Parole gravi di Gianmarco Centinaio durante Restart, su Rai 3 di mercoledì 20 marzo, presentato da Annalisa Bruchi: il vicepresidente del Senato si è vantato dei dazi decisi quando lui era ministro dell’Agricoltura. Ecco le sue parole testuali: “L’Europa, sospinta dall’Italia quando ministro era Gianmarco Centinaio sul riso (parla di sé in terza persona… Preoccupante, nda) … noi avevamo imposto i dazi sul riso che arrivava dalla Cambogia e dalla Birmania semplicemente perché quel riso che arriva da quei Paesi viene coltivato utilizzando sostanze chimiche che sono considerate cancerogene e che in Italia e in Europa non sono più accettate da almeno 10 anni. L’altro motivo per cui noi avevamo imposto i dazi era perché il riso dalla Cambogia e dalla Birmania viene coltivato dai bambini schiavi e di conseguenza non è etico e quindi abbiamo detto ai risicoltori e agli importatori di quel riso che se volevano importarlo in Europa avrebbero dovuto pagare un dazio. Allora, visto e considerato che noi abbiamo creato un precedente a suo tempo, il precedente lo possiamo portare avanti, su tutto il resto, si chiama “reciprocità”; cioè o tu coltivi alle condizioni che l’Europa impone alla coltivazione o all’allevamento o alla pesca dei produttori europei o, in caso contrario, se non rispetti determinati standard io ti tasso.”

Ero presente in trasmissione, e sono intervenuto costernato: “Questi producono dalla Birmania e dalla Cambogia del riso con dentro delle sostanze che fanno male alla salute, invece di bloccarlo gli chiediamo di pagare di più, cioè pagano e hanno il diritto di avvelenare gli italiani! Ma questa è una follia! È una cosa che non sta né in cielo ne in terra! Ascoltate che cosa ha detto! Per importare un riso che non rispetta le regole italiane gli chiediamo di pagare una tassa!”.

Centinaio chiarisce: “Europee!”
Io: “Così gli italiani si beccano il veleno!… Ma Lei ha detto questo o ho capito male? Spero di aver capito male! … Se è avvelenato bisogna bloccarlo…”
Centinaio: “Se fai le indagini e dalle indagini non risulta che è avvelenato cosa fai? Cosa blocchi?”
Io: “Ma lo ha detto lei!”
Centinaio: “…Se il riso non è avvelenato…”.

Incredibile che l’ex ministro affermi: “Se fai le indagini e dalle indagini non risulta che è avvelenato cosa fai?”. Ma se i controlli non li fai? Forse Centinaio non sa che i controlli sulle importazioni sono tutt’oggi irrilevanti? Questa mancanza di impegno dello Stato che non rafforza l’organico della Guardia di Finanza, dei Noa e dei Nas nei porti di sbarco delle merci fu denunciata già nel 2006 da Roberto Saviano nel suo libro Gomorra. Saviano si infiltrò come scaricatore nel porto di Napoli e documentò l’irrilevanza dei controlli sui container in arrivo. E pagò la sua denuncia dell’illegalità con le minacce di morte che da allora lo costringono a vivere sotto scorta. Ma dal 2006 ben poco è stato fatto per intensificare i controlli. Ed è chiaro che se il riso importato da Myanmar e dalla Cambogia non viene analizzato, non si scoprirà mai che contiene sostanze nocive per la salute degli italiani!

E non si sbaglia l’Onorevole Gianmarco Centinaio a parlare di riso con sostanze chimiche nocive per la salute. Infatti, come riporta Il Fatto Alimentare: “Il Sistema rapido di allerta per gli alimenti e i mangimi europeo (Rasff) ha rilevato spesso la presenza di riso e prodotti derivati di provenienza asiatica con troppi pesticidi non autorizzati e l’assenza di certificazioni sanitarie. Proprio per questo e in attesa dell’esito dell’inchiesta di Bruxelles, lo scorso luglio il ministro delle Politiche agricole e alimentari, Gian Marco Centinaio, aveva annunciato la partenza di ‘una forte azione dell’Icqrf di controllo, nei porti italiani, del riso proveniente dalla Cambogia e dal Myanmar, che prevede anche la ricerca di residui di principi attivi di prodotti fitosanitari’. Ora, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del regolamento della Commissione Ue, viene di nuovo applicato sulle importazioni di riso Indica il dazio della normale tariffa doganale, pari a 175 €/ton, per il primo anno e in misura ridotta per il secondo (150 €/ton) e terzo anno (125 €/ton), come richiesto dall’Italia…”.

In realtà, come denunciato dalla Camera e dal nostro governo, il regime Eba non ha favorito lo sviluppo dei piccoli produttori cambogiani e ha dato luogo a “triangolazioni”, per cui il riso che giungeva a dazio zero dalla Cambogia veniva prodotto in altri paesi asiatici, dove le multinazionali hanno fatto incetta di terreni e operano senza offrire assistenza adeguata ai lavoratori, ai loro diritti, e senza preoccupazioni per quanto riguarda la tutela dell’ambiente e la salubrità dei prodotti. Ma come mai se lo sai così poco fai?

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