardi.

In pratica il nuovo provvedimento elimina tutte le eccezioni che – per scelta dello stesso governo – consentivano ancora ad alcune categorie di godere degli sconti in fattura o della cessione del credito. Nel decreto “vi sono misure tese a chiudere definitivamente la eccessiva generosità di una misura che ha causato gravi problemi alla finanza pubblica”, ha detto Giorgetti in conferenza stampa dopo il cdm. Gli effetti saranno “contabilizzati tra pochi giorni quando si chiuderà la finestra per caricare le fatture sui lavori eseguiti entro il 31 dicembre 2023“, ha aggiunto. “Il fatto che introduciamo norme di monitoraggio testimonia che queste norme sono nate in modo scriteriato e hanno prodotto risultati devastanti per la finanza pubblica, l’ho detto dall’inizio, continuo a sostenerlo, qualcuno sorrideva sul mal di pancia, confermo che fa malissimo a me a tutti gli italiani”.

Per correre ai ripari è stato eliminato ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie che ancora lo prevedevano: lavori nelle rsa nelle onlus, edifici in aree terremotate. Salta anche la regolarizzazione ‘in bonis’, con mini sanzioni, previste per mancate comunicazioni fino al 15 ottobre. C’è poi la comunicazione preventiva “per avere un monitoraggio anticipato del fenomeno e non solo quando le fattura vengono caricate”. E poi arriva una nuova limitazione che blocca un meccanismo di frode appena individuato: “C’è la limitazione della cessione del credito Ace (Aiuto alla crescita economica, abolito con l’ultima legge di Bilancio) perché abbiamo iniziato a notare un utilizzo fraudolento su questa agevolazione che peraltro è eliminata dalla riforma fiscale”. Vengono anche introdotte misure per raccogliere più informazioni sulla portata degli interventi agevolabili: l’omessa trasmissione, se relativa agli interventi già avviati, determina l’applicazione di una sanzione amministrativa di euro 10.000, mentre per i nuovi interventi è prevista la decadenza dall’agevolazione fiscale.

“Le sorprese purtroppo non sono mancate, sempre in senso negativo”, ha ricordato il ministro leghista parlando del Superbonus. “Già il conto è salatissimo, anche se qualcuno ne è entusiasta, il prezzo per la finanza pubblica e sul debito graverà per diversi anni a venire. L’obiettivo di questo dl è mettere un punto finale rispetto all’impatto sul 2023, fatto salvo le valutazioni definitive di Eurostat di cui siamo ancora in attesa”. Entro giugno è atteso, infatti, il verdetto dell’Ufficio di statistica europeo sulla classificazione dei bonus edilizi del 2024 sulla base delle nuove evidenze quantitative: si capirà se vanno ancora contabilizzati tutti nell’anno di sostenimento della spesa (come accaduto per il 2023) o se, dopo le modifiche legislative approvate dal governo, vanno spalmati su più anni pro quota gonfiando anche il deficit dei prossimi anni. Un incubo per via XX Settembre, perché sta per tornare in vigore il Patto di stabilità in versione riformata che costringerà a stringere di molto i cordoni della borsa.

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