Il pensiero del procuratore di Napoli Nicola Gratteri sull’introduzione dei test psicoattitudinali per l’accesso in magistratura – approvata martedì sera dal governo – è netto e chiaro: “Se vogliamo farli per tutti i settori apicali della pubblica amministrazione sono favorevole, facciamoli anche per chi ha responsabilità di governo e della cosa pubblica, incarichi regionali e comunali. Dato che ci troviamo, facciamo anche i narcotest e gli alcool test. Chi è sotto l’effetto di droghe può fare ragionamenti alterati, può essere sotto ricatto. E poi facciamo anche i test del palloncino, che costano molto poco”. Gratteri ha risposto così a una domanda a margine di una conferenza stampa convocata presso la Procura per illustrare i dettagli di sei arresti ordinati per gli omicidi di Giulio Giaccio, ucciso a Napoli il 30 luglio 2000, e di Pasquale Manna, ucciso il 2 marzo 2023 al termine di un inseguimento tra Volla e Napoli. A un cronista che gli ricordava le inchieste giornalistiche sulla presenza di cocaina nei bagni del Parlamento (qui quella realizzata da Fq MillenniuM), poi, il magistrato ha dato una risposta ancora più allusiva: “Se andiamo a fare le analisi del Tevere, dell’Arno o del Po, troverà tracce consistenti di cocaina, aumentata rispetto agli scorsi anni. È una droga sempre più di massa e sempre più diffusa”.

Ieri sera il governo ha approvato l’introduzione dei test psicoattitudinali, inserita nel decreto attuativo della riforma dell’ordinamento giudiziario. I test si applicheranno ai bandi di concorso pubblicati a partire dal 2026. Il colloquio psicoattitudinale si svolgerà durante la prova orale e chi avrà superato la prova scritta, prima dell’orale, riceverà dei test scritti individuati dal Csm, sul modello di quelli utilizzati per gli agenti di polizia (i cosiddetti test Minnesota). Questi ultimi costituiranno la base per il futuro colloquio psicoattitudinale.Sarà il Consiglio superiore della magistratura – e non più il ministro, come previsto nella prima bozza – a nominare la commissione che valuterà i risultati dei test, composta da docenti universitari in materie psicologiche indicati dal Consiglio universitario nazionale. Il colloquio orale sarà comunque diretto dal presidente della commissione esaminatrice, e non da uno psicologo, che sarà presente solo come ausilio. Infine la commissione esaminatrice, che valuta collegialmente, formulerà il giudizio conclusivo sulla totalità delle prove. Nel testo diffuso nei giorni scorsi, invece, si prevedeva che al nuovo test dovessero sottoporsi solo i candidati risultati idonei sia alla prova scritta che a quella orale: quelli, cioè, che con le regole attuali avrebbero già vinto il concorso.

Gli arresti – Mercoledì i Carabinieri del Comando provinciale di Napoli, nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno eseguito sei misure cautelari. Tre di queste riguardano i presunti responsabili dell’omicidio Giaccio, un “cold case” del 2000 consistito in un tragico scambio di persona: il 26enne Giulio Giaccio fu scambiato da uomini del clan camorristico Polverino per un presunto amante della compagna di un affiliato, e per questo ucciso con un colpo di arma da fuoco. Il suo corpo è stato poi sciolto nell’acido. Fondamentale, per la compiuta ricostruzione dell’accaduto, il contributo di un collaboratore di giustizia. Altri tre arresti sono stati disposti per l’omicidio di Pasquale Manna, 59enne originario di Casalnuovo ritenuto esponente di spicco del clan camorristico Veneruso-Rea attivo nella zona. Manna è stato ucciso in un agguato avvenuto il 2 marzo 2023, sorpreso dai killer, con volto coperto da mascherina chirurgica Ffp2, mentre si trovava presso un distributore di benzina a Volla. Dopo essere stato ferito ha tentato una disperata fuga a bordo della sua auto, conclusa in via Ravioncello a Napoli, dove si è scontrato contro il marciapiede. Uno dei killer si è quindi avvicinato all’auto, esplodendo diversi colpi di arma da fuoco e uccidendolo.

Il procuratore approfitta della vicenda per tornare a ribadire l’importanza delle intercettazioni, che la maggioranza ha intenzione di depotenziare: “La soluzione di questi due omicidi è stata importante non solo perché si dà un po’ di consolazione alle parti offese e ai familiari, ma anche perché si è fatta giustizia e chiarezza. Questa è stata possibile anche grazie alla tecnologia, alle intercettazioni telefoniche, alle telecamere. La tecnologia torna sempre preponderante, viene usata per la commissione dei reati e anche per scoprire i reati. Dobbiamo insistere su questo dato, gli accertamenti eccezionali servono, la tecnologia serve e bisogna investire e fornire le forze dell’ordine e la magistratura di tecnologia. Questa di oggi è la riprova che prima di parlare bisogna informarsi e studiare bene”, dice, in un evidente messaggio al governo.

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