Un abbraccio di pochi secondi con Matteo Salvini (che poi esce dall’Aula dopo cinque minuti) e gli attacchi alle opposizioni “un po’ nervose”. Giorgia Meloni si è presentata davanti alla Camera per le comunicazioni in vista del Consiglio Ue e ha rivendicato, di nuovo, la compattezza della maggioranza sulla politica estera. Nonostante l’assenza del leader del Carroccio durante il suo discorso di ieri al Senato e nonostante le voci di tensioni interne, specie dopo le dichiarazioni in difesa del voto russo da parte del leghista, siano sempre più insistenti. La presidente del Consiglio nega tutto e, anzi, se la prende con lo schieramento Pd-M5s: “Ragazzi vi vedo un po’ nervosi”, ha detto salvo poi doversi scusare per l’uso della parola “ragazzi”.

Parlando quindi dei rapporti con gli alleati, Meloni si è detta molto tranquilla. “Mi si dice di parlare con Orban e con Salvini per chiarire il sostegno all’Ucraina”, ha detto. “In entrambi i casi contano le decisioni e i voti. Il governo italiano ha una posizione chiara in Ue. Quando io parlo con le persone con cui ho buoni rapporti porto a casa dei risultati”. Poi, rivolgendosi al dem Piero De Luca, ha aggiunto: “Mi pare ci sia una questione maggiore nel famoso campo largo. Non parlo solo della posizione molto chiara e cristallina del M5s, ma anche dell’ambiguità di che spiega a noi cosa dobbiamo fare e poi si astiene sull’invio delle armi all’Ucraina”.

Ma lo scontro a Montecitorio è stato innanzitutto con Giuseppe Conte. Il leader M5s ha infatti accusato la presidente del Consiglio di non avere alcun peso nella politica estera: “Lei oggi si presenta senza soluzioni, non vuole inviare le truppe in Ucraina, non vuole trattare con Putin, non vuole partecipare a un tavolo di pace, ha messo l’Italia in un vicolo cieco. Negoziare le migliori condizioni per l’Ucraina è l’unico modo per evitare la terza guerra mondiale”. E ha attaccato: “Gli italiani non vogliono la terza guerra mondiale dove lei ci sta portando“. E ancora: “Che cosa ne è della scommessa che ha fatto sulla vittoria militare contro la Russia? Che cosa abbiamo prodotto con questa strategia? Morti, distruzione, indebitamento degli italiani. E lei ha guadagnato un bel bacio sulla testa per la fedeltà che ha dimostrato nei confronti di Washington”. Poi Conte, facendo riferimento al dibattito di ieri 19 marzo in Senato, ha detto: “Si rende conto che un senatore del suo partito si è permesso di fare una battuta omofoba su Macron? Ma cos’è un copione comico? Lei è la presidente del Consiglio e non un capocomico. Ma secondo lei il problema degli italiani è la mia pochette o l’elmetto che si è messa in testa?”.

Poi ha preso la parola la leader dem Elly Schlein. Che ha replicato alla premier e in particolare alla sua strenua difesa del viaggio in Egitto dicendo che “Al Sisi è diverso da Putin” perché “non ha invaso una nazione vicina”. Allora la segretaria Pd ha ribattutto: “Quando va in Egitto pretenda da al Sisi gli indirizzi dei 4 assassini che hanno ucciso un ricercatore italiano, un ricercatore europeo, questo dovrebbe chiedere ad al Sisi”. Per quanto riguarda l’Ucraina, Schlein ha respinto le accuse di Meloni: “Abbiamo sempre mantenuto un atteggiamento coerente al di la delle sue fake news: abbiamo sempre sostenuto che sia doveroso sostenere il popolo ucraino“. E “sostenere l’Ucraina è giusto, ma siamo contrari a mandare militari europei sul campo. Serve uno sforzo in più per una pace giusta e duratura e questo sforzo finora non è stato sufficiente”, bisogna anche fare i conti con chi come “Viktor Orban che pone veti e lei lo sta per accogliere a braccia aperte nel suo gruppo in Europa. Braccia aperte a differenza di quelle di Ilaria Salis che sono in catene”.

Nel corso del suo intervento, Meloni ha anche parlato della guerra in Medioriente. “È importante ricordare chi ha scatenato il conflitto”, ha detto. “Ma penso anche ci siano alcune cose che vanno fatte. Sulle quali anche l’Italia cerca di avere una posizione chiara. Particolarmente per quello che sta accadendo a Gaza. Temiamo un crescente isolamento di Israele. Anche nell’interesse di Israele occorre ribadire con chiarezza la nostra contrarietà a un’operazione militare di terra a Rafah che potrebbe avere effetti catastrofici”. E anche per questo Meloni ha detto che, prima di ripristinare i fondi all’Unrwa, vuole fare altre valutazioni: “Non sono d’accordo” con il segretario di Si Nicola Fratoianni “sul tema del ripristino immediato dei fondi a Unrwa: finché non è stata fatta piena luce sull’utilizzo delle risorse, non si deve fare questo errore. Non significa non occuparsi dei civili a Gaza: mentre noi sospendiamo i fondi a Unrwa, altre associazioni operano, abbiamo trasferito 20 milioni di euro a Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. E oggi stiamo per stanziare ulteriori risorse per Food for Gaza per coordinare meglio gli aiuti”. Infine, Meloni ha attaccato la presa di posizione accademica sulla guerra arrivata nelle scorse ore: “Considero preoccupante che il Senato accademico dell’Università di Torino scelga di non partecipare al bando per la cooperazione scientifica con Israele. E lo faccia dopo un’occupazione da parte dei collettivi. Se le istituzioni si piegano a questi metodi rischiamo di avere molti problemi”.

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