Un fiume rosso che invade e deturpa Piscinas, la spiaggia della Costa Verde a pochi passi dall’ex Miniera Montevecchio, nella Sardegna sud-occidentale, famosa per le sue grandi dune dichiarate patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Il fiume Irvi, che sfocia in quello specchio di mare, sta probabilmente portando con sé i residui della lavorazione delle miniere abbandonate ormai da 40 anni e mai bonificate. Fanghi rossi provenienti dalle gallerie minerarie dismesse del Sulcis Iglesiente, carichi di metalli pesanti, immortalati dal video di un residente che ha fatto il giro dei social. Una notizia pessima alle porte della stagione turistica che sta per cominciare, ma anche uno sfregio ambientale, come denunciato dal Wwf.

Le immagini sono impressionanti e preoccupanti: la gigantesca chiazza rossa ha cambiato completamente il colore dell’acqua del mare. “Miniere e cave non sono state mai bonificate: si è preferito imporre divieti di balneazione e mettere a rischio l’ecosistema piuttosto che procedere con le bonifiche”, protestano gli ambientalisti, che sottolineano come la situazione stia diventando di giorno in giorno più preoccupante. Ma il sindaco di Arbus, Paolo Salis, rassicura: “È tutto tornato alla normalità”. E specifica: “Quel fiume non arriva tutto dai pozzi minerari. La maggior parte proviene dalla vicina diga Donegani, da dove volutamente è stata fatta uscire dalla valvola di sfogo sul fondo della struttura, nel rispetto delle regole del Genio civile che impone il mantenimento di un certo livello dell’invaso”.

Non è una sorpresa il fiume rosso degli scarti delle miniere nel mare di Arbus, piuttosto è sorprendente che un problema del genere diventi degno di attenzione solo quando l’impatto è non solo evidente, ma denuncia tutta la sua gravità”, sottolinea in una nota il Wwf. Che invita ad azioni concrete che risolvano definitivamente il problema: “Cosa si è fatto e si sta facendo per risolvere una situazione che è molto più seria di quanto già il colore delle acque del rio che sfocia in mare preannuncia? Perché non si è ancora bonificato il materiale presente nel sistema di miniere e cave, perché non si è fatta un’azione di prevenzione, perché nessuno ha vigilato? Al di là dello sconcerto e della preoccupazione, riteniamo che sia il tempo di agire. Anche perché l’evento a cui stiamo assistendo sembra più grave del solito”.

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