La soglia critica degli 1,5 gradi centigradi di aumento della temperatura globale è ormai quasi raggiunta. Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato nel mondo da quando ci sono rilevazioni scientifiche, con la temperatura media di 1,45 gradi centigradi sopra i livelli pre-industriali, si legge nel nuovo rapporto dell’Organizzazione meteorologica internazionale (Wmo). “Non siamo mai stati così vicini, anche se per ora temporaneamente, al limite più basso dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico, 1,5 gradi, ha commentato il segretario generale dell’Organizzazione, Celeste Saulo. “La nostra comunità della Wmo lancia l’allarme rosso al mondo”, aggiunge. Oltre gli 1,5 gradi aumento si aprono scenari in cui si potrebbero innescare processi difficilmente prevedibili nelle loro evoluzioni, con gravi conseguenze su ecosistemi, habitat e resa alimentare dei terreni e dei mari.

Il rapporto Wmo rileva anche come nel 2023 ci sia stata anche la maggior perdita di ghiaccio dai ghiacciai mai registrata da quando ci sono rilevazioni scientifiche, dal 1950. Le perdite maggiori si sono verificate nel Nord America e in Europa. In Svizzera negli ultimi due anni i ghiacciai hanno perso circa il 10% del loro volume, nel Nordamerica il 9%. L’estensione dei ghiacci del Mare antartico l’anno scorso è stata di gran lunga la minore mai rilevata, con l’estensione massima alla fine dell’inverno inferiore di 1 milione di chilometri quadrati rispetto al 2022.

E ancora: le ondate di calore sugli oceani hanno superato tutti i record nel 2023. L’anno passato quasi un terzo degli oceani, il 32%, è stato colpito quotidianamente da un’ondata di calore, contro il record precedente del 2016, il 23%. Alla fine dell’anno, oltre il 90% degli oceani aveva registrato ondate di calore in qualche momento durante l’anno. Le temperature medie dei mari in superficie hanno quindi superato i record precedenti da aprile in avanti, con margini particolarmente elevati a luglio, agosto e settembre. Il Mediterraneo ha sperimentato per il 12esimo anno consecutivo una copertura quasi completa da parte delle ondate di calore. Anche l’acidificazione degli oceani è aumentata, come effetto dell’aumento dei gas serra in atmosfera, ha raggiunto il record da quando ci sono rilevazioni satellitare. L’aumento medio del livello dei mari nell’ultimo decennio, dal 2014 al 2023, è stato più che doppio rispetto a quello del primo decennio di rilevazioni satellitari, dal 1993 al 2002.

Le conseguenze dei cambiamenti climatici si fanno inevitabilmente sentire anche sulla resa alimentare dei terreni. Il numero di persone soggette ad acuta insicurezza alimentare nel mondo è più che raddoppiato rispetto a prima della pandemia: da 149 milioni si è arrivati a 333 milioni nel 2023, nei 78 paesi monitorati dal Programma alimentare mondiale dell’Onu (Wfp). La Wmo ritiene che l’aumento degli eventi estremi legati al clima, come inondazioni, cicloni tropicali, ondate di calore, siccità e incendi, abbia aggravato l’insicurezza alimentare, le migrazioni e gli impatti sulle popolazioni vulnerabili.

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