Flat tax per tutti i contribuenti che aderiscono al concordato preventivo biennale, con buona pace di chi lamenta che lo sfilacciato sistema fiscale italiano già tratta diversamente contribuenti con gli stessi livelli di reddito ricavati da fonti diverse. È la richiesta che sarà inviata al viceministro Maurizio Leo dai rappresentanti di commercio e artigianato che siedono nella commissione degli esperti incaricati di dire la loro sul periodico aggiornamento degli indicatori di affidabilità fiscale (Isa). E ora chiamati ad esprimersi sull’attuazione del decreto che disciplina il nuovo strumento in base al quale l’amministrazione fiscale calcolerà un reddito ipotetico sul quale la piccola impresa o il lavoratore autonomo pagheranno le tasse nei due anni successivi senza dovere nulla di più se i ricavi si riveleranno superiori alle stime

Come è noto, all’accordo saranno ammessi sia i circa 2 milioni di autonomi e partite Iva che hanno già aderito al regime forfetario con aliquota del 15% sia, appunto, i 2,5 milioni che sono soggetti agli Isa. Qualunque sia il loro punteggio, quindi anche se sono probabili evasori. Secondo Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confesercenti, per invogliare questi ultimi a dire sì alla proposta del fisco è opportuno concedere anche a loro l’uscita dall’Irpef, la cui base imponibile è già costituita per la stragrande maggioranza dagli stipendi dei lavoratori dipendenti e dalle pensioni.

“I soggetti Isa più virtuosi, quelli con voto sopra l’8, che sono circa il 44% e dichiarano in media 75mila euro, hanno già delle premialità“, argomenta Vincenzo De Luca, responsabile fiscale di Confcommercio. “Per indurli ad accettare di dichiarare un reddito tale da arrivare a 10 andrebbe introdotta per via normativa un’imposta sostitutiva sul differenziale tra reddito dichiarato e cifra proposta dalle Entrate. In alternativa, con il decreto ministeriale che dovrà stabilire la metodologia da seguire nella preparazione della proposta si potrebbe prevedere che quel differenziale venga ridotto di una certa percentuale”. Fin qui le richieste per i più affidabili.

E gli altri, quelli con punteggi sotto la sufficienza, che nelle ultime dichiarazioni hanno riferito alle Entrate di aver percepito in media meno di 25mila euro di reddito annuo? Visto che, se davvero l’intenzione è portarli gradualmente a un Isa pari a 10, l’incremento di reddito su cui pagare le tasse sarà imponente, secondo i rappresentanti delle imprese dovrebbero essere concessa anche a loro un’imposta sostitutiva “incentivante”. Se accolti, gli auspici di artigiani e commercianti gonfierebbero a dismisura la platea degli autonomi soggetti a regimi sostitutivi, consentendo l’accesso anche a chi ha redditi superiori agli 85mila euro che sono l’attuale soglia per poter ottenere la flat tax.

In più, nel documento in fase di preparazione per la consegna a Leo sarà evocata la necessità di ridurre dal 50 al 30% la misura del calo di reddito – rispetto a quello oggetto del concordato – superata la quale il contribuente potrà uscire dall’accordo perché platealmente non più conveniente.

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“Il sistema fiscale italiano favorisce i più ricchi e la riforma del governo peggiora la situazione. Serve un’imposta sulle grandi fortune”

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