“Per scongiurare la sostituzione tecnica dell’IA sull’uomo serve una resistenza psicologica e culturale, supportata dalla forza dei classici della filosofia”. Questa è la tesi di “Umano, poco umano. Esercizi spirituali contro l’Intelligenza Artificiale“, scritto da Mauro Crippa, giornalista e Direttore generale Informazione e Comunicazione Mediaset, e dal filosofo Giuseppe Girgenti (Università Vita-Salute San Raffaele di Milano).

“Ciò che è veramente importante per l’uomo contemporaneo non è sapere quanto sia intelligente l’Intelligenza Artificiale, ma i danni che può portare: certo è che qualcosa di poco umano sta invadendo la nostra vita. E, per affrontarla, il modo migliore è rivolgere lo sguardo non al futuro, ma al passato, con un’incursione ragionata e ben documentata nel mondo classico”, hanno raccontato al Maxxi, a Roma, i due autori, nel corso della presentazione del volume, pubblicato da Piemme edizioni, insieme ad Antonio Spadaro, sottosegretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione e a Veronica Gentili, giornalista e conduttrice televisiva.

Secondo Crippa e Girgenti, “solo la preparazione psicologica e culturale e la forza dei classici della filosofia potranno renderci più forti e in grado di controllare l’IA”, di fronte a “rischi sempre maggiori ed evidenti”. “Tutte le volte che l’IA è messa alla prova per un qualsiasi incarico, si dimostra più veloce dell’umano. Quindi la prospettiva è che ci saranno meno umani al lavoro“, sostiene Crippa. “Quello che stiamo smarrendo è proprio l’intelligenza naturale. Questa tecnologia colpisce al cuore il nostro io, annulla la distinzione tra persona e cosa”, rivendica pure Girgenti.

“Questa paura noi l’abbiamo avuta anche nel passato. Nel momento in cui abbiamo iniziato a scrivere si temeva che la freschezza dell’oralità venisse persa, quando è stata introdotta la stampa, si aveva paura che si perdesse la scrittura manuale, con tutta la sua ricchezza ed umanità. Ma non abbiamo già degli avatar primitivi nelle foto e nei video dei nostri genitori? Una volta questo ci avrebbe fatto paura. Sono passaggi evolutivi che si ripetono, ogni volta si teme di perdere la propria umanità. Oggi, come nel passato”, rivendica invece Antonio Spadaro. Per poi aggiungere: “Morte, sessualità e sacro sono tre esperienze antropologicamente molto forti che ci dicono che mai nessuna macchina potrà sostituire la nostra vita”.

“L’IA qualcuno la chiama anche Intelligenza aumentata, perché la prospettiva è quella in cui è l’uomo a immettere nelle macchine delle possibilità, per poi poterne beneficiare. Così non diventa più una minaccia, perché è l’uomo l’elemento che accende il motore”, precisa anche Gentili. Ma per Crippa “bisogna capire se c’è ancora questo interruttore, on-off. È una questione che divide già oggi gli studiosi la possibilità di controllare il sistema”. “Oggi chi produce fake news o false immagini che possono essere rese virali può manipolare l’opinione pubblica. L’Ue ha fatto un primo passo avanti obbligando gli Stati a questo bollino di veridicità. Ma temo sia insufficiente, servirà una vigilanza sempre più forte“, conclude Girgenti.

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